Concordo con il suggerimento della Sig.ra Uva. Suggerimento che al momento opportuno farò presente a un mio amico italiano, in merito a un trasferimento dei genitori della moglie (ora nel Burkina Faso) in Italia e nella propria abitazione.
Sarà il Comune, se diligente, a provvedere ad effettuare un sopraluogo o richiedere la relazione di un tecnico, che certifichi la idoneità abitativa, nel caso richiedano la residenza.

E non riguarderà solo la superficie utile: chiederanno la certificazione impianti, ed evidenzieranno le lacune ed i provvedimenti per la regolarità abitativa.
Ho avuto un caso simile nel ricongiungimento del marito equadoregno: hanno preteso una ulteriore porta in corridoio, di separazione tra il locale giorno e zona servizi e notte. (notare che tali ambienti avevano la loro porta)
Per fortuna l'inquilino stesso ha provveduto ad installare una porta a soffietto, per accelerare la pratica (io risiedo in altra regione)
 
Grazie per tutte le risposte. L'aggiornamento è che l'anagrafe non oppone niente se a seguito di sopralluogo trova nei locali i richiedenti residenza, in questo caso imparentati col titolare del contratto. A niente valgono, se non a livello poi di confronto privatistico, i termini stipulati nel contratto, così come a niente vale il mancato consenso del proprietario. Si può chiedere la verifica dell'idoneità alloggiativa, ma non credo che al Comune interessi più di tanto, soprattutto se vi sono anche minori.
 

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