Ciao a tutti,
sfruttando la legge sul recupero delle taverne, un inquilino ha trasformato le sue taverne in appartamenti indipendenti (separandoli dalle sue abitazioni al piano superiore) e ora li ha affittati.
Ha fatto questi interventi senza chiedere alcun permesso, semplicemente una volta terminati i lavori ha mandato all'amministrazione il nuovo ricalcolo dei millesimi condominiali.
Ora ha affittato questi due nuovi appartamenti ma c'è il problema che (ovviamente) non ci sono cassette della posta disponibili per questi appartamenti.
Lui afferma che il condominio deve mettere delle nuove caselle postali per questi nuovi appartamenti, e che la spesa spetta al condominio in quanto le caselle postali sono di proprietà del condominio.
Noi non gli abbiamo mai contestato alcun lavoro fatto e non siamo contrari neanche all'installazione delle nuove caselle, ma riteniamo che debba pagarsele lui.
Che lui abbia almeno moralmente torto è una cosa condivisa da tutti, ma lui dice che la legge gli da ragione.
Qualcuno può confermare? Io ho come l'impressione che non sia la legge a dargli ragione, quanto piuttosto una sua interpretazione della legge (immagino quella sulla corrispondenza).
Grazie
sfruttando la legge sul recupero delle taverne, un inquilino ha trasformato le sue taverne in appartamenti indipendenti (separandoli dalle sue abitazioni al piano superiore) e ora li ha affittati.
Ha fatto questi interventi senza chiedere alcun permesso, semplicemente una volta terminati i lavori ha mandato all'amministrazione il nuovo ricalcolo dei millesimi condominiali.
Ora ha affittato questi due nuovi appartamenti ma c'è il problema che (ovviamente) non ci sono cassette della posta disponibili per questi appartamenti.
Lui afferma che il condominio deve mettere delle nuove caselle postali per questi nuovi appartamenti, e che la spesa spetta al condominio in quanto le caselle postali sono di proprietà del condominio.
Noi non gli abbiamo mai contestato alcun lavoro fatto e non siamo contrari neanche all'installazione delle nuove caselle, ma riteniamo che debba pagarsele lui.
Che lui abbia almeno moralmente torto è una cosa condivisa da tutti, ma lui dice che la legge gli da ragione.
Qualcuno può confermare? Io ho come l'impressione che non sia la legge a dargli ragione, quanto piuttosto una sua interpretazione della legge (immagino quella sulla corrispondenza).
Grazie