fabrizio g.

Membro Junior
Conduttore
Salve a tutti,
è la prima volta che scrivo su un forum, tanto meno di questo genere, spero innanzitutto di aver scritto nella sezione più consona a questo quesito che sto per porvi.
Io e un mio collega di lavoro stiamo pensando di diventare amministratori di condomini, e io mi stavo chiedendo quale tipo di società ci conviene costituire per far fronte più agevolmente ai costi della professione e soprattutto per proteggere maggiormente il nostro reddito da lavoro.
Ho fatto un po' di ricerche e per quel poco che ne so io di mio, quelle più appetibili sono:
- S.R.L. a 1 euro
-S.A.S.

Mi piacerebbe però avere un altro riscontro da chi di voi è più ferrato di me in materia e da chi di voi ha già dovuto trovere queste risposte per se stesso e che quindi ci è già passato.
Sono uno a cui piace sapere il perchè delle cose, quindi vi prego di darmi risposte esaurienti ;)

Grazie in anticipo a chi parteciperà a questa discussione!!
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
fare il corso per diventare Amministratori di Condominio è essenziale, ma avete già qualche condominio tra le mani? Perché è vero che con una srl semplificata il costo di start-up della azienda è minimo, però alla fine dell'anno dovete fare dei bilanci: se non avete clienti passi il primo anno ma al secondo, qualcuno potrebbe drizzare le orecchie se i bilanci sono in rosso sopratutto se il capitale sociale con il quale far fronte ai debiti è di 1 euro. Sappi che la nomina ad Amministratore è personale se fai una societa di amministrazione immobiliare coinvolgi la società: che garanzie può dare una società con un capitale sociale di 1 euro, non prenderà in leasing nemmeno la fotocopiatrice.
Tu ed il tuo amico siete soci ma anche lavoratori; i soldi che vengono fatturati dalla società come pensi vengano distribuiti tra i lavoratori? Come retribuzione? Si apre il discorso INPS se siete già dipendenti a tempo pieno non credo che possiate cumulare i contributi che come dipendenti la società vi deve obbligatorimente pagare. Con i controlli incrociati emergerebbe che avete contemporaneamente due lavori. Sarebbe diverso se foste entrambi dipendenti non a tempo pieno. Oppure se foste solo soci ed aveste dei dipendenti. Perché essere socio di una società non è in contrasto con l'attività di lavoratore dipendente.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
avendo un contratto a tempo intederminato di 40 ore settimanali come impiegato, si può fare un lavoro saltuario (il sabato e/o la domenica) con contratto di ritenuta d'acconto alla fonte: ad esempio procacciatore d'affari (di assicurazioni, di beni finanziari, di appartamenti,previo corso di formazione)/promoter (di prodotti di bellezza, pentolame in acciaio inox)/hostess di manifestazioni fieristiche e di convegni; teoricamente questo lavoro non dovrebbe impegnare più di 8 ore la settimana.
Questo perché l’orario di lavoro è regolata, oggi, dal D.lgs 66/2003 e successive modificazioni.
In particolare, rileva l’art. 4 del cit. Decreto che disciplina l’orario massimo di lavoro.
La durata massima settimanale dell’orario di lavoro, infatti, è stabilita in linea di principio dai contratti collettivi di lavoro. In ogni caso, non può superare la media di 48 ore ogni 7 giorni.
 

