claudia_

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Proprietario Casa
Salve a tutti, spero possiate aiutarmi.
Nel corso della ristrutturazione dell'immobile che ho acquistato da poco è emerso che all'interno del mio appartamento, nella stessa scatola di dervazione principale del mio impianto elettrico, passano insieme al mio impianto anche tutti cavi delle utenze condominiali e i montanti dei 2 appartamenti sovrastanti.
Sia il perito elettrotecnico da me interpellato che il tecnico mandato da uno dei condomini sono stati concordi nell'affermare che è necessario ed imprescindibile separare i due impianti perchè siano in sicurezza e sopratutto perchè io possa far certificare il mio. (senza certificato non avrei nemmeno l'agibilità!) Fortunatamente la scatola è nel muro che da sul vano scala, quindi è sufficiente praticare un apertura sull'altro lato e spostare i cavi in una nuova scatola ispezionabile senza dover modificare lo stato di fatto dell'impianto condominiale.
Alcuni condomini mi hanno detto che secondo loro, trattandosi di una servitù acquisita, le spese per spostare l'impianto sono da attribuire esclusivamente a me.
Ma a mio vedere non si tratta di un problema di "servitù acquisita" alla quale io "desidero" rinunciare per miei personali motivi, ma di un problema di sicurezza degli impianti che non ha nessun altra soluzione che la separazione dei due.
Io non posso in nessun modo mantenere all'interno della mia propietà l'impianto condominiale, tantomeno mescolato al mio, perchè questo non non mi permette di mettere il mio impianto a norma ed in sicurezza come tra l'altro richiedono lenormative di legge.
Per questo secondo me le spese per separarlo e spostarlo in una posizione più adeguata (nonchè vantaggiosa per tutti i condomini sotto molteplici aspetti) deve spettare all'intero condominio e non solo a me che tra l'altro sono la parte "danneggiata" da questa situazione.
Purtroppo l'amministratore è stato nominato da pochi giorni e non ha ancora preso in carico il condominio, ma io lunedì devo necessariamente procedere con la divisione e lo spostamento degli impianti se no mi si blocca il cantiere con conseguenze economicamente disastrose.
I condomini sono a conoscenza della situazione ed io ho già comunicato loro la necessità inderogabile di procedere in tal senso. E che i lavori verranno fatti in economia e fatturati al condominio. Alcuni sono d'accordo, altri non ancora...
Voi cosa ne pensate? Come credete vadano suddivise queste spese?
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
Ma a mio vedere non si tratta di un problema di "servitù acquisita" alla quale io "desidero" rinunciare

Tu sei il "fondo servente" e da quando esiste il mondo (non solo la giurisprudenza) ad un "diritto" può rinunciare solo il dominus...il tuo è un "dovere".

Ora non so su quali basi i tuoi tecnici indichino come imperativa la necessità di far spostare i cavi dei piani superiori...ma sei tu che vuoi modificare lo stato di fatto con la conseguenza che tu sei la sola a doversi fare carico delle spese (e questo lo stesso stabilisce la Legge).
 

claudia_

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Tu sei il "fondo servente" e da quando esiste il mondo (non solo la giurisprudenza) ad un "diritto" può rinunciare solo il dominus...il tuo è un "dovere".

Ora non so su quali basi i tuoi tecnici indichino come imperativa la necessità di far spostare i cavi dei piani superiori...ma sei tu che vuoi modificare lo stato di fatto con la conseguenza che tu sei la sola a doversi fare carico delle spese (e questo lo stesso stabilisce la Legge).

