Buon giorno,
un parere se possibile per cortesia, in merito alla seguente situazione:
Io e la mia ex siamo comproprietari ciascuno al 50% di un immobile (ex casa coniugale) acquistato nel 1998 da altri (l'immobile era già accatastato).
Abbiamo di “comune accordo” dato incarico alla vendita dell'immobile ad una agenzia immobiliare.
Le risultanze catastali sono però difformi dallo stato di fatto per cui è sarebbe necessario provvedere per regolarizzare la situazione.
Le difformità risalgono sia nell'atto di acquisto sia dalle risultanze catastali dove viene indicato un C/6 che non esiste (dentro casa) in realtà è una sala (ingresso/soggiorno).
Non sono mai eseguiti lavori o altre opere dopo l'acquisto ma la natura del vano (un c/6 al posto della sala) indicato nell'atto di acquisto è presente anche nella visura catastale (ovvero come è stato accatastato dal procedente proprietario).
Ho dato incarico al mio geom. di fiducia affinché stimi fattibilità e costi per sanare la situazione.
Evidenzio che dato che i rapporti con la ex sono pessimi, pertanto chiedo se è la mia ex è “obbligata” a sostenere la sua quota di costi eventuali sanzioni, ovvero se può rifiutarsi di regolarizzare.
Ovvio che se intende vendere è ovviamente tenuta a sistemare, ma se adesso decide che non vuole più vendere (e di conseguenza non provvedere a regolarizzare e pagare quanto di sua competenza) , cosa succede? E' possibile qualche azione/norma che prevede l'obbligo di entrambi per regolarizzare la posizione è quindi ottenere la conformità catastale indipendentemente dalla vendita.
Vi ringrazio per l'eventuale aiuto.
un parere se possibile per cortesia, in merito alla seguente situazione:
Io e la mia ex siamo comproprietari ciascuno al 50% di un immobile (ex casa coniugale) acquistato nel 1998 da altri (l'immobile era già accatastato).
Abbiamo di “comune accordo” dato incarico alla vendita dell'immobile ad una agenzia immobiliare.
Le risultanze catastali sono però difformi dallo stato di fatto per cui è sarebbe necessario provvedere per regolarizzare la situazione.
Le difformità risalgono sia nell'atto di acquisto sia dalle risultanze catastali dove viene indicato un C/6 che non esiste (dentro casa) in realtà è una sala (ingresso/soggiorno).
Non sono mai eseguiti lavori o altre opere dopo l'acquisto ma la natura del vano (un c/6 al posto della sala) indicato nell'atto di acquisto è presente anche nella visura catastale (ovvero come è stato accatastato dal procedente proprietario).
Ho dato incarico al mio geom. di fiducia affinché stimi fattibilità e costi per sanare la situazione.
Evidenzio che dato che i rapporti con la ex sono pessimi, pertanto chiedo se è la mia ex è “obbligata” a sostenere la sua quota di costi eventuali sanzioni, ovvero se può rifiutarsi di regolarizzare.
Ovvio che se intende vendere è ovviamente tenuta a sistemare, ma se adesso decide che non vuole più vendere (e di conseguenza non provvedere a regolarizzare e pagare quanto di sua competenza) , cosa succede? E' possibile qualche azione/norma che prevede l'obbligo di entrambi per regolarizzare la posizione è quindi ottenere la conformità catastale indipendentemente dalla vendita.
Vi ringrazio per l'eventuale aiuto.