Daniele 78

Membro Storico
Professionista
È un bel problema di sicuro, vedremo come sviluppata l'idea del nuovo catasto agganciato al valore di mercato. Viste le premesse, visto la mia (seppur piccola) esperienza, e visto il passaggio tra ICI ed IMU non credo sarà indolore, per nessuno. Purtroppo ogni volta che decidono questi cambiamenti non li fanno con chi ste cose le vede tutti i giorni, ma s'alzano al mattino e via. Per fare una riforma di questo tipo, sarebbe necessario conoscere: 1) lo stato d'applicazione dell'esistente; 2) come funziona l'esistente; 3)come vengono fuori gli attuali valori; 4) chi presenta tali documenti; 5)l'impatto sulle finanze dei cittadini oltre a quello dello Stato, di conseguenza della crescita. Non sono convinto che abbiano analizzato tutti questi fattori, e temo che l'impatto sia piuttosto generalizzato e pesante. Spero di essere completamente nel torto ed aver sbagliato tutto ma da 2conticini della serva che mi sono fatto le risultanze mi sembrano differenti ;l'IVA è veramente ridicola a confronto. Per ora sto a vedere un po' come va a finire.
 

griz

Membro Storico
Professionista
la palla è in mano ai comuni che dovrebbero conoscere la realtà locale, se una zona è abitata da ceti poco abbienti in genere significa che i valori di mercato sono tali che gli abitanti se li possono permettere, molti fabbricati possono essere giunti tramite eredità ma molti altri sono stati oggetto di compravendita
in poche parole: il mercato, di riffa o di raffa è ancora il parametro più attendibile per stabilire dei valori proporzionati tra loro
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
se una zona è abitata da ceti poco abbienti in genere significa che i valori di mercato sono tali che gli abitanti se li possono permettere,
Non è così. Il popolo meno abbiente ha sempre abitato nei centri delle città, anche perchè non esistevano periferie. Trastevere era periferia. Monti era periferia. Intorno a piazza Navona si faceva il mercato delle pecore. Moltissimi figli di pecorari, e ce ne sta ancora più d'uno di expecorari vivo, hanno casa a via del governo vecchio, per non parlare di Panico a cento metri di distanza. E a Panico non ci potevi entrare perchè c'era la vera malavita. A piazza navona non ci voleva abitare nessun borghese, a meno che non avevi il palazzo. Questa è ancora Roma. Certo che se vendono fanno i quattrini, e molti hanno venduto, ma i più ancora ci abitano e non perchè se lo possono permettere.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Non so se ho letto con la dovuta attenzione, ma mi sembra che non sia stato toccato un punto per me importante: chi ha fatto lavori di ristrutturazione tutti regolari, dichiarati, fatturati..., poi si è visto riclassificare la casa con aumento della rendita catastale. Chi ha fatto tutto in nero ora ha attici di lusso che figurano ancora come soffitte. Della serie "cornuti e mazziati".
Han mandato da poco in TV un servizio su appartamenti di lusso proprio nel centro di Roma accatastati come A3. Immagino che non ci sia stata molta trasparenza nel lavori di ristrutturazione.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Non so se ho letto con la dovuta attenzione, ma mi sembra che non sia stato toccato un punto per me importante: chi ha fatto lavori di ristrutturazione tutti regolari, dichiarati, fatturati..., poi si è visto riclassificare la casa con aumento della rendita catastale. Chi ha fatto tutto in nero ora ha attici di lusso che figurano ancora come soffitte. Della serie "cornuti e mazziati".
Han mandato da poco in TV un servizio su appartamenti di lusso proprio nel centro di Roma accatastati come A3. Immagino che non ci sia stata molta trasparenza nel lavori di ristrutturazione.
Non è detto che il Comune abbia richiesto il Catasto o fatto l'incrocio con i dati catastali. Ti assicuro che ascoltando il discorso di Arciera ho capito il perché siano rimasti accatastati in quel modo, perché derivano da un periodo storico tanto troppo differente dall'odierno, alcune categorie come gli A/7 manco esistevano e fare l'aggiornamento catastale (se non erro avevo letto che tuo papà faceva il mio mestiere:il geometra libero professionista, non so se te ne ha mai parlato), fare un aggiornamento catastale anche solo alla fine degli anni 90 era di una procedura farraginosa incredibile il Docfa era nato da poco (se non erro nel 94) e tutte le procedure ancora un po' contorte, oggi tutti i modelli di un tempo (3 spc, ftp ecc che un tempo erano modelli a se stanti) sono stati assorbiti ed ordinati nel Docfa, anche se la versione 1.0 e 2.0 erano un incubo (parlando ed imparando con chi mi ha insegnato in praticantato) io ho iniziato nell 2000 a far praticantato ancora con questi modelli, veramente era un calvario (visto che le planimetrie le facevi ancora su carta millimetrata lucida del "Nuovo catasto edilizio urbano" un errore anche piccolo e buttavi via il lucido... Era un casino correggere. La versione 3.0 è stata una vera rivoluzione poiché permetteva di disegnare tutto a CAD per la prima volta (quindi come un progetto puoi correggere senza buttare via il lavoro) inoltre avevano introdotto l'invio online... Un sogno. Noi di Biella poi avevamo il problema che (pur essendo provincia dal 93/94) non avevamo una nostra Agenzia del Territorio provinciale ma fino al 2001 l'ufficio che controllava era il Catasto di Vercelli (40 km da Biella) infatti si chiamava Catasto di Biella e Vercelli, non esisteva l'on line, il servizio era deficitario, nessuna informatizzazione (se parlavi di CAD li dentro sembravi un astrofisico) per ogni cavolata erano 40 km, inoltre l'incrocio con i dati Comunali era quel che era. Oggi tutto è cambiato in meglio e ormai essendo tutto informatizzato e con l'avvento delle varie banche dati elettroniche ci vuol molto poco a fare gli incroci tra redditi dichiarati, proprietà ed altri beni. Il problema degli immobili e delle loro rendite è che esistono ancora rappresentazioni grafiche che definire "antiche, è ancora un eufemismo", e tante volte non riesci neppure ad avere le planimetrie (ti capita che o c'è un problema con i mappali, o è stata presentata una planimetria differente oppure l'hanno scambiata con altre proprietà, ecc.) dal 1 gennaio 2006 tutti gli aggiornamenti catastali presentati ed approvati vengono inviati ai Comuni per cui son sempre aggiornati. Il fatto è che per avere una buona ridefinizione delle rendite dei Catasti occorre in primis stimolare l'edilizia di recupero e non, facendo così ( occorrendo obbligatoriamente l'aggiornamento catastale, si vanno a sanare sperequazioni sulle rendite immobiliari ferme alla notte dei tempi) in un colpo solo dai lavoro non solo a professionisti ed imprese ( crei occupazione) ma dai gettito ulteriore allo Stato tramite i Comuni (oneri vari) e catasto (oneri per le varie presentazioni) e contemporaneamente riequilibri le rendite catastali. Tutto questo senza nessuna epocale riforma, ma continuando ad applicare semplicemente quella attuale che visto la crisi del mercato edilizio, per forza di cose si è fermata anch'essa.
 

