sale e pepe

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...rinomato in paese, (ci sara' pure un motivo) avvocato d esperienza, ci si aspettava pure buon senso ma evidentemente l esperienza gli ha fatto crescere troppo pelo sullo stomaco!
Poi, la ns inesperienza e lo schok della situazione gli hanno reso lavoro "facile"!
...al secondo studio infatti, giovane e al femminile, l abbiamo chiesto il preventivo, onesto e rispettato.
 

Luigi Criscuolo

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.rinomato in paese, (ci sara' pure un motivo) avvocato d esperienza
mi sembra che avete avuto una divergenza sulla strategia: lui voleva impedire che il nuovo pretendente ricevesse l'agevolazione che poi ha portato alla conferma della paternità. Voi eravate sicuri di una millantata paternità e siete stati smentiti. Quindi aveva ragione lui che difendeva i vostri interessi.
 

sale e pepe

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Il ns rifiuto a sottoporci al prelievo per il giudice equivaleva ad ammissione (capita sempre anche nei casi in cui i presunti padri si rifiutano di sottoporsi) e l avvocato non ce l ha detto, ci ha " menato x l aia" finche' l abbiamo " scoperto"
Noi comunque volevano certezza (..chi non la vorrebbe!) e il dna fuga ogni dubbio lecito, pure lui secondo noi ha atteso tanto perche' non era certo delle dichiarazioni della madre! (Erano gli anni 60, indagini parlano della signora "come nota in paese per le sue varie frequentazioni" quindi con tutto il rispetto, senza la controparte oramai morta, il dna era l unica certezza!
 

Luigi Criscuolo

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Il ns rifiuto a sottoporci al prelievo per il giudice equivaleva ad ammissione (capita sempre anche nei casi in cui i presunti padri si rifiutano di sottoporsi)
i giudici dovrebbero analizzare le prove; per il volgo non acconsentire alla prova del dna equivale ad una ammissione, quindi ad una certezza, come hai scritto tu. Per i giudici non è così automatico.
 

Dimaraz

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i giudici dovrebbero analizzare le prove; per il volgo non acconsentire alla prova del dna equivale ad una ammissione, quindi ad una certezza, come hai scritto tu. Per i giudici non è così automatico.

Ti sbagli...non è solo il "volgo" a pensarla in tal modo.
Quanto ti ha esposto @sale e pepe
Il ns rifiuto a sottoporci al prelievo per il giudice equivaleva ad ammissione
capita anche nella realtà e di sentenze in tal senso ne trovi anche di Corte di Cassazione.

Es: Cass. sent. n. 24444/2015

Ovviamente , come nell'esempio linkato, ci dovranno essere degli "elementi" che possano far supporre sia intercorso un rapporto sessuale fra i "potenziali" genitori. (con tutte le "novità" su fecondazione assistita etc. ora le cose si complicheranno).
 
Ultima modifica:

Luigi Criscuolo

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di sentenze in tal senso ne trovi anche di Corte di Cassazione.
Es: Cass. sent. n. 24444/2015
"In particolare è emerso che vi era una relazione sentimentale tra L.M.C. ed F.A. anche all'epoca del concepimento della minore (periodo natalizio del (OMISSIS)), come riferito da due testimoni, ritenute attendibili sia in ordine alla continuazione della relazione dopo il procedimento penale intervenuto nel 1998, sia in ordine alle modalità ed ai luoghi d'incontro."
Ecco proprio come dice la sentenza da te citata. Il rifiutarsi a sottoporsi alla prova del dna in questo caso è stato interpretato come un voler sottrarre una prova a conferma di quanto sostenuto da testimonianze.
Qui @sale e pepe non ha detto che il reclamante della paternità aveva altre carte da giocare nella vertenza.
 

Luigi Criscuolo

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Luigi ha ragione il nostro.


Obbligare al test del Dna per una paternità
È bene precisare, innanzitutto, che se un padre rifiuta il riconoscimento del proprio figlio, la madre o lo stesso ragazzo possono rivolgersi al Tribunale e chiedere una sentenza di accertamento, in quanto il riconoscimento è un atto dovuto. Se un genitore si rifiuta di ammettere che quel figlio è suo, il ragazzo può addirittura chiedere un risarcimento del danno anche dopo molti anni, quando ormai sarà diventato maggiorenne.

Se il presunto padre è già morto (è il nostro caso), la procedura può essere avviata anche nei confronti degli eredi entro due anni dal decesso di chi si ritiene sia il genitore. Lo scopo? Appare ovvio: avere diritto ad una fetta del patrimonio del caro estinto, nel caso venisse dimostrato che, davvero, era il padre naturale.
da: Obbligare al test del Dna
 

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