Marlons

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Per fine anno dovrei chiudere o cedere attività commerciale. Ma mi trovo rimanenze di merce per un importo di 100.000. So che su questa cifra dovrei versare l IVA. O vendere la merce è fatturarla in blocco. Nel caso non trovi il compratore della merce cessando attività posso versare l IVA dilazionata ? Se si in quanti mesi.? E la merce che vado vendendo con.l IVA pagata come va ceduta. Con una normale ricevuta di consegna?? O come. Grazie a chi mi risponde.
 
So che su questa cifra dovrei versare l IVA. O vendere la merce è fatturarla in blocco.

Versi l'IVA se vendi la merce non è che le cose cambino se vendi ad un consumatore finale oppure ad altro commerciante.
Questione un "filo" diversa se cedi l'attività e con essa le rimanenze.

Ti consiglio di valutare tutte le questioni con un commercialista "serio" sul posto.

In attesa di risposte mi quoto...

Precisando che non ti sei "autoquotato"...sollecitare risposte dopo 5 minuti che hai aperto una nuova discussione ad ore tarde...è un pessimo indicatore.
 
Per fine anno dovrei chiudere o cedere attività commerciale.
se hai una attività commerciale avrai anche un commercialista che ti tiene la contabilità; perché queste domande non le fai a lui visto che lo paghi?
Se sei un commerciante acquisti beni, paghi le fatture e l' IVA ed avrai un sacco di IVA a credito perché i medesimi beni non sono stati venduti. Forse non hai pagato le fatture di acquisto?
Se sei un produttore avrai l'IVA delle materie prime a credito non compensate da IVA a debito generate dalle vendite perché queste non sono avvenute.
 
io ero rimasto a:
L'IVA si applica su ogni cessione con obbligo di rivalsa, cioè con l’obbligo, da parte del fornitore, di addebitarla al cliente e di versarla in seguito allo Stato con il seguente calcolo:
IVA a debito (sulle vendite) -
IVA a credito (sugli acquisti) =
IVA dovuta
Il sistema della detrazione consente infatti di versare l’imposta soltanto sulla differenza fra le vendite e gli acquisti e quindi di assoggettare ad essa unicamente il valore aggiunto del bene o del servizio.

Tanto è vero che nelle aziende nell'ufficio contabilità c'è una persona che si occupa di fare trimestralmente il bilancio IVA.
Non è necessariamente così...ancor meno se l'attività è stata svolta da anni .
la domanda secondo me è posta in modo equivoco: infatti il postante non ha avuto risposta alla sua domanda.
Alludo a:
mi trovo rimanenze di merce per un importo di 100.000. So che su questa cifra dovrei versare l IVA. O vendere la merce è fatturarla in blocco.
Non credo che @Marlons abbia pagato ai fornitori solo l'imponibile altrimenti metterebbe in crisi la contabilità IVA di quest'ultimi. Capisco che in magazzino ci possa essere della merce in deposito, quindi mai acquistata, ma se questa non è stata usata, e/o non si è deperita, visto che si chiude l'attività, va restituita ai proprietari.

Comunque per quanto riguarda il saldo IVA il pagamento dell’importo emerso dalla dichiarazione annuale dovrà essere effettuato entro la scadenza del 16 marzo 2018.
I contribuenti potranno optare per la rateizzazione del saldo IVA 2018, pagando l’importo dovuto entro il termine massimo del 16 novembre 2018.
Se @Marlons chiude entro il dicembre 2018 si dovrà interessare se le scadenze sopra riportate valgono ancora per il 2019.
 
io ero rimasto a:

Nulla è mutato...ma forse non hai mai dovuto fare una "contabilità" IVA o non sei mai stato "perspicace" nella materia (senza offesa).

L'IVA ha una "gestione contabile" diversa da quella "finanziaria".

È un "servizio" che qualsiasi "intermediario" svolge gratuitamente per lo Stato mentre "colpisce" in via definitiva il consumatore finale.

Una ditta che "compra" (beni o servizi) diventa creditrice verso lo Stato per l'IVA che le viene addebitata indipendentemente che abbia già pagato l'obolo al fornitore.
Tale partita a credito viene scalata dall'IVA che la ditta applica sulle vendite ai propri clienti ...anche qui indipendentemente dal fatto che abbia già percepito soldi da questi ultimi.
Su varie scadenze (scelta gestionale) mensile, trimestrale ed annuale la ditta salderà l'eventuale saldo a debito verso l'erario (trascuriamo le rate in acconto).
Potrebbe accadere benissimo che la ditta non abbia ancira mai pagato (ne acconto ne saldo) una fattura dei fornitori e, a sua volta, non abbia mai incassato un pagamento... che se si rilevasse uno sbilancio a credito dell'erario (IVA su vendite superiore a IVA su acquisti) e la ditta deve sborsare la differenza...anche se pagamenti ed incassi avvenissero a distanza di anni.
Emesso il documento fiscale per l'erario è come se tu avessi incassato tutto... eventuali insolvenze andranno in rettifica solo dopo che il cliente sia stato dichiarato insolvente o registrata la perdita.

Nelll specifico del topic e trascurando le "bizzarrie" su spiegate...se l'attività "commerciale" ha un margine di ricarico del 50% (per comodità di calcolo) ed un volume di vendite di 200mila euro anno ...ecco che in 2 anni si potrebbero accumulare rimanenze per 100mila Euro su cui si è integralmente saldato fattura ed essere comunque in pari con l'erario.
Inevitabilmente cedendo tali rimanenze con documento fiscale ed IVA al 22% il postante dovrà versare all'erario i 22mila euro risultanti.

Quel che non è "accettabile"... è una necessità di dilazione nel versamento IVA (sempre possibile ma con inevitabili "costi") quando si presume che, a merce già pagata, la vendita generi incasso.
 
Una ditta che "compra" (beni o servizi) diventa creditrice verso lo Stato per l'IVA che le viene addebitata indipendentemente che abbia già pagato l'obolo al fornitore.
Tale partita a credito viene scalata dall'IVA che la ditta applica sulle vendite ai propri clienti ...anche qui indipendentemente dal fatto che abbia già percepito soldi da questi ultimi.
non mi sembra che io abbia sostenuto cosa diversa. Quando lavoravo come dipendente ho lavorato in aziende dove al massimo c'erano 35 dipendenti molto più frequentemente 14/18: dato che avevo responsabilità commerciali, creavo con la proprietà i listini di vendita dei beni che commercializzavamo, ogni tanto mettevo il becco nei problemi della fatturazione, della riscossione dei pagamenti rateali ecc. ecc... .
Una ditta che "compra" (beni o servizi) diventa creditrice verso lo Stato per l'IVA che le viene addebitata indipendentemente che abbia già pagato l'obolo al fornitore.
si ma deve avere un documento contabile, leggi fattura, già la fattura proforma non è idonea per la registrazione dell' IVA a credere. Chi ti rilascia la fattura se non c'è pagamento? sopratutto per certi importi? Proprio il mese scorso un mio assistito non è riuscito a farsi fare la fattura per il rimpiazzo di una cucina andata bruciata in un incendio, ha ottenuto il pagamento a 60/90/120 gg; così l'assicurazione gli ha solo pagato il valore della cucina allo stato d'uso; il saldo a coprire il costo del rimpiazzo a nuovo lo avrà solo quando porterà la fattura di acquisto. Il motivo è proprio questo: quello del pagamento dell' IVA. E stiamo parlando di 20.000 €.
 

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