Geronimo10

Membro Ordinario
Conduttore
Mia madre nel 2005 aveva come amministratore di sostegno mia sorella ( che doveva ancora giurare quando è morta)la quale ha locato la casa materna senza necessità perchè la pensione materna bastava per pagare la retta dell'Istituto,e incassava personalmente i soldi dell'affitto senza versarli in un conto a nome della proprietaria.Alla morte della madre ha continuato a incassare l'affitto senza dividerlo con gli eredi ( 4 sorelle e un interdetto di cui era amministratore e tutore)Dopo 3 mesi dalla morte della madre (noi sorelle e no lei )abbiamo aperto e pagato il testamento e la successione (ritenendo il fratello erede,invece a distanza di 6 anni il suo tutore non ha ancora chiesto al giudice di accettare l'eredità e lui a tutti gli effetti non è nulla)e abbiamo scoperto che c'era un diritto di abitazionea favore del fratello.a questo punto il tutore in virtù di tale diritto a continuato a riscuotere i soldi dell'affitto dicendo che la parte in toto andava al fratello.Peccato che in 3 anni e mezzo di affitto non abbia versato un solo centesimo al fratello ,inoltre gli ha fatto pagare(sottraendogli dal conto e senza chiedere l'autorizzazione al Giudice tutelare il permesso ) i soldi per lo sfratto degli inquilini che nel frattempo si sono resi morosi e i soldi della disinfestazione (cifra doppia dello sfratto,per essere concisi molti soldini considerato che mio fratello vive della sola pensione). Abbiamo protestato c/o il giudice tutelare il quale ha dichiarato una semplice mala gestione.Ma Ma se i soldi dell'affitto fossero stati versati come erascritto nel contratto ,noi ,come eredi di nostra madre avremmo avuto la nostra quota per i tre mesi precedenti l'apertura del testamento e mio fratello avrebbe avuto in seguito l'intera quota come beneficiario del diritto di abitazione.Purtroppo nessuno ha avuto nulla e mia sorella ha tenuto e speso tutto per sè.Come possiamo far valere i nostri diritti? e quali sono? sono presenti ,secondo voi
,qualche reato di natura penale?
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
a mio parere ma non sonoun avvocato penalista:
Art 646 del Codice Penale: "Chiunque, per procurare a se' o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a € 1.032. Se il fatto e' commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata.......

nota " a persona offesa " significa che deve attivarsi Lei ( Il Giudice non procede d'ufficio) con una "querela" di parte
 

arianna26

Membro Senior
Proprietario Casa
trattandosi di un interdetto che non può difendersi penso che chiunque a conoscenza dei fatti e supportato da prove possa denunciare i fatti all'autorità giudiziaria che provvederà, a quanto mi risulta, alla nomina di un nuovo tutore. questi potrà poi agire contro il vecchio innome del interdetto per il recupero delle somme indebitamente percepite da un arricchimento che non solo, è senza giusta causa ma è anche a danno di chi non può difendersi. che dire? certi comportamenti, specie da parte di una sorella, fanno davvero, scusate il termine, schifo.
 

Geronimo10

Membro Ordinario
Conduttore
Dopo 5 anni il Giudice Tutelare ha nominato un nuovo Tutore che non ha alcuna intenzione di chiedere indietro le spese e i soldi tolti a mio fratello(ha inoltre affermato che tale obbligo essendole imposto dalla corte trova il tempo che le rimane,poichè prima viene la sua attività di avvocato e poi quella per compiacenza). Due sorelle si sono offerte di inserirlo in seno alle loro famiglie a contatto quindi con i nipoti e con un centro specifico, ma il giudice ha ritenuto più giusto lasciarlo "marcire " all'interno di unIistituto misto con tante persone problematiche..dove i familiare,un po per vari impegni lo vedono si e no 1 volta al mese...questo è meglio dell'inserimento in famiglia....Mi congratulo con chi applica la legge ,visto che essa è chiara e dice che in tutti i modi ,la dove vi è l' opportunità di accettazione,va inserito in famiglia.Qui c'erano due sorelle disposte ad accudirlo,ma per il giudice l'istituto(privo del calore di una famiglia è migliore della famiglia stessa)
 

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