StLegaleDeValeriRoma

Membro Assiduo
Professionista
l'idea è buona ma va gestita sin dall'inizio con l'ausilio di un commercialista e di un avvocato della vostra città che potrà supportarvi nella gestione delle problematiche legali che ogni amministratore deve saper fronteggiare nel corso del mandati .... auguri.
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
In particolare, rileva l’art. 4 del cit. Decreto che disciplina l’orario massimo di lavoro.
La durata massima settimanale dell’orario di lavoro, infatti, è stabilita in linea di principio dai contratti collettivi di lavoro. In ogni caso, non può superare la media di 48 ore ogni 7 giorni.
Si intende l'orario massimo di lavoro di un lavoratore dipendente: nulla vieta ad un libero professionista, un imprenditore, un lavoratore autonomo, un artigiano, un coltivatore diretto ecc. (che non hanno alcun contratto collettivo) di lavorare 12 ore al gg per 7 gg la settimana, quindi ad un'eventuale attività in proprio puoi dedicare le ore che vuoi..Saluti.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
nulla vieta ad un libero professionista, un imprenditore, un lavoratore autonomo, un artigiano, un coltivatore diretto ecc. (che non hanno alcun contratto collettivo) di lavorare 12 ore al gg per 7 gg la settimana,
tu conosci per caso dei liberi professionisti che lavorano 3 ore alla settimana e poi passo il resto del loro tempo a giocare a golf? Io conosco dei liberi professionisti (geometri, ingegneri) che escono di casa alla 5;30 arrivavano a studio nei dintorni delle ore 6:00 scrivono parte delle relazioni delle visite effettuate il giorno prima, escono dall'ufficio verso 7:00 ed incominciano a fare il giro dei cantieri (dove sono D.L.; coordinatori per la sicurezza; pregettisti; consulenti tecnici) inframmezzati con appuntamenti in tribunale dove devono prestare giuramenti perché nominati CTU dal Giudice; mentre mangiano un tramezzino vanno a fare dei sopralluoghi, magari poco fuori Roma, poi ritornano in ufficio dove hanno appuntamento con dei clienti per il disbrigo di Dia,CILA ed operazioni catastali varie, quindi riprendono a scrivere le relazioni del giorno prima non finite durante le prime ore del mattino ed a redigere dei computi metrici, o a redigere le CTU; magari verso le 18:30 partecipano a qualche assemblea per spiegare ai condomini il perché dei prezzi dei lavori che vorrebero fare (ma che poi non faranno perché non hanno soldi), oppure per spiegare il perché qualche condomino ha fatto causa al condominio ecc... ecc... ; per poi rincasare alle 21;30.
Credo che la tua precisazione sia pleonastica.
Comunque per tornare al topic se una persona lavoro come dipendente a tempo pieno possa svolgere un secondo lavoro la risposta è si: se ne ha le capacità intellettive e fisiche può svolgere quanti lavori vuole. L'importante è che lui non trascuri il lavoro principale. A questo punto il quesito diventa quale è il lavoro principale? Quello sicuro? Quello che è più remunerativo? Come si faccia a svolgere a tempo pieno, magari contemporaneamente, due lavori io non mi capacito. Una cosa è certa che entrambi i datori di lavori devono essere avvisati della doppia o, a questo punto, tripla attività del proprio dipendente. Io sostengo che sono veramente poche le persone che possono fare contemporaneamente, e bene, due lavori. Io non mi dimentico dei lavoratori studenti che per frequentare l'università oltre ad usufruire di tutti i permessi possibili ed immaginabili, quando erano sotto esame portavano i libri in ufficio e tenevano le pratiche aperte sulla scivania ma sotto avevano i libri aperti per studiare. Meno male che la moda dei lavoratori studenti è finita. Sfido una persona che ha un doppio lavoro a non telefonare o ricevere telefonate inerenti il secondo lavoro mentre è in servizio nel primo posto di lavoro. E' praticamente impossibile. Come la mettiamo se venisse chiesto a questa persona di fermarsi per fare dello straordinario?
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
Questo perché l’orario di lavoro è regolata, oggi, dal D.lgs 66/2003 e successive modificazioni.
In particolare, rileva l’art. 4 del cit. Decreto che disciplina l’orario massimo di lavoro.
La durata massima settimanale dell’orario di lavoro, infatti, è stabilita in linea di principio dai contratti collettivi di lavoro. In ogni caso, non può superare la media di 48 ore ogni 7 giorni.
E allora, dopo il tuo poema che non ho letto fino in fondo, cosa serve la tua citazione di leggi e articoli???
Era ben chiaro che fabrizio voleva intraprendere un lavoro extra in aggiunta a quello dipendente e ad un lavoro in proprio si possono dedicare quante ore si vogliono........(comunque per esperienza personale ho in casa un lavoratore autonomo che, oltre al lavoro quotidiano, dedica le serate a stendere preventivi, i sabati a visitare i cantieri per le misurazioni, le domeniche a visitare i clienti per riuscire a farsi pagare le fatture, se non è lavoro questo!!!!)
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Era ben chiaro che fabrizio voleva intraprendere un lavoro extra in aggiunta a quello dipendente e ad un lavoro in proprio si possono dedicare quante ore si vogliono......
Forse ti è sfuggito che Fabrizio vuole abbinare alla attività di lavoratore dipendente a tempo pieno una attività abbastanza impegnativa tale da voler fare una società.
Io sostengo che, al di là del fatto pensionistico che è nebuloso (sabato ho chiesto ad una mia amica ex dipendente INPS la quale mi ha detto che le sembra che, in questi ultimi anni, si possa cumulare contributi relativi a stessi periodi di lavoro), sia praticamente impossibile svolgere una seconda attività senza sconfinare nel tempo, e nella attenzione, che si deve dedicare al primo lavoro che è quello originario. Se poi al primo datore di lavoro gli sta bene che un proprio dipendente, ogni tanto, durante l'orario di lavoro, che lui paga, faccia attività che non hanno alcuna attinenza con il rapportodi lavoro in essere, io non ho nulla da obiettare. Il fatto è che in un rapporto di lavoro che si sviluppa in una piccola /media azienda è più difficile che le distrazioni di un dipendente sfuggano ad un titolare o ad un superiore; invece in una azienda pubblica o in una mega azienda "privata" tipo Pirelli, Telecom ecc... le diversificazioni che i dipendenti possono fare sono in relazione con il controllo esercitato dai superiori.
Non bisogna confondere la possibilità di fare un secondo lavoro al di fuori del rapporto di lavoro a tempo pieno già acquisito con il diritto a farlo, usando, seppure parzialmente, il medesimo orario lavorativo.
La medesima amica di cui ho scritto poche righe più sopra, quando era in servizio, si lamentava di un collega che, forte delle sue raccomandazioni e di un certificato medico che asseriva delle turbe psichiche, non andava mai a lavorare; a volte timbrava e poi usciva e non si faceva più vedere per diversi giorni; e tutti sapevano che andava a lavorare in uno studio. Il lavoro che doveva svolgere costui veniva spalmato dal capo ufficio sugli altri dipendenti ed alle loro rimostranze costui diceva "non mettetemi ulteriormente nei guai ho già parlato con il dirigente e questo mi ha detto di pazientare perché a sua volta aveva ricevuto una telefonata dalla segreteria di un politico di alto rango che, a seguito di una prima lettera di richiamo, lo aveva difeso dicendo tra l'altro che era un padre di famiglia che doveva mantenere una famiglia numerosa con un figlio handycappato."
 

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