Franci63

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non ti è mai capitato di stendere ad asciugare i panni in primavera o in autunno e costatare che anche dopo un paio di giorni rimangono umidicci?
Adesso al lago stendo comunque fuori (estate e inverno) ; a Milano non mi capita, onestamente, ma arieggio bene anche qui.
Ma ti garantisco che sei mesi di non arieggio hanno ridotto la casa uno schifo.
Non so nemmeno come hanno fatto a viverci, alla fine. E non si sono nemmeno scusati, anche se avevo raccomandato di aprire le finestre ogni giorno...bah !
Ma io e mio marito siamo tipi strani, evidentemente....siamo abituati a fare regolare manutenzione alle nostre casee cose , e a trattarle bene...
Ovviamente non sono un tecnico, e parlo solo della mia esperienza personale, che avrei volentieri evitato 😉
 

Luigi Criscuolo

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mi ricordo che in altro post qualcuno che sosteneva l'arieggiamento come sistema per evitare la formazione di condensa che raccontava che nella sua casetta sul lago di Bracciano arieggiava la casa dalle 7 di mattina fino all'ora di andare a letto (11:00/11:30), E raccontava che aveva affittato la casa e l'inquilino si era lamentato del fatto che si era formata la muffa.
Ora, che gli appartamenti, per un fatto igienico, debbano essere arieggiati, in funzione della temperatura esterna, è una cosa, ma che si debba sostenere che tenere le finestre aperte per 16 ore al giorno sia un comportamento normale per combattere l'umidità mi sembra alquanto iperbolico.
Nelle case con muri perimetrali a doppia parete e cassa vuota mentre la funzione del muro esterno (rivestimento) è quello di proteggere dalle intemperie (pioggia e vento), la funzione della tamponatura interna è quella di climatizzare: cioè mantenere la casa calda d'inverno e fresca d'estate. La muffa si forma sulla faccia interna del muro di tamponatura, a te lascio le conclusioni.
 

Dimaraz

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A Roma, località da dove scrive il postante, l'aria risente della vicinanza del mare è sempre umida

Vuoi scherzare vero?...In quanto ad umidità nella nostra area siamo secondi a nessuno...specie nella provincia Nord (zona di sorgive tanto per capire l'ambiente).

Come dice @Franci63 molto è funzione delle abitudini di chi abita.

Anni fa un cliente mi ha mandato in un cantiere che avevamo appaltato una decina di anni prima (1996) per verificare le lamentele del proprietario.
Era una ristrutturazione di un edificio a Padova zona Stazione...da un immobile preesistente avevano ottenuto 5 unità a schiera...di cui solo il primo lamentava problemi di condensa e muffa.
MI sono "vergognato" di vedere persone vivere in un simile "degrado"...il pavimento in "cotto" era più nero che rosso.
Aveva anche iniziato i lavori affidando ad una ditta un intervento di "isolamento"...tutti i muri forati per fare iniezioni!!!
Ti dico solo che quando sono arrivato (ore 18,30 di Novembre) la moglie di tal soggetto aveva:
A) 2 enormi pentole sul piano cottura con cui faceva bollire le verdure ...con la cappa spenta (sarebbe cambiato nulla tanto era di tipo "depurante" quindi nessun uscita all'esterno).
B) c'era una batteria di 2 stendini colmi di biancheria grondante nel soggiorno
C) la signora stava stirando ...a vapore.

Il tasso di umidità interno superava quello esterno. Serramenti con guarnizioni ...aprire mai perchè il riscaldamento costa.

Le altre 4 unità non avevano problemi.
 

