Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
siete sicuri che le sentenze del TAR che riguardano cause che vedono coinvolte le pubbliche amministrazioni poi sono applicate in sede civile nella giustizia ordinaria?
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
e tu in tutti questi anni non hai mai dato uno sguardo alla tua busta paga?

9000 Euro in 10 anni fanno 70 Euro al mese...la vedo dura accorgersi di un simile errore anche perchè ben pochi si prendono il sospetto di ricevere più di quanto spetta.
Oltretutto non è nemmeno chiarito come si è determinato tale errore.

In ossequio a quanto spiegato da Ollj la "mediazione" va presa con la buona volontà.
Tenendo presente che poi con la "ditta" è meglio rimanere in buoni rapporti (spereando ci possa alvorare ancora per anni salvo abbia altre aspirazioni/abitudini)...deve "gentilmente" spiegare che non può essere danneggiato da errori fatti da altri.
 

moralista

Membro Senior
Professionista
tutto dovresti fare meno che inimicarsi con l'azienda in cui lavori, parla con chi di dovere e esponi i tuoi problemi, vedrai che la soluzione la trovate
 

arcy

Membro Attivo
La situazione è complicata ed andrà sviscerata in questo modo:
- chi ha determinato l'errore? Non certo il dipendente, ergo piena responsabilità dell'apparato/amministrazione busta paga (soprattutto se l'errore non fosse facilmente riconoscibile dal lavoratore) e relativa sua attribuzione delle conseguenze;
- il dipendente in buona fede, se dovesse mai restituire la somma, lo farà senza suo danno alcuno; di conseguenza se lo stesso avesse già altri obblighi che incidono sul 1/5 dello stipendio, l'azienda dovrà "accontentarsi" di recuperare l'indebito in tempi più diluiti ed imputando a chi ha causato l'errore (proprio ufficio o professionista esterno) il risarcimento del danno patito.
- vi è Giurisprudenza del lavoro che non ritiene ammissibbile la ripetizione dell'indebito, ove la retribuzione maggiore sia sta corrisposta per un lungo tempo, ravvisando in ciò non un errore di fatto ma la tacita volontà del datore di premiare il dipendente; si deve infatti considerare come il dipendente, in buona fede, si sia affidato a tal somma.
- a conseguenza di ciò, pur prescrivendosi l'azione di ripetizione dell'indebito in 10 anni, di fatto l'Azienda recupererebbe solo le somme degli ultimi cinque anni, poichè solo entro tal termine la stessa potrebbe operare ai fini dell'annullamento del (tacita) volontà negoziale ex art.1442 Cc

Io fossi al suo posto:
- diffiderei l'Azienda dal recuperare automaticamente quanto richiesto dal 2007
- andrei dal Sindacato e mi farei adeguatamente tutelare (o troverei con l'Azienda, con reciproca soddisfazione, un accordo che non mi penalizzasse eccessivamente vista la mia buona fede e gli oneri personali in corso)
Saluti.

Grazie
per il vostro contributo
vi volevo chiedere se la giurisprudenza sul lavoro fa differenza tra comparto privato e pubblico.
In considerazione che sono inquadrato nella pubblica amministrazione, esattamente un militare, vi chiedo se l'applicabilità delle norme da voi citate hanno uguale valenza,
Grazie
 

arcy

Membro Attivo
ecco questo dovrebbe essere appurato per confermare la buona fede di chi riceve lo stipendio.

basta controllare le voci sul cedolino dello stipendio non è una cosa difficile.

caro criscuolo,

giusto per fare chiarezza sulla tua lecita e doverosa osservazione,
da una spiegazione che mi è stata fornita dal personale contabile della mia amministrazione , la voce in questione si tratta di un assegno ad personam che mi è stato attribuito quando nel lontano 2004 sono transitato nella categoria superiore, e che tale assegno sarebbe stato assorbito successivamente all'atto della promozione al grado superiore avvenuto qualche anno dopo ma in realtà erroneamente è stato corrisposto fino al mese scorso, ma di tutto questo io ne ero assolutamente ignaro.
Non potevo sapere .
 

arcy

Membro Attivo
Infatti non un caso se ho scritto di prescrizione decennale e quinquennale (la prima per l'indebito, la seconda per l'annullabilitá del potenziale negozio)

adesso mi preme sapere se la prescrizione è decennale o quinquennale , nelle more che sia definito quest' aspetto, ho avanzato una richiesta formale scritta alla mia amministrazione per una rateizzazione con un piano di ammortamento a 120 rate, una dilazione comoda visto che la corresponsione è avvenuta nell'arco di dieci anni con un attribuzione mensile di circa 70 euro lordi mensili.
Spero di ricevere un riscontro positivo da parte della mia amministrazione.
Qualora dovesse essere negativo come potrei muovermi ?

Grazie
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
la voce in questione si tratta di un assegno ad personam che mi è stato attribuito quando nel lontano 2004 sono transitato nella categoria superiore, e che tale assegno sarebbe stato assorbito successivamente all'atto della promozione al grado superiore avvenuto qualche anno dopo
in sostanza sei stato promosso al grado superiore ed, in attesa della nomina effettiva, ti hanno riconosciuto la retribuzione del grado a cui avevi diritto. Dal momento in cui ti è stato assegnato ufficialmente il grado superiore, essendo cambiata la retribuzione che comprendeva la differenza di trattamento economico tra i due gradi, l'assegno ad personam essendo assorbito dalla nuova retribuzione andava tolto.
Quindi mi sembra che la Sentenza del TAR citata da @alberto bianchi, che pone entro i cinque anni dalla richiesta di restituzione della somma erroneamente erogata il limite temporale per il calcolo della somma da restituire, sia applicabile.
 

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