ealpignano

Nuovo Iscritto
Corte costituzionale:

L’applicazione dell’art. 17 della legge n. 765 del 1967 e della disposizione del D.M. n. 1444 del 1968, secondo cui le costruzioni debbono osservare una distanza minima di dieci metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, sono subordinate all’inesistenza di strumenti urbanistici anteriori contenenti norme sulle distanze; tuttavia gli strumenti urbanistici (e le relative revisioni) approvati successivamente all’entrata in vigore del citato decreto non possono contrastare con le direttive del decreto stesso .

Quindi il portico, che è stato fatto dopo il1968 ed è a meno di 10 mt dovrebbe esssere abusivo, anche se approvato dal comune.
Ma non è questo il punto.
Il punto è se, ammesso che il comune non glielo faccia demolire, per chiuderlo hanno bisogno del nostro permesso.
Grazie.
Emanuele.
 

RCasarelli

Nuovo Iscritto
Chiudendo è come se avesse edificato.

Se l'ha fatta passare come un'ampliamento, sanando in un certo senso l'abuso del portico, comunque doveva avere l'autorizzazione del vicino.
 

condobip

Membro Storico
Proprietario Casa
Non sarei tanto d'accordo sull'avvisare o chiedere il permesso al vicino, perchè se una costruzione viene fatta abusivamente, chi l'effettua di solito non lo fa, anzi cerca di eludere la Legge o normative vigenti.
Quello che dovrebbe invece fare ealpignano secondo il mio parere è, controllare se questa costruzione è effettivamente abusiva oppure non ha rispettato le distanze legali, magari chiedendo un parere ad un tecnico abilitato, e appurato l'eventuale vizio, agire di conseguenza.
 

RCasarelli

Nuovo Iscritto
Dalla mia esperienza per sapere se il vicino è abusivo o meno ci si rivolge all'ufficio tecnico chiedendo l'accesso agli atti ed entro mi pare10 gg dalla richiesta (previo avviso da parte della pubblica amministrazione) è possibile visionare l'eventuale istanza.

Se ovviamente non c'è nulla.......
 

condobip

Membro Storico
Proprietario Casa
Chi esegue dei lavori nella propria "proprietà", salvo non disposto da un Regolamento oppure da un contratto, non deve chiedere nulla al vicino, quest'ultimo potrebbe potrebbe appurare se tutto è stato eseguito a norma, come dici oppure con l'assistenza di un tecnico.
Infatti avevo precedentemente scritto che il Comune, visionato il progetto, normalmente concede il permesso "salvo diritto di terzi"
Insomma, sta al vicino constatare l'anormalità (sempre ci sia) e poi volendo fare in modo che sia messa a norma.
 

RCasarelli

Nuovo Iscritto
se l'edificazione è ad una distanza dal confine inferiore a quella disposta dalla normativa, almeno qui da me, è subodrinata al consenso del vicino.

Chi esegue dei lavori nella propria "proprietà", salvo non disposto da un Regolamento oppure da un contratto, non deve chiedere nulla al vicino, quest'ultimo potrebbe potrebbe appurare se tutto è stato eseguito a norma, come dici oppure con l'assistenza di un tecnico.
Infatti avevo precedentemente scritto che il Comune normalmente concede il permesso "salvo diritto di terzi"
Insomma, sta al vicino constatare l'anormalità e poi volendo fare in modo che sia messa a norma.
 

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