Ci sono perizie di due tecnici abilitati, uno interpellato da me ed uno dai vicini dissenzienti, che dicono entrambi la stessa cosa. Per cui darei per assodato che sia così.... non pensi?
Imperativa perchè i cavi non si limitano a passare nel muro sottotraccia (come altri che ci sono nell'appartamento sopra il solaio o nei muri) o in una scatola di derivazione separata, ma entrano e sono giuntati ed accavallati nella mia scatola insieme al mio impianto privato.
Se io tolgo la tensione al mio quadro per una qualsiasi possibile emergenza, non dovrebbe più esserci tensione nel mio appartamento, ma così non può essere allo stato attuale. I cavi dell'impianto condominiale rimarrebbero in tensione e questo non è accettabile per le norme di sicurezza, questo impedisce che io possa mettere a norma e certificare il mio nuovo impianto. (Sempre secondo perizie... non è una mia personale conclusione)
Non per essere polemica ma tu hai informazioni diverse riguardo alle normative sulla messa a norma degli impianti elettrici in un appartamento che consentano questo stato di cose?
Cioè che senza la divisione degli impianti mi sia comunque possibile procedere con la messa a norma del mio? (che tra l'altro è un obbligo di legge dal quale non posso esimermi)
Se così fosse allora il discorso sulla servitù sarebbe completamente condivisibile.
Ma a mio parere la domanda da porsi è questa:
può una "bene comune" (impianto elettrico condominiale) creare un pregiudizio ad un singolo condomino tale da rendere la sua proprietà inagibile? (senza messa a norma non mi danno l'agibilità... n.d.r).
Secondo me no.
Quindi il discorso sulla servitù è decisamente secondario rispetto al discorso sulla sicurezza e l'obbligo di non creare pregiudizi ai singoli condomini.
Io la servitù me la terrei anche (a parte la scomodità per tutti ed il rischio), se solo fosse possibile, ma non lo è. Quindi non è una mia decisione per mia comodità o desiderio ma una situazione obbligata.
 

claudia_

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Ci sono perizie di due tecnici abilitati, uno interpellato da me ed uno dai vicini dissenzienti, che dicono entrambi la stessa cosa. Per cui darei per assodato che sia così.... non pensi?
Imperativa perchè i cavi non si limitano a passare nel muro sottotraccia (come altri che ci sono nell'appartamento sopra il solaio o nei muri) o in una scatola di derivazione separata, ma entrano e sono giuntati ed accavallati nella mia scatola insieme al mio impianto privato.
Se io tolgo la tensione al mio quadro per una qualsiasi possibile emergenza, non dovrebbe più esserci tensione nel mio appartamento, ma così non può essere allo stato attuale. I cavi dell'impianto condominiale rimarrebbero in tensione e questo non è accettabile per le norme di sicurezza, questo impedisce che io possa mettere a norma e certificare il mio nuovo impianto. (Sempre secondo perizie... non è una mia personale conclusione)
Non per essere polemica ma tu hai informazioni diverse riguardo alle normative sulla messa a norma degli impianti elettrici in un appartamento che consentano questo stato di cose?
Cioè che senza la divisione degli impianti mi sia comunque possibile procedere con la messa a norma del mio? (che tra l'altro è un obbligo di legge dal quale non posso esimermi)
Se così fosse allora il discorso sulla servitù sarebbe completamente condivisibile.
Ma a mio parere la domanda da porsi è questa:
può una "bene comune" (impianto elettrico condominiale) creare un pregiudizio ad un singolo condomino tale da rendere la sua proprietà inagibile? (senza messa a norma non mi danno l'agibilità... n.d.r).
Secondo me no.
Quindi il discorso sulla servitù è decisamente secondario rispetto al discorso sulla sicurezza e l'obbligo di non creare pregiudizi ai singoli condomini.
Io la servitù me la terrei anche (a parte la scomodità per tutti ed il rischio), se solo fosse possibile, ma non lo è. Quindi non è una mia decisione per mia comodità o desiderio ma una situazione obbligata.
Cito:
Il condominio di un edificio, quale custode dei beni e dei servizi comuni, è obbligato ad adottare tutte le misure necessarie affinché tali cose non rechino pregiudizio ad alcuno e risponde dei danni da queste cagionati alla porzione di proprietà esclusiva di uno dei condomini, anche se in concorso con un terzo responsabile. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione con la sentenza 12 marzo 2020, n. 7044 che ha accolto il ricorso presentato per la riforma di una decisione di appello che aveva rigettato il ricorso presentato da un condomino per il mancato godimento di un immobile reso inagibile.
 

claudia_

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Inoltre, relativamente a questa presupposta servitù della quale non solo non ero a conoscenza perchè non visibile in alcun modo, c'è anche da rilevare che nessuno ne ha mai parlato. . Cito anche questa sentenza:

La servitu' non trascritta e' vincolante per il terzo acquirente del fondo servente solo se e' chiaramente indicata nel titolo con cui la proprieta' dell'immobile gravato e' stata trasferita al medesimo, senza che sia sufficiente che, in luogo della descrizione della servitu' esistente, il detto atto di trasferimento contenga frasi generiche ed indeterminate, ricorrenti nei formulari notarili, che restano prive di effetti giuridici.

