va formalmente riconfermata ogni anno
Nell'assemblea in cui venne nominata la mia amica quel condominio stabilì che la referente restava in carica fino a sue eventuali dimissioni da comunicare con un certo preavviso, o fino a quando la maggioranza dei condòmini avesse deciso di nominarne un altro/a.
In pratica è difficile trovare candidati (non professionisti) che sappiano/vogliano amministrare.

Che responsabilità ha?
Di gestire correttamente: non dimenticarsi le scadenze dei pagamenti e delle convocazioni assemblee, non utilizzare il c/c condominiale per scopi estranei alla gestione.
Per tenere i contatti con i Fornitori e occuparsi dei lavori su parti comuni, in quel condominio sono stati nominati 2 consiglieri che abitano lì (la referente adesso risiede altrove).

Sai quanto prendono per la tenuta?
Non lo so. Chiedete dei preventivi ai commercialisti.
il fai da te?
Se si è poco esperti in pratiche fiscali si rischia di sbagliare.

quanto hanno speso?

Ma si può evitare di calcolare le tabelle millesimali precise
Hanno speso molto, non so esattamente quanto, perché il geometra, oltre a preparare il RdC e la tabella millesimale, ha svolto alcune pratiche edilizie e catastali per regolarizzare tutti gli appartamenti.
Io non ho mai visto RdC senza le tabelle dei m/m. Mi sembra strano evitarle se c'è l'intenzione di regolarizzare tutto prima che subentrino persone estranee alla famiglia (acquirenti o eredi).

per un periodo, sono andate avanti senza regolamento, assemblee, bilancio formale, eccetera.
Esatto.
Sono due sorelle che ereditarono la palazzina dal padre. Inizialmente utilizzavano un c/c cointestato con firma disgiunta per pagare le spese. Poi, pensando che in futuro avrebbero venduto qualche appartamento, hanno giustamente formalizzato il condominio.

in una situazione all’interno di rapporti stretti
I rapporti tra parenti e amici si possono guastare per mille ragioni.
Secondo me è opportuno organizzarsi quando c'è l'accordo tra poche persone. Perché quando ne subentreranno altre, a seguito vendite o successioni, potrebbe essere molto più difficile.
 
Commento anch'io le tue domande.
Già c’è un cc cointestato ai tre proprietari (con possibilità dispositiva autonoma per ciascuno, sulla fiducia “familiare”) utilizzato finora per spese comuni legate all’immobile e anche altro.
Può essere sufficiente, ma non del tutto corretto, per varie ragioni:
- intanto se il conto è cointestato formalmente la giacenza ricade npro quota nel patrimonio dei singoli cointestatari. (potrebbero crearsi situazioni non volute)
- meglio sarebbe un conto intestato al condominio, con delega di firma , congiunta o separata, a chi decidete.
Sai quanto prendono per la tenuta? Altrimenti il fai da te?
Dipende anche dal numero di movimenti ed è molto soggettiva: ad es per un piccolo condominio di 6 u.i. in montagna dove oltre alle bollette di luce e acqua ci sono stati un paio di scontrini e due o tre fatture, inclusa quella dell'amministratore, compariva lo scorso anno una spesa di € 700 (certamente caro....) per gli adempimenti fiscali. Si può fare: il problema è tenersi aggiornati, conoscere le scadenze, e sapersi destreggiare coi SW della Agenzia delle Entrate tipo i Redditi e relativa piattaforma (java, Spid, ecc)
si può evitare di calcolare le tabelle millesimali precise se c’è l’accordo di tutti
Qui di direi spassionatamente di si: non esiste alcuna NORMA ufficiale che stabilisca come debbano essere redatte: poi esistono testi che infiocchettano il tema, facendo in genere riferimento ad una circolare ministeriale che era stata emessa per stabilire criteri di riparto del costo delle costruzioni fra gli assegnatari di fabbricati costruiti da cooperative fruenti di contributo statale; (Circ. ministero Lavori pubblici n. 12480 del 26/03/1966).
Geometri o architetti si sbizzarriscono in pratica ad applicare alle superfici/volumi nominali, vari coefficienti, tipo piano, orientamento, di prospetto, destinazione di ogni singolo locale, luminosità, ecc attribuendo valori sostanzialmente soggettivi.
Col risultato di ottenere delle diversità dello zero virgola e fonte di malumori. (pensa ad es. ad alloggi pieni di sgabuzzini , o grandi superfici perse in corridoi ed ingressi, che risulterebbero con meno millesimi di chi ha invece ottimizzato lo sfruttamento della medesima superficie disponibile: e poi se fai dei cambiamenti interni, chi modificherebbe i millesimi?).

