Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Per quanto riguarda il riaggancio alla delibera di origine, mi ha detto che al momento opportuno mi detterà cosa far inserire nelle nuove delibere, relativamente agli stessi lavori deliberati in origine.
sono molto curioso di sapere cosa farà scrivere per far rivivere una delibera morta.
Tra l'altro il venditore si era impegnato a pagare la quota definita a suo carico e non certo quote, che dopo l'annullamento dei lavori, risultassero maggiori. Altrimenti usando lo stesso ragionamento impiegato negli interventi precedenti avrebbe potuto chiedere più soldi per vendere.
 

alberto bianchi

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Proprietario Casa
La vera questione è quella di verificare: Quanto vale (e quanto valeva al momento del rogito) la casa senza ristrutturazione ? Vale il prezzo pagato al rogito ? Dalla descrizione pare che la risposta sia negativa. E allora perché il venditore che ha venduto ad un prezzo maggiorato (inclusivo dei futuri lavori di ristrutturazione) deve godere di un indebito vantaggio (indebito arricchimento) riprendendosi i fondi stanziati per la ristrutturazione mai avvenuta ?
Ho l'impressione che legalmente non si arriverà ad alcuna giustizia che rispecchi lo stato dei fatti.
Concludo dicendo che io personalmente non avrei mai acquistato un immobile con tali clausole.
Il prezzo da pagare al momento del rogito deve rappresentare esattamente ciò che vale l'immobile nello stato in cui si trova. Fare scommesse sul futuro non è il mio sport preferito.
Finirà in un "duello rusticano".
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Il prezzo da pagare al momento del rogito deve rappresentare esattamente ciò che vale l'immobile nello stato in cui si trova.
giusto, se intendi nello stato in cui è stato visto e piaciuto.
Quanto vale (e quanto valeva al momento del rogito) la casa senza ristrutturazione ? Vale il prezzo pagato al rogito ? Dalla descrizione pare che la risposta sia negativa. E allora perché il venditore che ha venduto ad un prezzo maggiorato (inclusivo dei futuri lavori di ristrutturazione) deve godere di un indebito vantaggio (indebito arricchimento) riprendendosi i fondi stanziati per la ristrutturazione mai avvenuta ?
tutto questo contraddice quello che hai scritto.
Il venditore non si è tirato indietro, che ha fatto retromarcia, lui ha persino pagato in anticipo la parte che era stata definita a suo carico, è il condominio che successivamente ha cambiato idea. Sulle decisioni della assemblea lui non ha alcuna responsabilità. Il venditore non è l'unico proprietario che non ha pagato per cui i lavori non sono partiti per colpa sua.
Finirà in un "duello rusticano".
ma se anche l'avvocato dell'acquirente ha detto che i soldi vanno restituiti al venditore.
 

basty

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La questione è evidentemente di lana caprina: in buona fede o no, leggiamo qui pareri legali completamente opposti a quelli dati alle due parti. E' evidente che in caso di lite gli esiti siano imprevedibili.

Qua e la però leggo osservazioni non appropriate. Esempio:
lui ha persino pagato in anticipo la parte che era stata definita a suo carico
quel persino che c'azzecca? Con il modificato c.c. le spese straordinarie dovrebbero essere sempre versate in anticipo a fronte del preventivo. Semmai sono i morosi a non aver ottemperato all'obbligo e costretto il condominio a rimandare i lavori (e la spesa).

Forse mi ero già espresso in precedenza, ma a me pare si debba far differenza tra un fondo di riserva non finalizzato ed un fondo con destinazione già deliberata.

Nel primo caso, mi sembra giusto (almeno eticamente) restituire al versante originario i soldi accantonati, se si decide di sciogliere il fondo. (salvo pattuizioni diverse: vero anche che in questo caso sarebbe logico trattare la cosa in sede di compravendita)

Nel secondo caso, i lavori già ritenuti necessari diventeranno nel tempo sempre più necessari: e direi che era implicito che il contratto di compravendita ne avesse tenuto conto in favore dell'acquirente.

