romettor

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...in effetti non è proprio confacente perchè attiene al C/C cointestato anche se apre a qualche meditazione tra cui, sei re in tribunale ed appello per poi esser tranquillamente spodestato. Siamo in italia, siamo a Roma, il concorso per magistrati è unico. Allora due "giustizie" o il fatto che non sai mai come finisce?
Comunque la tua problematica è differente poichè la tua donazione indiretta è palese.
 

Dimaraz

Membro Storico
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Attendo le tue delucidazioni in merito.

Quest'ultima sentenza attiene al tuo caso solo per l'argomento (donazioni indirette) e per una limitata parte della massima estraibile (anche senza "atto notarile" si può configurare una donazione indiretta)...ma potrebbe (uso del condizionale = a prima vista) rappresentare un esempio di uno delle non infrequenti contraddizioni ed illogicità in cui incappano gli "ermellini".

Però tale "cortocircuito" è risultante da una lettura affrettata del principio enunciato e nell'errato pensiero che il 3° grado sia un processo che giudica i fatti.

In breve gli "ermellini" hanno accolto il ricorso del marito censurando la decisione della Corte d' Appello che non aveva accettato la tesi di quest'ultimo sull' animus donandi (volontà di donare) nel versamento iniziale dei 100mila.

In realtà i Giudici di Corte Suprema hanno "bocciato" le spiegazioni contenute nella sentenza di 2° grado perchè riportavano 2 motivazioni opposte (in contraddizione).

Questo non significa che il marito abbia ragione...ma che la sentenza vada "riformata" con un nuovo esame presso altro tribunale.

Quindi vero che la contitolariltà può significare donazione indiretta (e alcuna necessità dell'atto pubblico)...ma ciò comporta solo la "presunzione" che i denari appartengano un 50% ciascuno.
Ciò comporta l'inversione dell'onere della prova...ovvero la moglie che rivendica il 100% deve dimostrare che i soldi provenivano solo dalle sue risorse.
Nello specifico ciò era acclarato stante che lo stesso marito lo aveva testimoniato.


Se ci si basa sulla sola "massima apparente" la Suprema Corte avrebbe contraddetto quanto emesso in precedenza: vedasi Corte di Cassazione, sez. II Civile, sentenza 9 luglio 2013 - 16 gennaio 2014, n. 809
 

romettor

Membro Ordinario
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...e si Dimaraz la Corte dice e contraddice e ciò lo sappiamo da quel di. Comunque non si sa se fossero marito e moglie e poi non si rimanda ad altro tribunale ma ad altra sezione della C.A. di Roma teatro di tutta la vicenda.
Si ricava che la forma per donazioni di denaro che non siano di modico valore è l'atto pubblico come da CC e che altri modi di aggirarlo tra cui per es aprire un conto cointestato e mille altri alla fine posso arrecare bei pasticci e che comunque l'unica cosa certa del diritto è la sua assoluta incertezza dalla Suprema Corte di Cassazione in giù.
 

Slas998

Membro Attivo
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Quest'ultima sentenza attiene al tuo caso solo per l'argomento (donazioni indirette) e per una limitata parte della massima estraibile (anche senza "atto notarile" si può configurare una donazione indiretta)...ma potrebbe (uso del condizionale = a prima vista) rappresentare un esempio di uno delle non infrequenti contraddizioni ed illogicità in cui incappano gli "ermellini".

Però tale "cortocircuito" è risultante da una lettura affrettata del principio enunciato e nell'errato pensiero che il 3° grado sia un processo che giudica i fatti.

In breve gli "ermellini" hanno accolto il ricorso del marito censurando la decisione della Corte d' Appello che non aveva accettato la tesi di quest'ultimo sull' animus donandi (volontà di donare) nel versamento iniziale dei 100mila.

In realtà i Giudici di Corte Suprema hanno "bocciato" le spiegazioni contenute nella sentenza di 2° grado perchè riportavano 2 motivazioni opposte (in contraddizione).

Questo non significa che il marito abbia ragione...ma che la sentenza vada "riformata" con un nuovo esame presso altro tribunale.

Quindi vero che la contitolariltà può significare donazione indiretta (e alcuna necessità dell'atto pubblico)...ma ciò comporta solo la "presunzione" che i denari appartengano un 50% ciascuno.
Ciò comporta l'inversione dell'onere della prova...ovvero la moglie che rivendica il 100% deve dimostrare che i soldi provenivano solo dalle sue risorse.
Nello specifico ciò era acclarato stante che lo stesso marito lo aveva testimoniato.


Se ci si basa sulla sola "massima apparente" la Suprema Corte avrebbe contraddetto quanto emesso in precedenza: vedasi Corte di Cassazione, sez. II Civile, sentenza 9 luglio 2013 - 16 gennaio 2014, n. 809
Sei di un 'limpido' unico. Grazie.
 

Slas998

Membro Attivo
Conduttore
P.s. non e' che voglia sottoscrizioni, ho percepito che in un forum serio nessuno le fa', ma percepire se vi e' una ''linea'' positiva o negativa.
 

romettor

Membro Ordinario
Proprietario Casa
La tua è di certo una donazione indiretta. i problemi potrebbero insorgere solo da parte di un coerede che si tenga leso nei suoi diritti.
 

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