Gianco

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Io aggiungerei: Sti uffici... che accettano e mettono in partita o negli archivi meccanografici delle ditte impossibili!
Infine, le domanda di voltura le può presentare chiunque.
 

Gianco

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Al 99% i casotti sono generati dagli uffici... ma non escludo sia anche dovuto a volture fatte per quote parziali..... sempre mal copiate dagli uffici.
Nel momento in cui l'incaricato si accorge che la somma dei numeratori non corrisponde al denominatore deve rifiutare la richiesta di voltura e pretenderne una regolare.
Uno o due possono essere errori, quando sono tanti, si parla di incapacità dell'addetto ma anche del capo sezione o capo ufficio che dovrebbe verificare e quando si accorge, perché non può non accorgersi di certi strafalcioni, deve prendere provvedimenti.
 

basty

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In passato si raccontava però che buona parte di questi strafalcioni erano dovuti al fatto che il catasto aveva subappaltato il caricamento delle volture arretrate, in Albania .....
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
In passato si raccontava però che buona parte di questi strafalcioni erano dovuti al fatto che il catasto aveva subappaltato il caricamento delle volture arretrate, in Albania .....
I problemi erano sorti non tanto sulle domande di voltura, ma sul caricamento dei cartacei sulla banca dati digitalizzata.
Ricordo un caso capitato al copo ufficio della II sezione, Terreni. Cercava di individuare la ditta del suocero in ogni modo perché non riusciva a trovare un suo immobile. Ogni ricerca si limitava ad una parte della sua proprietà. Dopo tempo, chissà perché, subito dopo il cognome e nome ha battuto il punto e miracolosamente è apparsa la partita tanto desiderata. In questo caso il punto in chiusura della ditta ha fatto la differenza.
 

alberto bianchi

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In questo caso il punto in chiusura della ditta ha fatto la differenza.
E...per un punto Martin perse la cappa.
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La frase viene comunemente usata per indicare la perdita, per una disattenzione, di qualcosa d’importante e di desiderato.
Secondo la tradizione, che risale al XVI secolo, Martino era abate del monastero di Asello. Volendo abbellire la sua abbazia, decise di apporre sul portale principale un cartello di benvenuto che recitasse: ‘Porta patens esto. Nulli claudatur honesto‘ ossia ‘La porta sia aperta. A nessuna persona onesta sia chiusa‘ (oppure anche ‘Porta, rimani aperta. Non chiuderti a nessun uomo onesto‘).

La frase era bella e ospitale ma chi esegui’ l’incisione, nello scriverla, mise il punto dopo la parola nulli anziche’ dopo esto.

L’iscrizione divenne cosi’: ‘Porta patens esto nulli. Claudatur honesto‘ ossia ‘La porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa alle persone oneste‘.

Per l’errore commesso, Martino venne sollevato dalla carica di abate, perdendo cosi’ la cappa, cioe’ il mantello, che di tale dignità era simbolo.
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