Non illuderti,
@helix46, che l’inquilino lasci l’immobile spontaneamente a luglio 2026 solo perché mandi la disdetta alla prima scadenza: con ogni probabilità dovrai comunque agire per vie giudiziarie.
Qui non si parla più di ritardi occasionali, ma di morosità cronica. Se non mantieni tu il controllo continuerai a subire ritardi e ad accumulare mal di stomaco ed emicranie. Saresti disposto ad accettare che il tuo datore di lavoro ti paghi metà stipendio o con mesi di ritardo? Ovviamente no.
Più aspetti, più il debito cresce e più peggiora la tua situazione. La strada è una sola: agire subito. Una diffida per morosità con intimazione di pagamento entro 10 giorni andava già inviata. Ogni ritardo gioca esclusivamente a favore dell’inquilino.
Se non paga tutto, il tuo legale gli notificherà senza indugi un atto di intimazione di sfratto per morosità. All’udienza l’inquilino ha solo due possibilità: pagare tutto o perdere la casa in affitto.
Può chiedere il termine di grazia (fino a 90 giorni), ma non è un regalo di Natale: il giudice gli quantificherà le spese legali e gli imporrà il pagamento integrale di canoni, oneri condominiali e spese entro la nuova udienza. Se non paga tutto, lo sfratto viene convalidato senza appello.
A quel punto il rilascio dell’immobile è solo una questione di tempo. Se non se ne va, entra in gioco l’ufficiale giudiziario: ultimamente dalle mie parti, nel giro di un anno l’immobile viene sgomberato già al secondo accesso.
In ogni caso, sembra che il Governo abbia intenzione di intervenire sul tema degli sfratti, semplificando la fase più critica, quella dell’esecuzione, con una significativa riduzione dei tempi: termine per adempiere di 10 giorni e, dall’undicesimo, avvio automatico dell’esecuzione senza ulteriori ritardi.