marcanto

Membro Senior
Professionista
Dovrei fare una ricerca sulle ultime circolari e risposte ad interpelli vari.
Dipende anche dall’importo “ceduto”: mi pare siano esentate le cessioni minori di 10000€.
No.
il criterio di esentare gli importi sino a 10000 decorre dal 01/01/2022
stesso criterio per gli interventi in edilizia libera
modifiche introdotte con l'ultima legge di bilancio
 
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marcanto

Membro Senior
Professionista
il cliente ha preparato la cessione del credito con le Poste ma non ha fatto in tempo a presentare la pratica all'Agenzia delle Entrate entro il 12/11,
Credo che sia applicabile il principio di esenzione di visto e di asseverazione.
Come riportato nel precedente #4
Il riferimento è la circolare di Agenzia delle entrate 16/E dello scorso novembre 2021, emanata pochi giorni dopo il DL antifrodi
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
Il punto, spiega l’Agenzia delle Entrate, è che la Manovra è in vigore dal primo gennaio 2022, di conseguenza è questa la data a partire dalla quale si applica la nuova regola semplificatoria
Lo riporti tu stesso nel tuo precedente.
E' assodato che siamo tutti in confusione considerate le molteplici modifiche, di sicuro io non ne sono esente :)

Confermando, sempre dal #7, qui:

<Il Fisco offre un’interpretazione estensiva, ritenendo che la novità possa applicarsi «con riferimento alle comunicazioni di opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito trasmesse all’Agenzia delle Entrate a decorrere da tale data». Questo, anche se i lavori sono stati fatti e pagati nel 2021. In pratica, non rileva il momento in cui i lavori vengono effettuati o pagat, ma quello in cui si invia al Fisco al necessaria comunicazione per l’esercizio dell’opzione. >

@griz

rettifico il precedente #22 (che non posso più modificare)
se la comunicazione ad agenzia delle entrate nel tuo caso vien fatta nel 2022, come specificato dalla stessa Agenzia delle Entrate non rileva il tempo in cui sono fatti i lavori .......quindi mi sa che nel tuo caso tocca fare visto e asseverazione.
 
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Biz Consulting

Membro Attivo
Professionista
E' un po' che non partecipo alle discussioni qui sul form perchè mi è mancato il tempo materiale a causa, come potete immaginare, del susseguirsi costante delle "tragiche"rivoluzioni normative che sta complicando anche il lavoro di noi consulenti, ahimè...

La situazione in cui si trova @griz vi posso garantire che è all'ordine del giorno (ho decine di clienti con lo stesso problema).
La risoluzione, che può parere complicata, in realtà non lo è così tanto.
Di fatto, come lo stesso @griz ha scritto, la chiave di volta non sono tanto le date dei pagamenti o delle chiusure lavori, ma quelle di stipula degli accordi di cessione coi cessionari (requisito chiaramente indicato nella FAQ che ha pubblicato @uva).

Banche e Poste hanno tutte metodi molto diversi per attivare i contratti di cessione e questo complica ancora di più le cose.
Per esempio, alcuni miei clienti ritenevano che essersi iscritti sui portali di alcuni istituti prima del 12/11 e avere iniziato a caricare documenti connessi ai lavori corrispondesse ad un accordo di cessione.
Peccato che le banche hanno poi loro confermato che i contratti sarebbero stati attivati solo dopo la verifica preliminare di quanto loro trasmesso attraverso i portali.
E i tempi per le verifiche vi garantisco che sono spesso nell'ordine di settimane.

Non sto a parlarvi di altre problematiche inerenti i cessionari legate alle norme contrattuali, al malfunzionamento dei portali e alla latitanza dei loro servizi clienti, che contribuiscono ad allungare ancora di più la formalizzazione degli accordi di cessione.
Fatto sta che è il cessionario a determinare a sua descrizione quando il cedente può "esercitare l'opzione" nei suoi confronti e, dunque, a far decorrere la data di validità dell'accordo di cessione.

Morale della favola: se i clienti di @griz non hanno stipulato entro il 12/11/21 l'accordo di cessione col cessionario (che, in tal caso, ne ha sicuramente dimostrazione documentale), ricadono nell'obbligo di computo e asseverazione di congruità spese e visto di conformità.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
@Biz Consulting
A TUO avviso
prescindendo dal voler far emergere i furbi (vedi DL antifrode e compani)
rilevi che vi sia una sorta di volontà (implicia) del legislatore nel rendere gli accessi a sconto e cessione Volutamente complicato.
Come interpreti i complicati meccanismi messi in piedi.

Dal lato tecnico edilizio si ha una panoramica frustrante, penso che per chi si occupa degli aspetti squisitamente economici/fiscali sia anche peggio
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
rilevi che vi sia una sorta di volontà (implicia) del legislatore nel rendere gli accessi a sconto e cessione Volutamente complicato.
Il processo alle intenzioni è sempre un esercizio accademico. Ma a pensar male a volte si indovina, come diceva il "Divo"

Sarebbe anche comprensibile: questo meccanismo di cessione del credito (sia sotto forma di sconto in fattura, sia diretto alle banche) oltre a prestarsi alle truffe, diventa un regalo al mercato finanziario, che non acquista certo il credito alla pari. E ha provocato una lievitazione dei prezzi.

Regalo per regalo, adesso è una ulteriore occasione per alimentare parcelle, quindi redditi, quindi ... prelievi.

E non dimentichiamo anche le verifiche urbanistiche, con conseguenti sanatorie e ... cassa inattesa per i comuni.

Insomma: .... facite ammuina! ....
 

griz

Membro Storico
Professionista
secondo me è giusto che vi sia un controllo sui prezzi applicati nei lavori che approfittino dei bonus, molti se ne sono approfittati, sono nate imprese dal nulla con capacità tutte da vedere e a quanto sembra sono stati messi in detrazione lavori addirittura inventati. Vero che il bonus 50% c'è da molti anni ma la possibilità di cedere il credito ha distratto le committenze dal valore dei lavori che è sempre stata la guida del mercato.
Un problema sono i prezzi indicati sui listini che sono storicamente abbastanza remunerativi ed oggi con questa escalation dei prezzi delle materia prime spesso non lo sono più per di più quando si fanno lavori per i privati magari in situazioni particolari i prezzi sono spesso stimati e difficilmente riconducibili ai listini, in un appalto privato normale il DL affianca il committente nell'analisi dei preventivi e i lavori vengono poi realizzati e pagati. Questa realtà è difficilmente giustificabile davanti all'Agenzia delle Entrate, certo nessuno vieta di inserire nelle liquidazioni dei lavori le prestazioni ad economia ma ad un esame potrebbero essere discusse. Poi esiste anche la realtà che dice che è praticamente impossibile che l'Agenzia delle Entrate scenda in merito ad una liquidazione dei lavori asseverata da un tecnico abilitato e questa è la sicurezza sulla quale si basa il provvedimento. Oggi il mio problema, come quello di tanti altri è adeguare il valore di lavori liquidati e pagati in buona fede nel rapporto tra impresa e cliente ad una stima fatta sui listini, con un po' di fantasia si fa tutto però....
 

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