Luigi Criscuolo

Membro Storico
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mi sembra che quello che tuttora è chiamato canone sia una tassa legata al possesso di almeno un apparecchio radiotelevisivo. Si dovrebbe dimostrare di non avere in casa (o in auto) nemmeno una radio.
Poi riporto dal link al quale mi sono connesso:
"Le ragioni dell’odio degli italiani nei confronti del cosiddetto “canone” – ma che in realtà viene considerata dalla Cassazione [3] un’imposta vera e propria – risiedono nell’inefficienza della gestione, nella scarsa qualità dei programmi e, soprattutto, nella concorrenza sleale che essa farebbe alle altre televisioni: la Rai, infatti, oltre agli incassi derivanti dalla pubblicità di cui godono tutte le altre emittenti, si è arrogata, con legge, il diritto a un canone invece negato agli altri."
L'avversione al pagamento del canone risale alla fine degli anni '50 quando l'evasione era massiva: l'inefficienza della gestione, la scarsa qualità dei programmi e la concorrenza sleale nei confronti delle altre televisioni citata nell'articolo non c'entrano come non c'entravano allora.
E che gli italiani sono insofferenti a qualsiasi tipo di tassa ad incominciare da quella sul proprio reddito.
 

adimecasa

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Professionista
va bene dare delle notizie e delle risposte gia per anni dette ripetute e tritate, ma sto canone è da pagare o noooooooooooooooooo
 

quiproquo

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Nel disastro del Berlusconismo vi è spazio abbondante per la denigrazione della RAI.
Quando quel malfattore da imprenditore edile decise di entrare nel mondo mediatico televisivo impadronendosi delle onde spaziali con
l'indebito intervento di quell'altro mascalzone che come presidente del consiglio invece di difendere
un ente statale e la sua esclusività in materia di etere gli permise di impossersarsene nonostante una legge avversa che un giudice aveva cercato di far rispettare...per la mia beneamata mamma RAI cominciò un lentissimo declino...ancora in corso.
Tutto si diceva sulla RAI che era lottizzata dai tre
partiti maggiori...e tutti lo sapevano... Ma vi era nelle tre reti un comune denominatore di decenza al di sotto del quale non si scendeva e
cosa importante non aveva bisogno di rincorrere
l'indice di ascolto perchà la pubblicità era RIDOTTA AL MINIMO e non era preponderante
fino al punto da influenzare la programmazione
e la scelta tipologica e temporale dei palinsesti.
La prima cosa che fece il ganimede fu quella di copiare (all'epoca erano famosi i giapponesi...)
il meglio della RAI...: nella terza pagina dei giornali si parlò di "EFFETTO RAI"...iniziando col
prendersi il conduttore n.1 che era lo stesso emblema della stessa. Spero che qualche propista con la mia età potrà intervenire a sostegno o meno di quel che ho detto. Potrei scrivere ancora per molte pagine..e non va bene...Chiudo asserendo a viva voce che nonostante tutto io sarei disposto
a pagare un extra canone per ottenere anche una sola rete RAI senza pubblicità. La RAI resta comunque un enorme archivio storico e di conoscenze che non hanno eguali in Italia al quale fanno ricorso continuamente anche le reti
di quel fottutissimo eccellentissimo imbonitore, ganimede impenitente, ridefloratore
di giovani pulzelle, più o meno consenzienti, ben
remunerate con fiumi di denaro..prebende..
incarichi e poltrone eccelse....Allora: Viva la RAI??? No !!! Aiutiamola a ridefinirsi??? SI' !!!.
Prossimamente da Quiproquo...
 

