Michele86

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Proprietario Casa
Salve a tutti, vi ringrazio innanzitutto per lo spazio offerto, sono ormai 10 anni che sto combattendo per una causa di successione, cercherò di essere il più chiaro possibile anche se la situazione è piuttosto confusionaria.

10 anni fa veniva a mancare mia madre, il mio patrigno intestatario (in comunione di beni) di 5 immobili mise avanti le mani con un "non darò niente a nessuno".

Si apre quindi una causa di successione, nella quale lui inserisce tre immobili in collazione a mio nome.

Il primo immobile mi fu "regalato" 30 anni fa, ero giovane e non ne ho neanche usufruito in quanto per studi mi dovetti trasferire altrove, l'immobile 2 anni dopo venne venduto da lui stesso (ovviamente con la mia firma) a prezzo maggiorato, di cui intasco la vendita e con parte di quei soldi ne fu comprato un altro sempre a mio nome (cosa che ho ammesso senza problemi in sede di giudizio, del resto secondo l'avvocato sarebbe bastato non ricollegare gli acquisti a mia madre).

Premetto che l'acquisto fu effettuato con girata di assegni bancari direttamente verso il venditore, MENTRE nel contratto di compravendita risultano unicamente il mio nome e quello di mia moglie in quanto nel frattempio mi sono sposato in comunione dei beni.

In seguito alla nascita del primo figlio mi regalò un ulteriore appartamento (essendo nel ramo immobiliare con diverse filiale aveva ampie possibilità economiche e di trovare offerte) sempre utilizzando lo stesso metodo, girata di assegni bancari al venditore, e nel contratto ancora una volta compare unicamente il mio nome e quello di mia moglie.

Tornando al presente la situazione attuale è questa: è stata emessa una sentenza a suo favore riconoscendo tutte e 3 le case come donazioni indirette + INTERESSI LEGALI che sommato al tutto e a 10 anni di causa addirittura superano il valore dei suoi 5 immobili, mi trovo quindi gia nella condizione di doverlo pagare io.

A questo punto avrei alcune domande:

1) Il mio patrigno non ha portato alcuna documentazione comprovante l'acquisto delle case, ha unicamente chiamato come testimone il venditore di una sola casa che ha ammesso di aver ricevuto i soldi da lui e ha sottolineato il fatto che a quei tempi non potevo permettermi l'acquisto di una casa mentre lui si, su queste basi il giudice ha riconosciuto la donazione indiretta, è possibile una cosa del genere ? In appello o in Cassazione potrebbero confermare questa decisione ?

2) Se anche fosse riconosciuta da parte del mio patrigno la donazione indiretta, in che maniera può apparire come collazione visto che è stato LUI a donarla e non mia madre ovvero la de cuius ? Forse la comunione dei beni in questo caso implica questa possibilità ? Ma allora non sarebbe il 50% DEL 50% ?

3) La casa comprata da lui e rivenduta da lui 2 anna dopo com'è possibile risulti una donazione ? E com'è possibile che mi vengano riconosciuti interessi legali se non la vedo da 30 anni ?

4) Il giudice fortunatamente ha riconosciuto solo il 50% delle ultime due case, in quanto l'altro 50% di mia moglie sembra risulti non incluso. A seguito della mia volontà di andare in appello lui mi ha praticamente minacciato dicendo che in appello si sarebbe preso anche l'altro 50% (+ altri interessi legali dovuti al tempo che passa). Potrebbe succedere ?

5) Il valore dei beni in successione e in collazione è stato, per ordine del giudice, ricalcolato a data attuale, mentre da quel che ho sempre letto (soprattutto per le collazioni per imputazione) andava calcolato all'apertura della successione. Tutto cio mi sembra un assurdità, in quanto il rapporto dare e avere non può basarsi sull'andamento del mercato, non sarebbe stato più corretto e giusto fare una proporzione basandosi sui valori nel giorno di apertura della successione ?

Scusa il "papiello" ma credetemi, sono veramente indeciso se continuare in appello e/o in cassazione, sono convinto che in tutta questa storia ci sono dei punti che non tornano ma d'altro canto il rischio è alto, potrei perdere molto di più di quello che perderei ora, in pratica si basa tutto sul riconoscimento o meno delle collazioni.

Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
 
O

Ollj

Ospite
in che maniera può apparire come collazione visto che è stato LUI a donarla e non mia madre ovvero la de cuius ? Forse la comunione dei beni in questo caso implica questa possibilità ? Ma allora non sarebbe il 50% DEL 50% ?
Sarebbe interessante leggere la sentenza. Ad ogni modo, quanto imputato a collazione sarà sempre e solo il 50% della de cuius (il rimanente 50% del patrigno le è stato donato ma non va in collazione). Quindi ricostituito il patrimonio ereditario con la collazione (quale il patrimonio relictum?), della somma tra donatum + relictum si farà una suddivisione i patrimo). Su tali premesse andrà analizzata la sentenza a lei contraria.
l'immobile 2 anni dopo venne venduto da lui stesso (ovviamente con la mia firma) a prezzo maggiorato, di cui intasco la vendita e con parte di quei soldi ne fu comprato un altro
Il resto dei soldi, non usati per il 2° acquisto (così anche per il 3°?), chi li trattenne, il patrigno (immagino)? Può dimostrarlo?
 

Michele86

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Sarebbe interessante leggere la sentenza. Ad ogni modo, quanto imputato a collazione sarà sempre e solo il 50% della de cuius (il rimanente 50% del patrigno le è stato donato ma non va in collazione). Quindi ricostituito il patrimonio ereditario con la collazione (quale il patrimonio relictum?), della somma tra donatum + relictum si farà una suddivisione i patrimo). Su tali premesse andrà analizzata la sentenza a lei contraria.