In tal senso: Cassazione civile sez. II, 3 febbraio 1999, n. 884
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
Cito anche questa sentenza

Ecco... intanto non citare sentenze o norme giuridiche a sproposito e di cui non hai conoscenza e/o visione complessiva.

Nello specifico di norme tecniche di impianti elettrici non avrò (non è il mio campo se non per "diletto") conoscenza profonda... ma tante volte ho sentito citare obblighi che in realtà non esistevano o di cui si estendeva la valenza

Quindi non posso che cogliere l'ambiguità di quanto hai scritto (o ti hanno inculcato):

Cioè che senza la divisione degli impianti

Gli impianti sono divisi... altrimenti quando tu "stacchi" il generale anche gli altri "resterebbero al buio" e/,,o viceversa.
Se io tolgo la tensione al mio quadro per una qualsiasi possibile emergenza, non dovrebbe più esserci tensione nel mio appartamento,
E così è già ora...se tu stacchi il tuo "generale" nessuna presa/linea a tuo servizio è sotto tensione.
Quanto alla presenza di cavi altrui che rimangono in tensione questo non ti crea alcun danno e la tensione rimane comunque presente nel tuo appartamento a monte dell'interruttore.

Ma, aldilà di "tecnicismi" sulle normative d'impianto, se io ti dico che non puoi pretendere il concorso alle spese da parte degli altri è così e basta.

Sei tu che vai ad eseguire una ristrutturazione che "forse" ti impone una modifica "invasiva".
Nessuna norma impone agli altri di cambiare lo status quo.

Libera di intentare tutte le "cause" che vuoi...e perdere tempo e soldi.
 

claudia_

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Tecnicismi o meno mi sembri un pelo sopra le righe.

Credo che di fronte a due perizie di tecnici abilitati (di cui uno della controparte!) tu debba almeno metterti il dubbio che sia effettivamente così che stanno le cose.
Gli impianti devono essere separati, non possono coesistere nello stesso spazio.
Se poi tu dici che non è vero che il mio impianto non può essere messo a norma e che quello condominiale può rimanere esattamente lì dov'è, perchè non da fastidio a nessuno e non è pericoloso, vieni a casa mia e firma tu la certificazione! Così tutto si risolve in un lampo.
Ironia a parte, se non prendi per vero quello che ho esposto nell'aprire questo topic si parla di nulla, quindi è perfettamente inutile proseguire un qualsiasi confronto su queste basi.

Ti dirò che a sproposito non cito nulla, se sei in grado di confutare quello che ho citato fallo, mi fa piacere un confronto e sono qui apposta, ma dire che è così e basta e che faccio citazioni a sproposito perchè lo dici tu non è di utilità per nessuno.

"Il condominio di un edificio, quale custode dei beni e dei servizi comuni, è obbligato ad adottare tutte le misure necessarie affinché tali cose non rechino pregiudizio ad alcuno" è una sentenza di cassazione. Che è applicata sì in caso specifico, ma che riassume un concetto di base che va al di là del caso specifico. Come tutte le sentenze.
Chiaramente si tratta poi di interpretare il concetto, su questo mi avrebbe fatto piacere discutere e confrontarmi.

Io dico che lo stato di fatto attuale mi sta creando un danno oggettivo, servitù o non servitù ha poca importanza, e che quindi la risoluzione del danno è sotto la responsabilità del condominio quale custode della cosa comune, nella fattispecie l'impianto elettrico condominiale.
Se poi l'unica possibile soluzione al danno, oggettivo e periziato, è spostare l'impianto condominiale al di là del muro non vedo perchè debba essere una mia spesa visto che non esistono altre alternative.