Franzisku

Membro Attivo
Proprietario Casa
Se si possiede una TV o un qualsiasi altro apparato che consenta la ricezione del segnale (come indicato anche nella comunicazione fornita dal Ministero dello Sviluppo Economico in questo link) il CANONE si PAGA non c'è via di scampo.
Se invece uno guarda la TV tramite adsl su un monitor NON si PAGA.
 

condobip

Membro Storico
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Invece anche il PC dotato di scheda per la ricezione dei canali TV è considerato come ricevente e deve pagare il canone;

OGGETTO: Chiarimenti applicazione RDL n. 246/1938 – Canone abbonamento Rai
....
D’altra parte, in ogni sistema di ricezione radio è necessario, ed è presente solo in questi, un sintonizzatore, per la sua funzione essenziale di prelevare il segnale di antenna. Ne consegue che un sistema di radioricezione può essere (bi)univocamente associato al suo componente sintonizzatore, ....
Sulla base delle osservazioni precedenti, una definizione per gli apparecchi “atti” e quelli “adattabili” può essere fondata sulla duplice caratteristica della presenza o meno di un tuner, che operi nelle bande destinate al servizio di Radiodiffusione, nell’apparecchio in questione e sulla autosufficienza dell’apparecchio stesso a erogare un servizio di radioaudizione (come indicato nel RDL n. 246 del 1938 ma che oggi è da intendersi più genericamente come “servizio di
radiodiffusione”) all’utente.
http://www.abbonamenti.rai.it/doc/nota-Agenzia-Entrate-canone-rai-22-02-2012.pdf
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
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Caro Quiproquo: al di la della tua sparata antiberlusconiana che non condivido pienamente, devo dire che agli albori la TV nacque sull'asse MI-TO. Le Trasmissioni erano su appuntamento e su un canale solo: mi ricordo che alle ore 16 c'era RinTinTin, sostituito poi Lassie, ed i programmi coprivano solo la fascia serale. A Milano, in occasione della fiera campionaria, trasmettevano verso le 10 di mattina dei film. Oggi il monoscopio che veniva trasmesso per coprire i vuoti di programmi non esiste più, le trasmissioni sono 24/24 ore ed abbiamo 3 reti governative principali e 12 canali RAI accessori. Il principio della detenzione in regime di monopolio della diffusione delle notizie (con a rimorchio gli spettacoli, e sopratutto la cultura) è anacronistico: anche in Russia non c'é più solo la TV di stato; negli USA la TV è sembre stata un affare privato. Quindi consentire l'esistenza di reti televisive non governative è un adeguamento alla pluralità di informazione. Che poi con la scusa della pluralità di informazione ci sia gente che riesce a fare soldi questa, se permetti, è un'altra faccenda. Diversi imprenditori si sono cimentati con le reti televisive ma hanno mollato: i casi di rete 4, Italia 1 e telemontecarlo/La7 sono emblematici. Se gli italiani guardano certi canali sopportando le massive interruzioni pubblicitarie che trasmettono questo è un fatto che finché viene sopportato darà da mangiare ai pubblicitari: se non c'é una sommossa per la quale si smettono di vedere questi canali le interruzioni pubblicitarie cresceranno. Per quanto riguarda la qualità delle trasmissioni bisogna considerare che è praticamente impossibile produrre programmi di qualità: bisognerebbe poi anche chiedersi che cosa si intende per qualità. Chi ha la responsabilità dei palinsesti guarda solo i responsi auditel.
I teatri, dove gli spettacoli sono fatti senza pubblicità, fanno fatica a sopravvivere se non ci sono le sovvenzioni statali perché chi esce alla sera va in discoteca a stordirsi con musiche ad alto volume oppure va ad ubriacarsi nei lounge bar. A sentire concerti o a vedere recite sono in pochi e con il pagamento del biglietto (quando lo pagano perché la maggior parte delle volte sono tutti inviti) i conti non quadrano. Quindi anche pagare 200 euro all'anno di canone si rischia di tornare alla tv con il monoscopio.
 

jac0

Membro Senior
Proprietario Casa
Quanto si sente in TV si può sentire dal pc. Fate come me: vi sbarazzate dei televisori, comunicate il fatto alla RAI e dal 2014 siete liberi dal canone TV. Amen!
 

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