stemav

Membro Attivo
Mi sono studiato bene la legge sulla rinuncia alla proprietà prima di procedere. Quello che non prevedevo era l'esistenza di gente cocciuta che non agisce nemmeno di fronte alla legge, che non conosce nemmeno bene.

La rinuncia, in presenza di più comproprietari, accresce la quota di proprietà degli altri.
A livello teorico se c'è un solo proprietario, questi può rinunciare a favore dello Stato. Nella pratica, questo non viene fatto, i notai rifiutano di redigere un tale atto.
 

stemav

Membro Attivo
ma questo accrescimento, che nella sostanza sarebbe una trascrizione a vantaggio di altri, chi lo paga ?
Rileggiti il mio #15, la tua risposta all'ultima domanda quale sarebbe .....
ove tra l'altro avevo indicato "rinuncia" tra virgolette

In che senso "chi lo paga"?
Io ho fatto e pagato l'atto di rinuncia. L'accrescimento quote degli altri è un effetto collaterale che non mi deve nemmeno riguardare, se non fosse che continuo a comparire nelle visure catastali, ma il notaio mi ha assicurato che questo non ha granché importanza dato che dai registri immobiliari sono stato cancellato e comunque ho in mano l'atto.

Per sistemare i dati catastali dovrebbe intervenire un geometra, secondo Nemesis dovrebbe compilare il modulo cartaceo chiedendo di cancellarmi, ma questo ha anche l'effetto di aumentare la quota degli altri?
E non sarebbe la stessa cosa se la richiesta la facessi io da privato cittadino con i servizi online dell'Agenzia delle Entrate (ho visto che si può richiedere rettifica e in un certo senso questa lo è)?
Perché il modulo cartaceo? Dovrebbe essere spedito al Catasto del Comune dell'immobile, che si trova lontano, suppongo.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Dovrebbe essere spedito al Catasto del Comune dell'immobile, che si trova lontano, suppongo.
L'Agenzia delle Entrate - Territorio, altrimenti Catasto, generalmente si trova nella sede provinciale. Un tempo si parlava di attivare degli uffici periferici nelle sedi comunali, ma, visto che le visure catastali possono essere eseguite da casa, direttamente da chi è abilitato o indirettamente, tramite uffici privati che forniscono queste prestazioni e non avendo avuto la necessità di consultarli, credo che non siano mai stati attivati.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Poiché la rinuncia alla proprietà immobiliare, problematica, non può essere espressa a favore dello Stato, non si capisce perché, unilateralmente, può essere "scaricata" sui comproprietari, i quali dovrebbero subire questo scaricamento di responsabilità ed oneri.
Laddove questa soluzione fosse legalmente perseguibile, come potrebbero opporsi gli altri comproprietari a questo atto di prepotenza (con la connivenza del legislatore)?
 
U

User_29045

Ospite
Laddove questa soluzione fosse legalmente perseguibile, come potrebbero opporsi gli altri comproprietari a questo atto di prepotenza (con la connivenza del legislatore)?

Per legge non possono opporsi. Su 6 comproprietari, 5 possono rinunciare, l'ultimo si trova proprietario dell'intero, e se l'immobile è in buono stato e non necessita di bonifiche / ristrutturazioni onerose, l'ultimo proprietario per 1000/1000 può rinunciare in favore dello Stato Italiano. Altrimenti, se lo deve tenere sul groppone! Chi prima rinuncia, meglio si trova!

E' una sorta di palla avvelenata.

Per questo fino ad oggi i notai che ho contattato io non hanno mai autorizzato tale gioco.

Difficile trovarne uno che autorizzi.

Pensa a cosa può succedere se 6 comproprietari, in fretta e furia, vanno tutti a rinunciare, ognuno a favore dei restanti 5, NELLO STESSO GIORNO. Per capire cosa è successo bisognerà guardare l'orario esatto di ogni rogito e capire chi ha la precedenza. Forse è per questo che nei rogiti, in chiusura, mettono non solo la data e le firme, ma anche l'ora in cui è avvenuta la firma.

"Bisogna anche saper rinunciare alla proprietà", vale a dire farlo senza dirlo agli altri comproprietari, prima che capiscano cosa sta per succedere loro. Basta farlo un giorno prima di tutti gli altri, per salvarsi e chiamarsi fuori con successo.
 
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U

User_29045

Ospite
Per sistemare i dati catastali dovrebbe intervenire un geometra, secondo Nemesis dovrebbe compilare il modulo cartaceo chiedendo di cancellarmi, ma questo ha anche l'effetto di aumentare la quota degli altri?
E non sarebbe la stessa cosa se la richiesta la facessi io da privato cittadino con i servizi online dell'Agenzia delle Entrate (ho visto che si può richiedere rettifica e in un certo senso questa lo è)?
Perché il modulo cartaceo? Dovrebbe essere spedito al Catasto del Comune dell'immobile, che si trova lontano, suppongo.

E' il caso di sistemare le cose per bene fino in fondo, ora che sei "fresco di atto notarile".
Ti suggerisco di seguire il consiglio che ti è stato dato da Nemesis, assoldando un geometra abilitato e preparato. La semplice presenza del tuo nome a catasto può generarti (per errore, s'intende) esposizioni debitorie con causale "omesso pagamento IMU", creandoti problemi in futuro, cioè entro i prossimi 5 anni.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
Per l'interessato.......hai evidenziato i tuoi diritti di rinuncia ma non hai palesato i motivi, per esempio se la comproprietà e' o era per te svantaggiosa o se vi siano motivi palesi che ti hanno indotto a rinuncia. Ebbene ce vi sono questi motivi sarebbe nel diritto degli altri interessati a non accettare l'accrescimento.
 
U

User_29045

Ospite
L’atto di rinuncia alla quota di comproprietà è dunque un atto unilaterale, che è valido ed efficace a prescindere dall’accettazione degli altri comproprietari; in capo a questi ultimi, pertanto, si produce un automatico, proporzionale e non rifiutabile accrescimento delle rispettive quote.

FONTE: Rinuncia alla comproprietà: che succede?

Automatico.
Proporzionale.
Non rifiutabile.
 

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