Se uno scarico condominiale che attraversa un appartamento diventa pericoloso per la stabilità del muro, e per aggiustarlo non esiste altra soluzione che spostarlo in una diversa posizione fuori dalla proprietà... la spesa a chi spetta? (caso ipotetico ovviamente)
Al condomino "servente" perchè si deve procedere a spostare la servitù in un altro luogo o al condominio responsabile della custodia del bene?
Cavillare sul fatto che il tubo sia o non sia pericoloso o che chi dice che lo è non sa quello che dice o mente, o che forse il tubo è rotto ma magari si aggiusta con la bacchetta magica... non aiuta per niente ad arrivare al nocciolo della questione!

La seconda citazione invece è a proposito eccome, visto che dice che siccome la cosidetta servitù non è stata esplicitata in nessun atto di vendita non è vincolante per me. Ma non è questo il concetto che volevo esplorare, perchè ritengo che non sia questo un problema di servitù...
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Non sono mai tenero nei confronti dei modi di @Dimaraz, ( e viceversa...) , ma condivido il suo suggerimento
La giustificazione tecnica, così come l’hai riportata, non sembra reggere.
Se tu puoi staccare la tua corrente, e l’impianto condominiale rimane sotto tensione significa che i due impianti sono separati.
Adesso bisogna verificare se i fili condominiali sono incassati, in canalina, e sotto traccia: se ti dicono che basta creare una apertura della scatola di ispezione/derivazione sul pianerottolo invece che all’interno di casa tua, non vengono mutati i percorsi dei conduttori che se condominiali rimarrebbero comunque sotto tensione. Per cui la risposta avuta sembrerebbe un tantino pretestuosa.
Se poi per superare la cosa si tratta di separare le due scatole, con quel semplice intervento, forse ti farai meno nemici in condominio, facendoti carico di una spesa non molto significativa.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Ti dirò che a sproposito non cito nulla, se sei in grado di confutare...

Punto 1) Hai una qualsivoglia preparazione in ambito giuridico per capire se citi o meno a sproposito ?
Perché è inutile che io dibatta di norme giuridiche sulle servitù con chi mi cita una sentenza sulle responsabilità per danni causati da mancata manutenzione.

Punto 2) Io non ho alcun "obbligo" di confutare quanto affermi...sei tu che sei venuta in un forum a chiedere pareri ed io ti ho fornito la mia "consulenza" senza nulla pretendere.

Punto 3) Inutile che tu perda tempo a convincere me delle tue opinioni...Non sono io ma i tuoi "vicini/comproprietari " che devi "ammaliare" per fargli pagare quel che non sono "obbligabili" a sostenere.




Io dico che lo stato di fatto attuale mi sta creando un danno oggettivo, servitù o non servitù ha poca

No.
Tu non stai subendo e non hai subito alcun "danno".
Se tu non ristrutturati poteva rimanere tutto com'è sempre stato...niente e nessuno sarebbe venuto a contestare la "stramberia" commessa (ve ne sono di ben peggiori)
Se l'edificio (e tutto ciò che include) era a "norma" quando ha ottenuto "agibilità" nessuno gliela toglie (salvo eventi esogeni).
Puoi legalmente chiedere che, per mutate esigenze, la servitù venga spostata ...ma le spese sono e restano a tuo carico.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
siccome la cosidetta servitù non è stata esplicitata in nessun atto di vendita non è vincolante per me.

Ps.
Vatti a rileggere tutte le parole scritte nel rogito...che comunque, anche in mancanza, nulla può verso le servitù per destinazione del padre di famiglia (costruttore).

Ps2.
Ovviamente sei libera di considerarmi un "paria" e non credere ad una virgola di quanto ho espresso...ma se MAI darai corso ad una causa legale per veder avallare le tue tesi poi torna a confutarmi con una sentenza.

Non sei la prima che millanta conoscenza giuridica (una volta mi è capitato persino chi diceva di avere la figlia avvocato) ...ma finora nessuno è tornato per dimostrare il mio torto.
 

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