E' più che sufficiente rapportare i millesimi, alle superfici o volumi delle unità residenziali: ed applicare un coeff. alle superfici di box, terrazze e cantine.
Ma se le spese vengono sostenute dai proprietari in parti ugualii, disponendo già di un conto comune, questo potrebbe semplificare e evitare di passare tramite il condominio come soggetto pagatore?
Qui ne abbiamo discusso in una passata discussione: ma non ho avuto controargomentazioni.

Qui farei una differenziazione tra "comproprietà" e "condominio":
nel primo caso qualunque spesa è sostanzialmente sostenuta dalla comproprietà, unico soggetto titolare.
Nel secondo caso se trattasi di lavori sulle parti comuni del condominio, la burocrazia prevede che l'amministratore o referente comunichi ad Agenzia delle Entrate l'ammontare della spesa che si intende portare in detrazione e la relativa ripartizione tra i contribuenti. Tale comunicazione viene fatta a nome del CF del condominio, o a nome del CF del referente che opera in sostituzione dell'amministratore. Nella denuncia dei redditi si indica "Condominio" e si cita il CF di chi ha gestito la pratica.
Il ripartire la fattura di spesa sui singoli proprietari o comproprietari può apparire come una spesa per lavori sulla proprietà esclusiva (non tutti detraibili) e non so se mancando la preliminare comunicazione ad Agenzia delle Entrate, vengano poi accettati in detrazione le singole quote, in caso di controllo (magari remoto, ma tant'è)
 
Commento anch'io le tue domande.

Ottimo!

Può essere sufficiente, ma non del tutto corretto, per varie ragioni:
- intanto se il conto è cointestato formalmente la giacenza ricade npro quota nel patrimonio dei singoli cointestatari. (potrebbero crearsi situazioni non volute)

Dici per l'ISEE?

- meglio sarebbe un conto intestato al condominio, con delega di firma , congiunta o separata, a chi decidete.

Però altri 100 euro solo di bollo.

Dipende anche dal numero di movimenti ed è molto soggettiva: ad es per un piccolo condominio di 6 u.i. in montagna dove oltre alle bollette di luce e acqua ci sono stati un paio di scontrini e due o tre fatture, inclusa quella dell'amministratore, compariva lo scorso anno una spesa di € 700 (certamente caro....) per gli adempimenti fiscali. Si può fare: il problema è tenersi aggiornati, conoscere le scadenze, e sapersi destreggiare coi SW della Agenzia delle Entrate tipo i Redditi e relativa piattaforma (java, Spid, ecc)

L'ideale sarebbe se esistesse qualche caf o associazione o servizio online che sbiga le pratiche a prezzi contenuti.

Qui di direi spassionatamente di si: non esiste alcuna NORMA ufficiale che stabilisca come debbano essere redatte: poi esistono testi che infiocchettano il tema, facendo in genere riferimento ad una circolare ministeriale che era stata emessa per stabilire criteri di riparto del costo delle costruzioni fra gli assegnatari di fabbricati costruiti da cooperative fruenti di contributo statale; (Circ. ministero Lavori pubblici n. 12480 del 26/03/1966).
Geometri o architetti si sbizzarriscono in pratica ad applicare alle superfici/volumi nominali, vari coefficienti, tipo piano, orientamento, di prospetto, destinazione di ogni singolo locale, luminosità, ecc attribuendo valori sostanzialmente soggettivi.
Col risultato di ottenere delle diversità dello zero virgola e fonte di malumori. (pensa ad es. ad alloggi pieni di sgabuzzini , o grandi superfici perse in corridoi ed ingressi, che risulterebbero con meno millesimi di chi ha invece ottimizzato lo sfruttamento della medesima superficie disponibile: e poi se fai dei cambiamenti interni, chi modificherebbe i millesimi?).

