Buongiorno, mesi fa avevo scritto un post di un casetta giù a Catanzaro che vorremmo vendere. Abbiamo scoperto che la planimetria della casa presente in Comune è diversa da quella che è presente al catasto (quest'ultima è coerente per come è nella realtà la casa). Stiamo parlando di una casa degli anni 60: nel 1961 era stato presentato un ampliamento con conseguente autorizzazione, ma poi non so come sia andate le cose (io sono nato 13 anni dopo e abbiamo ereditato dai nonni l'appartamento), l'appartamento è stato costruito differentemente dal progetto/ampliamento presentato in comune, mentre in catasto la planimetria è a posto. Mi hanno detto che per vendere l'appartamento, devo mettere a posto la documentazione in comune interpellando in professionista e pagando non poco.
Mi hanno anche parlato di una seconda strada, di una legge che riguarda le case costruite prima del 1 settembre 1967, dove ai fini della vendita potrebbe andare bene una autocertificazione che attesta che la casa era così prima di quella data, cosa che in realtà è vera in quanto mia madre ci passava due estati nel 1965-66 e si ricorda che la casa era giù così. Solo che io non ho prova documentata, se non la planimestria del catasto che ho riechiesto on line e scaricata dal sito dell'agenzia delle entrate (dove si possono vedere le visure catastali) e che presenta come come prima riga in alto scritto al computer "data di presentazione 04.02.1967...". Ecco mi domandavo se questa cosa può essere presa come prova che la casa così come è fatta esisteva prima del 1 settembre 1967.
Volevo chiedere se qualcuno può dirmi:
- l'iter da seguire se volessimo "sanare" a livello burocratico le cose col comune e quanto potrebbe costare (casetta degli anni 60 di 70 mq)
- e se invece non si volesse seguire il punto precedente: se è vero che per la vendita potrebbe invece bastare questa certificazione e se la data a cui io mi riferisco potrebbe comprovare la casa prima del 1 settembre 1967 e se la vendita va a buon fine davanti al notaio, se poi ci possono essere conseguenze negli anni avvenire in cui possiamo essere chiamati in causa qualora il nuovo proprietario dovesse interloquire col comune per qualche motivo..
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra disponibilità
Saluti: Francesco
Mi hanno anche parlato di una seconda strada, di una legge che riguarda le case costruite prima del 1 settembre 1967, dove ai fini della vendita potrebbe andare bene una autocertificazione che attesta che la casa era così prima di quella data, cosa che in realtà è vera in quanto mia madre ci passava due estati nel 1965-66 e si ricorda che la casa era giù così. Solo che io non ho prova documentata, se non la planimestria del catasto che ho riechiesto on line e scaricata dal sito dell'agenzia delle entrate (dove si possono vedere le visure catastali) e che presenta come come prima riga in alto scritto al computer "data di presentazione 04.02.1967...". Ecco mi domandavo se questa cosa può essere presa come prova che la casa così come è fatta esisteva prima del 1 settembre 1967.
Volevo chiedere se qualcuno può dirmi:
- l'iter da seguire se volessimo "sanare" a livello burocratico le cose col comune e quanto potrebbe costare (casetta degli anni 60 di 70 mq)
- e se invece non si volesse seguire il punto precedente: se è vero che per la vendita potrebbe invece bastare questa certificazione e se la data a cui io mi riferisco potrebbe comprovare la casa prima del 1 settembre 1967 e se la vendita va a buon fine davanti al notaio, se poi ci possono essere conseguenze negli anni avvenire in cui possiamo essere chiamati in causa qualora il nuovo proprietario dovesse interloquire col comune per qualche motivo..
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra disponibilità
Saluti: Francesco