basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Come dicevo farne uno o farne 2 cambia ed ha un senso: come avevo scritto nell'esempio hai frazionato il condominio da 6 in 2 condomini da 3,
Penso di capire comunque ciò che vuoi dire, e credo pure di condividerlo. Ma per chiarezza per tutti credo sia meglio articolare la tua frase nel modo seguente.

- Non è che abbiano deciso di fare uno o due mappali: i due mappali distinti preesistevano alla costruzione
- Se non sono stati fusi all'origine, le costruzioni che sono state realizzate sopra questi mappali non si potrebbero considerare fuse.
- Purtroppo credo che in passato molti geometri (per dire un tipico addetto alle pratiche catastali) non operassero sul CT la fusione delle particelle se a cavallo delle stesse veniva costruito un edificio. Però veniva attribuito al NCEU un nuovo numero di particella per il nuovo complesso edilizio e tutti i subalterni riportavano questa particella.
- Stranamente invece qui assistiamo a 3 u.i. con una particella, le altre tre sull'altra. Segno che anche a CF non si è voluto fondere il fabbricato. (per errore o per volontà, non importa)
- Oggi mi sembra che si stia tentando una riunificazione dei dati a CT e CF (ex NCEU) compresa la numerazione particelle che in alcuni comuni seguivano progressivi diversi. Oggi queste situazioni non dovrebbero più originarsi, se non volontariamente. Ma resta da valutare come giuridicamente sia da considerarsi la situazione discussa.

Possiamo continuare per giorni, ognuno con le proprie opinioni: ma poi temo che la risposta finale definitiva sorga solo con:
- una decisione di un giudice ( e sappiamo non essere sempre quella immaginata)
- una decisione assembleare all'unanimità dei "comunisti", per affermare la separazione o confermare l'unione condominiale, e relative regolamentazioni delle cose in comune.

L'ho già detto in precedenza: in fondo non c'è una grande differenza per l'una o per l'altra interpretazione, viste a lungo termine. A rotazione tutto comunque si media.
Salvo ci siano situazioni di attrito da evitare già in partenza.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Penso di capire comunque ciò che vuoi dire, e credo pure di condividerlo. Ma per chiarezza per tutti credo sia meglio articolare la tua frase nel modo seguente.

- Non è che abbiano deciso di fare uno o due mappali: i due mappali distinti preesistevano alla costruzione
- Se non sono stati fusi all'origine, le costruzioni che sono state realizzate sopra questi mappali non si potrebbero considerare fuse.
- Purtroppo credo che in passato molti geometri (per dire un tipico addetto alle pratiche catastali) non operassero sul CT la fusione delle particelle se a cavallo delle stesse veniva costruito un edificio. Però veniva attribuito al NCEU un nuovo numero di particella per il nuovo complesso edilizio e tutti i subalterni riportavano questa particella.
- Stranamente invece qui assistiamo a 3 u.i. con una particella, le altre tre sull'altra. Segno che anche a CF non si è voluto fondere il fabbricato. (per errore o per volontà, non importa)
- Oggi mi sembra che si stia tentando una riunificazione dei dati a CT e CF (ex NCEU) compresa la numerazione particelle che in alcuni comuni seguivano progressivi diversi. Oggi queste situazioni non dovrebbero più originarsi, se non volontariamente. Ma resta da valutare come giuridicamente sia da considerarsi la situazione discussa.

Possiamo continuare per giorni, ognuno con le proprie opinioni: ma poi temo che la risposta finale definitiva sorga solo con:
- una decisione di un giudice ( e sappiamo non essere sempre quella immaginata)
- una decisione assembleare all'unanimità dei "comunisti", per affermare la separazione o confermare l'unione condominiale, e relative regolamentazioni delle cose in comune.

L'ho già detto in precedenza: in fondo non c'è una grande differenza per l'una o per l'altra interpretazione, viste a lungo termine. A rotazione tutto comunque si media.
Salvo ci siano situazioni di attrito da evitare già in partenza.
Si i due mappali hanno lo stesso intestatario e su questo non cambia.
Tecnicamente (e teoricamente) però potrebbe sciogliersi il condominio e dividersi in 2 anninistrazioni separate, e potrebbe essere fatto con una situazione di questo tipo.

Il problema di dividere però questo condominio in 2 è che manca una seconda scala; e che la scala esistente non potrebbe essere attribuita ne all'uno ne all'altro mappale ma dovrebbe essere un terzo, il problema nasce che per il catasto ogni particella (individuata poi ai fabbricati) dovrebbe avere un proprio ingresso separato.