Infatti, a maggior ragione se i criteri di calcolo sono opinabili, l'idea sarebbe di evitare malumori da una parte di chi dovrebbe pagare un po' di per qualche millesimo in più, dall'altra di chi potrebbe temere di avere meno voce in capitolo per qualche millesimo in meno, quando in effetti le tre proprietà sono grosso modo equivalenti.


E' più che sufficiente rapportare i millesimi, alle superfici o volumi delle unità residenziali: ed applicare un coeff. alle superfici di box, terrazze e cantine.

Superficie o volume? Quale dei vari metodi/coefficienti sulle superfici accessorie tipo terrazzo? E ignorereresti le differenze di piano / esposizione? Mi pare che ogni scelta potrebbe essere contestata.

Qui ne abbiamo discusso in una passata discussione: ma non ho avuto controargomentazioni.

Qui farei una differenziazione tra "comproprietà" e "condominio":
nel primo caso qualunque spesa è sostanzialmente sostenuta dalla comproprietà, unico soggetto titolare.
Anche nel condominio i condòmini sono comproprietari pro quota delle parti comuni.

Nel secondo caso se trattasi di lavori sulle parti comuni del condominio, la burocrazia prevede che l'amministratore o referente comunichi ad Agenzia delle Entrate l'ammontare della spesa che si intende portare in detrazione e la relativa ripartizione tra i contribuenti. Tale comunicazione viene fatta a nome del CF del condominio, o a nome del CF del referente che opera in sostituzione dell'amministratore. Nella denuncia dei redditi si indica "Condominio" e si cita il CF di chi ha gestito la pratica.
Il ripartire la fattura di spesa sui singoli proprietari o comproprietari può apparire come una spesa per lavori sulla proprietà esclusiva (non tutti detraibili) e non so se mancando la preliminare comunicazione ad Agenzia delle Entrate, vengano poi accettati in detrazione le singole quote, in caso di controllo (magari remoto, ma tant'è)
Vedi però Parti condominiali - Portale Agenzia Entrate

IMG_5739.jpeg
 
Io non ho mai visto RdC senza le tabelle dei m/m. Mi sembra strano evitarle se c'è l'intenzione di regolarizzare tutto prima che subentrino persone estranee alla famiglia (acquirenti o eredi).

Non intendevo dire senza tabella ma con una tabella concordata fra i proprietari anziché affodata a tecnici per la massima precisione.

Esatto.
Sono due sorelle che ereditarono la palazzina dal padre. Inizialmente utilizzavano un c/c cointestato con firma disgiunta per pagare le spese. Poi, pensando che in futuro avrebbero venduto qualche appartamento, hanno giustamente formalizzato il condominio.

In effetti con fornitori e ditte non dovrebbe essere un problema il pagamento da conto cointestato. I contratti tipo Enel però esigono un unico intestatario.

I rapporti tra parenti e amici si possono guastare per mille ragioni.
Secondo me è opportuno organizzarsi quando c'è l'accordo tra poche persone. Perché quando ne subentreranno altre, a seguito vendite o successioni, potrebbe essere molto più difficile.
Giusto.

Un'altra questione paracondominiale è l'assicurazione fabbricato, cioè sull'intero edificio invece che/oltre a sui singoli appartamenti.
 
con una tabella concordata fra i proprietari anziché affodata a tecnici per la massima precisione.
Sì, hai ragione.
Però secondo me è opportuno interpellare un tecnico, specialmente se non tutti i condòmini sono esperti in materia. La decisione sui criteri da adottare deve essere presa all'unanimità, altrimenti iniziano gli screzi, e uno o più pareri professionali possono aiutare a chiarire eventuali dubbi.

I contratti tipo Enel però esigono un unico intestatario.
l'assicurazione fabbricato
Infatti è meglio che i contratti delle utenze comuni e l'assicurazione "globale fabbricati" siano volturati al Condominio appena l'Agenzia delle Entrate gli ha attribuito il codice fiscale.
 