La ringrazio per la risposta e mi scuso per esser stato poco chiaro, dopo 10 anni e tante situazioni che sono state inserite comincio anche a "perder colpi" su quelli che sono stati gli eventi. Dunque la quota caduta in successione come dice giustamente lei è il 50% che diviso 3 (ho anche un fratello) sono il 16% a testa. La quota delle case in collazione invece è al 100% per quanto riguarda la prima casa (quando non ero sposato) e al 50% le altre due. La domanda verteva sul fatto che, da quel che sapevo (e mi è stato detto dal mio legale) solo le donazioni effettuate da mia madre potevano valere come collazione, per le donazioni del mio patrigno servirebbe una causa a parte al di fuori della successione.

Il resto dei soldi, non usati per il 2° acquisto (così anche per il 3°?), chi li trattenne, il patrigno (immagino)? Può dimostrarlo?

Si, li trattenne lui. Purtroppo no, non ho potere di dimostrarlo. Come lui non ha dimostrato di averla acquistata di tasca propria, del resto il contratto era a nome mio. Da qui nasce la mia perplessità nell'aver vista riconosciuta la donazione indiretta.
 

Dimaraz

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Oltre che lungo "papiello" direi anche confusionario...non si capisce perfettamnte cosa hai avuto in regalo e cosa invece è stato simulato.
 
Ultima modifica:

Dimaraz

Membro Storico
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solo le donazioni effettuate da mia madre potevano valere come collazione, per le donazioni del mio patrigno servirebbe una causa a parte al di fuori della successione.

Questo è il busillis...perchè un Giudice ha "avallato" tale interpretazione.
Hai esordito che pure il tuo patrigno era in comunione dei beni con tua madre...quindi al limite collazione sul 50%...ma qanti altri immobili ha compravenduto egli stesso?
Se avesse operato in tal senso che fine hanno fatto le "parti" di tua madre?

Caso alquanto "intricato"...e in ogni caso un po' sprovveduti nel non aver previsto dei "paletti".
 

Michele86

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Questo è il busillis...perchè un Giudice ha "avallato" tale interpretazione.
Hai esordito che pure il tuo patrigno era in comunione dei beni con tua madre...quindi al limite collazione sul 50%...ma qanti altri immobili ha compravenduto egli stesso?
Se avesse operato in tal senso che fine hanno fatto le "parti" di tua madre?

Caso alquanto "intricato"...e in ogni caso un po' sprovveduti nel non aver previsto dei "paletti".

Non voglio pensare male anche se ne avrei donde, visto che molteplici cose non sono state considerate, cose che il mio legale ha perfettamente riportato e sono state ignorate (ad esempio un conto in banca cointestato con un po di liquidità che è stato bellamente ignorato dal giudice nonostante in ogni relazione del mio avvocato fosse presente).

A pensar male ma non troppo direi che il magistrato non si è minimamente studiato la pratica come minimo.

Tornando al discorso e per riassumere: In totale per quel che riguarda me, ha comprato un appartamento (il primo) lo ha rivenduto comprando in seguito il secondo (tenendo per se l'avanzo) e in seguito ne ha comprato un terzo. Quando parlo di comprato intendo sempre il solito giro di assegni al venditore, ma in tutti i contratti risulto sempre e solo io (e mia moglie al 50% negli ultimi due).

Mi scuso se non ho saputo descrivere in maniera più chiara la situazione, il caso è senz'altro intricato (lo ha reso lui intricato, di base era una semplice successione) e ho veramente seri dubbi se andare avanti o meno. Lui è stato sprovveduto, ma sembra che nonostante ciò la legge sulla base di due testimonianze abbia già deciso..
 
O

Ollj

Ospite
Domani rileggerò con calma il tutto.
Perché non omette nomi delle parti, tribunale del luogo, date e indirizzi e poi riporta il testo della sentenza tutta?
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
...solo le donazioni effettuate da mia madre potevano ...

Ma se era in comunione dei beni con tua madre si sarà supposto che le somme appartenevano ad entrambi e quindi certamente collazione per la quota riferibile a tua madre.
A volte un mistero certi Giudici...ma una collazione con il donante in vita sarebbe storia da giurisprudenza oltre i confini della realtà.
Patrigno sprovveduto? Ditei di no...non mi riferivo a lui
 

Michele86

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Domani rileggerò con calma il tutto.
Perché non omette nomi delle parti, tribunale del luogo, date e indirizzi e poi riporta il testo della sentenza tutta?

Grazie ma preferirei di no, sono una sessantina di pagine da scansionare ed editare e inoltre preferirei non rischiare visto che sicuramente cerca casi simili anche lui.

Ma se era in comunione dei beni con tua madre si sarà supposto che le somme appartenevano ad entrambi e quindi certamente collazione per la quota riferibile a tua madre.
A volte un mistero certi Giudici...ma una collazione con il donante in vita sarebbe storia da giurisprudenza oltre i confini della realtà.
Patrigno sprovveduto? Ditei di no...non mi riferivo a lui

Quindi l'avvocato ha sbagliato ? Mi ha sempre detto al limite di far apparire lui come donante e non mia madre per evitare la collazione.

E se così non fosse per quale motivo allora la prima casa risulta al 100% invece del 50% e le altre al 50% invece che al 25% ? Del resto allora la quota donata sua non centra nulla con la successione.

Se per sprovveduto intendevi me.. hai ragione, ma del resto prima esisteva un rapporto totalmente diverso, cos'altro potevo fare per "pararmi" ?
 

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