griz

Membro Storico
Professionista
per arciera: non credo che gli eredi dei pecorai vivano in appartementi che hanno le condizioni di 80 anni fa, avranno ristrutturato, purtroppo, come dice Daniele 78 un tempo l'adeguamento catastale era solo planimetrico e la rendita difficilmente variava, un A4, rimaneva A4, oggi invece la variazione riguarda anche gli adeguamenti tecnologici e le classi e categorie vengono gestite in modo molto più preciso, gli attici classati A5 non hanno oggi oggettivamente senso e creano quelle sperequazioni che mettono in condizioni una persona che ha variato il catasto perchè ha spostato una parete e fatto il lavoro come si deve, pagare tasse più che doppie rispetto al vicino che ha ristrutturato e non ha presentato la variazione, anche semplicemente perchè le pareti sono rimaste dove erano nel 1920
 

Elisabetta48

Membro Senior
avevo letto che tuo papà faceva il mio mestiere:
Non era libero professionista però e si occupava soprattutto di strade, argini, ponti. Sempre lontani dalla sede, lavorava in casa e sono cresciuta con l'incombente e sacra presenza del tavolo dei lucidi. Era l'unica cosa in casa alla quale noi figli era stato posto un limite di accesso: non potevamo nemmeno passare a meno di due metri di distanza. :)
 

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