Se ti interessa la procedura per usufruire dei bonus fiscali relativi a lavori su parti comuni in caso di condominio minimo senza codice fiscale, ne abbiamo parlato qui:


Io ho espresso la mia opinione nel post #5.
 
Dici per l'ISEE?
Anche: ma non solo. Non sarà il vostro caso, ma suppone uno dei cointestatari abbia debiti ed in cordo un pignoramento, oppure sia un professionista a cui la Agenzia delle Entrate contesta la sua dichiarazione redditi e sospetta che su quel conto transitino emolumenti in nero....; probabilmente non èsarà il vostro caso, ma questi argomenti sarebbero significativi se ad intestarsi personalmente i conti condominiali fosse l'amministratore stesso: niente farebbe evitare che divenissero suo patrimonio personale. Insomma .... potenziali noie.
L'ideale sarebbe se esistesse qualche caf o associazione o servizio online che sbiga le pratiche a prezzi contenuti.
Si , esistono. Ricordo pubblicità ricevute proprio frequentando forum su tematiche condominiali. Ricordo che apparentemente le tariffe sembravano convenienti: ma non so quanta "collaborazione" richiedano al committente.
Superficie o volume?
Sostanzialmente sono equivalenti se non ci sono altezze diverse tra i vari alloggi. Certo se un alloggio è una mansarda tirata per i capelli, ha senso considerare i volumi.
coefficienti sulle superfici accessorie
A scopo esemplificativo ti riporto i coefficienti di destinazione suggeriti da quella circolare:
Camere: 1,00
Cantine e soffitte: 0,45 ÷0,30
Balconi coperti: 0,30
Balconi scoperti: 0,25
giardini ed aree di rispetto: 0,15 ÷0,10

poi ci sono i coefficienti dei vani interni (Che io giudico opinabili, .... chi va a cambiare se rivoluziono la destinazione interna?)

servizi (cucina, bagno, ripostiglio) : 0,90
Corridoi e disimpegni: 0,80

Altro caso classico è il coeff da attribuire ai negozi: fino a 10 anni fa si usava un coeff moltiplicatore, essendo i locali commerciali molto redditizi. Oggi i negozietti di prossimità stanno chiudendo dappertutto, e chi può li converte in box: altro che coefficienti moltiplicativi.....
ignoreresti le differenze di piano / esposizione?
Se non ci sono macroscopici svantaggi, si: ma certamente prevale la decisione condivisa: comunque sono ormai avanti negli anni e tutti i regolamenti di condominio che ho conosciuto (Piemonte, Liguria , Lombardia, VdA) direi che tenevano conto solo della cubatura: semplificare elimina molto la soggettività, e la invarianza nel tempo.

Oggi , essendo in famiglia, tutto vi va bene. Ma un domani subentrassero estranei o nuovi elementi, cominceranno a far le pulci alle tabelle millesimali e chiedere le ragioni, vorranno fare verifiche, ecc.: meglio prevenire.
Anche nel condominio i condòmini sono comproprietari pro quota delle parti comuni.
Non mi fraintendere. Cosa avevo in mente è la differenza che c'è tra un edificio comprendente diverse unità immob. ereditato in comunione ereditaria da più soggetti, e rimasto indiviso: giuridicamente non è un condominio, ma una comunione ereditaria pro indiviso.
(per fortuna la Agenzia delle Entrate lo assimila comunque ad un condominio, per quanto riguarda interventi sulle parti che il cc art 117 definisce parti comuni
 
domanda 1: il regolamento con tabelle di proprietà può essere una semplice scrittura privata? Semmai da trascrivere ove si preveda una vendita.

Domanda 2: in presenza di tre accessi separati e facciate agevolmente attribuibili a ciascun appartamento, peraltro con materiali diversi (pietra a vista / intonaco), il regolamento può dire che la manutenzione spetta a ciascuno, non in comune? Per esempio lato sud Tizio, lato nord Caio, lato est Sempronio, lato ovest Tizio per il piano terra e Caio per il primo piano.
in tal caso so parla comunque di parti comuni per la funzione strutturale?
 

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