Violetta80

Membro Ordinario
Conduttore
Salve,
sto valutando l'acquisto di una bifamiliare. Nell'atto di acquisto del venditore, risulta una vendita da padre a figlio di un terreno con fabbricato da demolire. La cosa curiosa è la presenza di due testimoni e il riferimento ad un pagamento precedente l'atto. Ci sono gli estremi per presumere che sia una vendita simulata?
Quali sono i rischi che corro, considerato che il padre è deceduto un paio di anni fa? Gli eredi potrebbero richiedermi la restituzione del terreno/casa?
 

vittorievic

Membro Senior
Proprietario Casa
La cosa curiosa è la presenza di due testimoni e il riferimento ad un pagamento precedente l'atto. Ci sono gli estremi per presumere che sia una vendita simulata?
questa vendita è stata curata da un notaio o è un pezzo di carta?
Gli eredi potrebbero richiedermi la restituzione del terreno/casa?
chi sono gli eredi? uno dei figli senz'altro e gli altri?
 

Violetta80

Membro Ordinario
Conduttore
Atto di vendita con notaio e i famosi due testimoni. Al momento non so se ci siano figli, ma esiste la moglie del de cuis, che fino ad ora ha dormito lì con figlio, nuora e nipoti. Io non vorrei mai che un domani impugni proprio lei, per riprendersi la casa e rigirarla al figlio. (A pensar male si fa peccato, ma...)
 

vittorievic

Membro Senior
Proprietario Casa
mi sembra che come minimo tu debba pretendere che la casa sia venduta sgombra da persone e cose. Nel caso di successione legittima, cioè senza disposizioni testamentarie, la moglie del de cuius è un erede legittimario alla quale spetta 1/2 delle proprietà del coniuge morto se concorre all'eredità insieme ad un figlio, oppure 1/3 delle proprietà del coniuge morto se concorre all'eredità con due o più figli. Al coniuge superstite è assicurato il diritto di abitazione della casa coniugale e l'uso del mobilio in essa contenuto. Quindi cosa c'è scritto sull'atto di vendita? Che il venditore era proprietario del 100% dell'immobile? I soldi pagati dal figlio acquirente dove sono finiti? Il coniuge superstite può impugnare le vendite e/o le donazioni che il coniuge ha fatto quando questi era in vita se ledono la quota legittima del coniuge superstite calcolata sulla ricostruzione del patrimonio del de cuius.
 

Violetta80

Membro Ordinario
Conduttore
La casa era del de cuius perché ricevuta in eredità. Nell'atto si parla di un pagamento già fatto in passato. E' di 12 anni fa, quindi non so se riesca a risalire ai pagamenti. Potrebbe esserci stato un pagamento poi restituito. In teoria, il terzo acquirente in buona fede dovrebbe essere tutelato. Il mio dilemma è che avendo tutti questi dubbi dati dalle circostanze in cui è avvenuta la vecchia compravendita, non possa essere considerata in buona fede un domani, in caso di contestazione della simulazione e collazione.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
la moglie del de cuius è un erede legittimario alla quale spetta 1/2 delle proprietà del coniuge morto se concorre all'eredità insieme ad un figlio
No. La quota riservata al coniuge è di 1/3. E così all'unico figlio.
oppure 1/3 delle proprietà del coniuge morto se concorre all'eredità con due o più figli.
No. La quota riservata al coniuge è di 1/4. E così a ciascuno dei due figli.
 

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