Meglio certamente sarebbe stato se in sede di rogito si fosse da subito stabilito la restituzione del fondo al venditore, a fronte di una corrispondente riduzione del prezzo versato: l'equazione non cambiava e non si cadeva in questa incertezza.
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
quel persino che c'azzecca?
c'azzecca e come!!!! quando si approvano lavori di una certa rilevanza economica è prassi accantonare a rate la somma a carico di ciascun proprietario. Infatti il venditore per chiudere la sua pendenza e pagare d'un botto 20.000 € è ricorso ad un finanziamento/mutuo; se avesse pagato in tranche avrebbe potuto evitare di imbarcarsi in ulteriori oneri finanziari (che nessuno, tranne me, ha considerato).
Io sono curioso di sapere quanti dei condòmini di quel condominio hanno pagato interamente la quota a loro carico. Posso anticipare la risposta? Secondo me la stragrande maggioranza aveva pagato meno della metà del loro dovuto, alcuni non avevano pagato nulla e uno (il venditore) o forse 2 condòmini avevano pagato tutta la quota a loro carico. Questo spiega la successiva delibera di annullare i lavori precedentemente deliberati.
Io non so se abiti in condominio o in una villetta isolata, ma mi piacerebbe sapere se a fronte di quote di partecipazione oscillanti tra i 15.000 ed i 25.000 euro nel tuo condominio l'amministratore si ritrova dopo una quindicina di giorni già tutti i soldi versati oppure se l'assemblea decide per un finanziamento bancario per cui i condomini si ritrovano a pagare diluito in 3/5 anni l'importo dovuto per i lavori.
Nel primo caso, mi sembra giusto (almeno eticamente) restituire al versante originario i soldi accantonati, se si decide di sciogliere il fondo.
caso mai è il contrario. Se il venditore non chiede, separatamente dal prezzo di vendita pattuito, la restituzione del fondo di riserva non finalizzato questo passa all'acquirente.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Se il venditore non chiede, separatamente dal prezzo di vendita pattuito, la restituzione del fondo di riserva non finalizzato questo passa all'acquirente.
Forse ti era sfuggita la annotazione:
mi sembra giusto (almeno eticamente) restituire al versante originario i soldi accantonati,
... aggiunta proprio perchè mi avevate già detto che legalmente
la restituzione del fondo di riserva non finalizzato questo passa all'acquirente.

Ma se questo è il principio, non regge nemmeno la tua ipotesi relativa a questo caso: se i fondi accantonati senza un fine prestabilito passano all'acquirente , a maggior ragione quelli finalizzati, ancor più se addirittura citati in atto.

Tornando al primo caso intendevo dire che in caso io acquirente fossi stato all'oscuro dell'esistenza di un fondo accantonato, ed il venditore non si fosse ricordato di farlo presente ed evidenziare in fase di rogito, mi sentirei eticamente tenuto a rifonderlo dell'ammontare esistente.
 

magia2002

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Per me l'amministratore comunque ha lavorato male . Se ci troviamo in un condominio dove gli appartamenti hanno una valutazione di 110-130.000 eur non puoi deliberare ed eseguire i lavori tutti insieme ( a meno che non ci fosse il 100% di accordo tra i condomini e tutti pronti a versare 20.000 eur ciascuno nel fondo ) .I lavori andavano cadenzati negli anni . Per primo si effettuano lavori di prima messa in sicurezza . Dopodiche' si propongono i lavori della facciata fronte strada e si delibera e si raccolgono fondi. Finiti i lavori della facciata principale dopo 2-3-4 anni si effettuano i lavori della facciata esposta a nord per altri 5000 eur a condomino ecc.ecc. Probabilmente complessivamente avra' pure un costo superiore ma almeno in questa maniera qualche lavoro si riesce a realizzare .
 
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alberto bianchi

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Luigi , il tuo ragionamento dal punto di vista della normativa condominiale non fa una grinza. Del venditore come destinatario legittimo (io direi più volgarmente dalla norma scritta che, come tutti sappiamo, non è un Dogma Divino, ma la pura espressione di uomini anche fallaci per non dire interessati) del rimborso del fondo e della procedura da seguire da parte dell'Amministratore condominiale, non si mette in dubbio.
Tutto giusto quello che scrivi e che possono dire gli avvocati da una parte e dall'altra, MA se il venditore non ha potuto mantenere l'impegno, anche per cause non dipendenti dalla sua volontà, perché l'acquirente deve rimetterci il corrispettivo del "surplus di prezzo" pagato per una prestazione non avvenuta e che, a parità di altre condizioni, non avverrà mai ? Da quanto dice l'acquirente, il vecchio condomino , alias il venditore, non ha alcuna intenzione di rifondergli alcunché. Non sarebbe più equo dividere l'importo del fondo in due parti da dividere tra i due contendenti, come ipotizzato in vari interventi e chiudere per sempre una diatriba che può durare decenni facendo venire la cirrosi epatica ad entrambi ed un fegato da 5 chili ? Per me in questo caso conta più l'aspetto morale di quello legale.
 
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Damario

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Proprietario Casa
Avevo precisato che il venditore afferma con una mail, che a lui SPETTA pagare per l'esecuzione dei lavori fino a concorrenza del fondo decurtato delle sue detrazioni. Dunque riconosce l'onere ma solo per metà. E non vuole accettare la proposta "morale" ma solo quella legale.
 

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