Qui invece non è così, per cui a mio parere l'unico modo per risolvere la situazione è FONDERE i 2 mappali in uno, proprio per non creare queste confusioni!
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Tecnicamente (e teoricamente) però potrebbe sciogliersi il condominio e dividersi in 2 anninistrazioni separate,
non credo che sciogliendo il condominio si possa risolvere il problema della gestione delle parti comuni. Mi è capitato un palazzo i cui attuali proprietari , cugini fra loro, fossero in perenna lite per cui fecero 3 condomini: quello dei proprietari a sud, quello dei proprietari a nord e quello delle parti comuni: scala, ascensore, locali tecnici (ex lavatoi) e lastrico solare (cioè copertura).
 

Un giocatore

Membro Assiduo
Proprietario Casa
non credo che sciogliendo il condominio si possa risolvere il problema della gestione delle parti comuni. Mi è capitato un palazzo i cui attuali proprietari , cugini fra loro, fossero in perenna lite per cui fecero 3 condomini: quello dei proprietari a sud, quello dei proprietari a nord e quello delle parti comuni: scala, ascensore, locali tecnici (ex lavatoi) e lastrico solare (cioè copertura).
Insomma, un supercondominio!
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
non credo che sciogliendo il condominio si possa risolvere il problema della gestione delle parti comuni. Mi è capitato un palazzo i cui attuali proprietari , cugini fra loro, fossero in perenna lite per cui fecero 3 condomini: quello dei proprietari a sud, quello dei proprietari a nord e quello delle parti comuni: scala, ascensore, locali tecnici (ex lavatoi) e lastrico solare (cioè copertura).
Se facessero 2 condomini non ci sarebbe nessun problema in teoria.

Il problema pratico rimane l'unico avessi e l'unica scala che , essendo divisa tra i 2 mappali, non può esistere.

Una parte comune ha un suo figlio è un suo sub non puoi dividerla in 2. La soluzione è fondere le 2 particelle in una sola!
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Se facessero 2 condomini non ci sarebbe nessun problema in teoria.
Molto in teoria..... le cose in comune, in comune restano.
Il problema pratico rimane l'unico avessi e l'unica scala che , essendo divisa tra i 2 mappali, non può esistere.
Non è vero.
La soluzione è fondere le 2 particelle in una sola!
Esattamente il contrario della soluzione auspicata dalla scrivente.

A me hanno insegnato che il toro va preso dalla parte delle corna, non dalla coda:^^:

Scusa se ho usato un tono scherzioso.

E' indiscutibile che se avessero inizialmente unito le due particelle ed avessero chiaramente stabilito che l'intero tetto era parte comune, prima di vendere gli alloggi, oggi non ci sarebbe "trippa per gatti"

Ma non è stato così: le particelle sono rimaste divise, i 6 alloggi sono stati venduti presumibilmente a 6 soggetti diversi, ed oggi la scrivente, che ha sempre provveduto a sue spese a sistemare la porzione di tetto a lei soprastante, chiede se ci siano gli estremi per sostenere che la altra porzione , chiamiamola B, non le compete.

E chiede conferma se possa opporsi alla richiesta dei vicini.

A mio parere a suo favore ha la singolarità delle particelle catastali disgiunte, il che non è poco
Contro ha , a quanto sembra, la unitarietà della costruzione e della struttura del tetto.
Propenderei per considerare di maggior peso la prima, ma non sono il giudice.

la risposta, credo, viene da quanto risulta dai titoli di proprietà: ed in caso di lettura discorde, da come interpreterà la situazione un giudice.

Condominiali o no, le parti comuni sono sempre un problema, comunque le si inquadri: occorre condividere le decisioni in merito. Cambia di qualcosina il meccanismo deliberante, ma non la sostanza.

Se invece si determina che non c'è comunione, ognuno va per la sua strada.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
vero, però, a mio avviso non risolverebbero il problema del tetto.
mi ha preceduto @basty
Per par condicio (siamo in giornata referendaria....:^^:.) ... correggerei anche te...

Mica vero: se facessero un unico condominio, significa che si sarebbero messi d'accordo nel considerare comune, oltre alla scala, anche il tetto complessivo.

Quindi il problema del tetto sarebbe stato già risolto a monte..... e non si porrebbe nemmeno la domanda. :maligno:
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
LA cosa strana e che questa discussione sia sfuggita a @Nemesis, @Dimaraz ecc...
Io aggiungerei anche @Ollj tanto per citarne un altro.

E' anche vero che non è possibile dare una risposta secca al quesito della scrivente: bisogna conoscere la realta nel dettaglio.

Io propendo comunque nel considerare la dizione "condominio" e comunione, sottoposte non tanto all'aspetto o agli usi e costumi: qui occorre stabilire preliminarmente come sono i diritti reali su quelle due particelle e sul relativo tetto.
Il resto è una conseguenza.
 

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