Luigi Criscuolo

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Vuoi scherzare vero?...
Non scherzo affatto: in questo momento dallo studiolo da dove ti scrivo ho il 53% di umidità ed ho 21,7 gradi di temperatura da riscaldamento condominiale; come vedi non è proprio un clima secco. L'appartamento fa parte di un edificio costruito agli inizi degli anni sessanta, abito al primo piano e sotto di me, per circa 1/3 della pianta dell' appartamento, c'è l'androne del palazzo. I muri perimetrali sono a doppia parete con cassa vuota, la cappa della cucina è a "riclico" per modo di dire, ma non ho mai avuto in 25 anni alcun episodio di muffa. Le verdure cotte le cucino a vapore con la pentola a pressione, d'estate con la temperatura che c'è la porta finestra che da sul balcone è sempre aperta, nelle mezze stagioni viene aperta alla mattina ed alla sera quando alzo ed abbasso la tapparella e per 5/10 minuti dopo che ho finito di cucinare per far uscire l'odore di quanto cucinato. Con l'eccezione della stagione estiva le altre 4 finestre vengono aperte in occasione della movimentazione delle tapparelle per la rimozione o per l'inserimento dei ferri anti intrusione.
 

basty

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La fisica per cui si forma la condensa, e la conseguente muffa non sono in discussione. Ma ormai è un classico. Di solito i problemi di muffa si presentano solo negli appartamenti affittati.... , ed in particolare dove gli inquilini si assentano per molte ore del giorno, durante le quali abbassano o spengono il riscaldamento .....
 

Dimaraz

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studiolo da dove ti scrivo ho il 53% di umidità
Perché la chiami umidità il 53%???
Oggi piove e fuori siamo al 98%.
Ieri non pioveva ma era comunque caldo umido... talmente umido che nei capannoni non riscaldati i pavimenti parevano appena lavati.

I muri perimetrali sono a doppia parete con cassa vuota

Costruzione di "lusso"...quelli che citi sono i classici muri da 25cm. in forato rosso + intonaco. Nessuna pittura speciale "graffiato" esterno e semilavabile interno.
 

Luigi Criscuolo

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Oggi piove e fuori siamo al 98%.
Ogni metro cubo d'aria, ad ogni temperatura del medesimo, può contenere solo un "tot" di grammi di vapore d'acqua . Più l'aria è fredda meno vapore può contenere prima raggiungere il suo "punto di saturazione" oltre il quale l'eccesso viene espulso sotto forma di goccioline. Quando ciò avviene all'aria aperta è la "rugiada" oppure "brina" (chi stende i panni all'aperto in inverno si trova i panni rigidi come il "baccalà" per la formazione di cristalli di ghiaccio nella trama del tessuto). Quando, il fenomeno si verifica all'interno di un locale si chiama "condensa". Quest'ultima si forma dove l'aria interna viene raffreddata dal venire a contatto con superfici fredde all'interno dell'edificio (per esempio in corrispondenza dei cosiddetti "ponti termici" o di intere pareti insufficientemente isolate rispetto all'esterno): questo raffreddamento può avvenire fra strati isolanti permeabili al vapore di pareti esterne a "cappotto" progettate od eseguite male
Con il 98% di umidità all'aria aperta o incomincia a palesarsi la nebbia o, dipende dalla temperatura, la foschia, ma il risultato è lo stesso: difficoltà di evaporazione.
Infatti quando l'umidità dell'aria è elevata (del tipo 75% in su) il fenomeno della evaporazione è molto lento: i panni stesi fanno fatica ad asciugarsi anche con temperature di 28 gradi e allo stesso modo, all'interno dei locali, gli intonaci dei muri non cedono l'umidità accumulata anzi la assorbono e raggiungendo la saturazione provocano la muffa. Quindi se apri le finestre di un ambiente non fai che far entrare aria carica di umidità che aumenta il problema della muffa.
 

Luigi Criscuolo

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Per via sperimentale, senza considerare il vento, Scharlau ha messo in relazione la temperatura limite dell’aria (rispetto all’umidità atmosferica) oltre la quale l’organismo di un uomo medio e in salute accusa disagio.
L'autore, tuttavia, ha realizzato due diverse tabelle, specifiche per le principali stagioni, ovvero una che riguarda il disagio climatico invernale e l’altra quello estivo.
Combinando umidità relativa e temperatura Scharlau ha determinato il disagio fisiologico come segue:
Umidità 2.JPG
Umidità 3.JPG

Tc è la temperatura critica al di fuori della quale si supera la soglia del benessere e si entra nella zona del disagio.
 

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