giasca

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in una palazzina e al momento della vendita di un appartamento si è scoperto che la palazzina è causa di almeno due abusi fatti dal costruttore e mai conosciuti dai condomini.
Uno è al panorama e l'altro è edilizio.
Quello al panorama dovrebbe risolversi facilmente perché conseguente ad una legge uscita dopo la sua costruzione mentre quello edilizio è più complicato perché il costruttore ha depositato al catasto un disegno diverso da quello presentato al comune. In pratica i due disegni sono difformi perché in uno l'ultimo piano risulta essere, com'è in realtà, identico a quelli sotto e coperto dal tetto mentre nell'altro è disegnato come ricavato nel sottotetto. Un'altra irregolarità del costruttore è poi stata quella di aver costruito un appartamento che da sul giardino comune ricavandolo da uno spazio disegnato invece come box o comunque appartenente alle cantine. Il condominio è degli anni 60 e in tutti questi anni i condomini hanno pagato le tasse correttamente come se gli appartamenti fossero tutti ugualmente regolari e costruiti nel rispetto delle norme. È forse probabile che il costruttore e l'ufficio tecnico del comune si siano a suo tempo confusi e siano rimasti vittime di una svista fatto è che ora però a molti anni di distanza sono saltate fuori queste anomalie che a detta di un erede impegnatosi a comprare uno degli appartamenti non consento la vendita anche se concordata all'interno di un accordo per ripartire l'eredità e ormai da più di un anno ne gode l'uso esclusivo ottenuto con l'impegno di acquistarlo prima che venisse a galla il guaio anche se il sospetto è che ne sia venuto a conoscenza andando al catasto prima di effettuare la trattativa. Gli è comunque lecitamente possibile rifiutare l'acquisto a posteriori visto che a suo tempo ha firmato l'accordo per quell'appartamento a prescindere dalle sue condizioni? E una volta risolti i problemi è lecito pensare ad una sua rivalutazione rispetto agli importi fissati nell'accordo?
 
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basty

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@giasca: mi sembra di ricordare di aver già letto una storia simile o qui o su immobilio.

Comunque le domande ed i problemi che descrivi non mi sembrano di poco conto.

Senza voler pensare male, in quegli anni le variazioni in corso d'opera erano piuttosto frequenti. ma se non sono state ufficializzate le varianti (allora si poteva, se lecite), oggi vi resta un brutto abuso. E se non esiste cubatura disponibile , potrebbe non essere possibile la regolarizzazione. (Ho solo espresso una mia opinione)

Cosa ancor più grave, è che nel frattempo la proprietà dei vari sub immagino sia distribuita tra vari condomini: ma l'abuso riguarderebbe, a quanto descrivi, solo due unità: quella all'ultimo piano e quella ricavata al posto delle cantine/box.

Se il comune ordinasse la demolizione di ciò che è abusivo, mica riguarderebbe l'intero condominio: a pagarne le spese sarebbero questi due, e rimarrebbero pure senza alloggio.

Quanto alla possibilità di svincolarsi dall'impegno, credo dipenda da cosa avevate stabilito: non credo nemmeno si possa parlare di vizio occulto. Ma è roba da avvocati.
 

Dimaraz

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Quello al panorama dovrebbe risolversi facilmente perché conseguente ad una legge uscita dopo la sua costruzione

Non esiste abuso se la norma è successiva alla costruzione.

uello edilizio è più complicato perché il costruttore ha depositato al catasto un disegno diverso da quello presentato al comune

Non è chiaro se la realtà sia quella presentata in Comune (e quindi autorizzata) o quella al Catasto.

Tralasciando il problema "regolarizzazione", per il quale dovete rivolgervi ad un professionista in loco, par di capire che la domanda sia relativa a questo passo:

queste anomalie che a detta di un erede impegnatosi a comprare uno degli appartamenti non consento la vendita anche...

Non si comprende se chi si era impegnato all'acquisto (preliminare ...caparra...???) sia uno dei 3 eredi (quindi già comproprietario in quota) od una persona terza che già occupa l'unità.

Nel primo caso appare un pretesto visto che già è proprietario e nel caso chi non usufruisce deve pretendere la quita di affitto,...mentre nel secondo diventa evidente che si debba regolarizzare o recedere dal preliminare.
 
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Gianco

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quello edilizio è più complicato perché il costruttore ha depositato al catasto un disegno diverso da quello presentato al comune.
L'unità immobiliare oggetto di atto pubblico deve corrispondere, sia alla rappresentazione del progetto approvato, che alla planimetria depositata in catasto. Eventuali discordanze vanno sanate.
Qualora ci fossero degli abusi edilizi consistenti in ampliamenti la cui demolizione dovesse arrecare del danno statico alla parte regolare, si può sanare in base all'art. 13 della L.47/85 e sue variazioni.
 

basty

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Come dicevo, è una storia che mi sembra di aver già letta.
Acquisto tra coeredi
Quanto alle discordanze chiarirà, ma in genere le varianti sono successive al progetto depositato, e si accatasta a lavori ultimati
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Ma qui non parla di "immobile" abusivo...e non ha nemmeno chiarito se la differenza sia rispetto al progetto approvato (Comune) o depositato (Catasto).
Quello al panorama dovrebbe risolversi facilmente perché conseguente ad una legge uscita dopo la sua costruzione mentre quello edilizio è più complicato perché il costruttore ha depositato al catasto un disegno diverso da quello presentato al comune.
Forse ho capito male, ma non credo!
 

giasca

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Allora:
1° l'immobile non è abusivo
2° la legge sul rispetto del panorama è postuma alla costruzione del condominio
3° il costruttore ha fatto degli abusi e ha diversificato i disegni presentati a catasto e al comune. Una difformità scoperta solo ora.
4° i condomini hanno pagato regolarmente le tasse e le imposte oltre gli oneri comunali
come se si trattasse di appartamenti normalmente accatastati.

Fa specie, ma anche in****are, che un consulente interpellato abbia riconosciuto che negli anni 60 molti costruttori approfittavano della mancanza di dialogo te riscontri tra catasto e comuni per fare delle gabole.
Quello che se ne deduce è che tutto sia stato causato da un "comportamento distratto" del costruttore e da altrettanta "distrazione" dell'ufficio tecnico del comune. Due distruzioni alle quali hanno corrisposto probabilmente costi e benefici ai quali è difficile, dopo oltre 50 anni, risalire.

Per quello che riguarda la divisione dell'eredità che tra l'altro riguarda altri beni, i tre fratelli erano giunti ad un accordo nel quale uno di loro si impegnava, anzi lo pretendeva, ad acquistare un appartamento al secondo piano che tra l'altro non è al centro di alcuna irregolarità salvo quella di subire quelle del condominio. Data per scontata l'imminenza della vendita gli si era data l'autorizzazione, su sua richiesta inserita nell'accordo, di cambiare le chiavi e cominciare così a farne uso. Sopraggiunta successivamente la notizia delle irregolarità del condominio ha però creduto di sospendere ogni azione per l'acquisto salvo però continuare a farne un uso esclusivo e probabilmente, ma lo si scoprirà, a pretendere che i due fratelli si facciano carico della loro parte nella ripartizione delle spese riguardanti quell'appartamento accampando che di fatto è ancora di loro proprietà.
Spero di aver chiarito.
 

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