Come avevo accennato nel mio primo post, ricordavo che anni fa avevo utilizzato la agevolazione per i terreni incolti. Poi avevo rinunciato: ai tempi il mio dubbio consisteva nel fatto che potenzialmente poteva sorgere una legge che giustificasse l’esproprio dei terreni lasciati incolti.
Nel mio caso la questione era marginale: piccoli appezzamenti lasciati da mio nonno, cui tengo solo per rispetto verso una generazione che ha fatto una vita di sacrifici.

Certo 60 ha sono parecchi e forse incidono: ricordo una discussione in cui si discuteva su come effettuare la rinuncia alla proprietà; non facile, ma la strada esiste: non so gli ostacoli.
 
Come avevo accennato nel mio primo post, ricordavo che anni fa avevo utilizzato la agevolazione per i terreni incolti. Poi avevo rinunciato: ai tempi il mio dubbio consisteva nel fatto che potenzialmente poteva sorgere una legge che giustificasse l’esproprio dei terreni lasciati incolti.
Da una parte i terreni incolti potrebbero in teoria essere penalizzati da future norme. Dall’altra le nuove normative ambientali addirittura esigono che certe quote dei terreni vengano lasciate incolte.
 
Ho letto gli ultimi post...
... e gira e rigira è come un cane che si morde la coda: “730 modello 730/2025 periodo d’imposta 2024 – Istruzioni per la compilazione” - pag. 21 e 22
“5. Quadro A- Redditi dei terreni”, dice che: “Il soggetto cui fa carico il reddito dominicale e agrario è sempre colui che svolge direttamente l’attività agricola. Se l’attività agricola è esercitata da un’altra persona, il reddito dominicale deve essere dichiarato, comunque, dal proprietario, mentre il reddito agrario deve essere dichiarato da chi svolge l’attività agricola”.

La mia domanda rimane la stessa: e se l'attività agricola non viene svolta da nessuno, come ci si deve regolare? Tenuto conto che la proprietaria non è e non è mai stata agricoltore diretto e che tra l'altro ha ormai ben 77 anni!? Dovrebbe esserci un'altra norma nello specifico, oppure avendo abolito nel 2014 la norma sui terreni incolti... chiunque dovrebbe pagare tutto? Ma allora dovrebbero anche essere riviste le cosiddette "istruzioni alla compilazione"... Qui si ritorna daccapo e diventiamo tutti matti!
 
Sì, certo. Mi sono espressa male, intendevo qualunque sia la professione del proprietario...

Per quanto riguarda le istruzioni, l'Agenzia delle Entrate ha stilato due fascicoli: uno semplice, che è quello che ho appena citato nel post precedente a questo. Poi c'è quello titolato "PF Persone Fisiche Fascicolo 1 2025 Periodo d'imposta 2024" che ho già riportato in un altro post molto più indietro. Questo (Persone Fisiche) è più dettagliato, ma il paragrafo in questione dice le medesime cose, unica variazione è che in un punto è stata aggiunta la parola "anche" che, secondo me, analizzando il paragrafo il senso non cambia, confonde solo le idee.
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Indubbiamente quell'"anche" è fuorviante: direi che mancherebbe un "non svolga...."
Però più che un interpello ci vorrebbe una proposta parlamentare di revisione, e non solo delle istruzioni che sono equivoche, ma certamente di onestà fiscale: se si distinguono due tipi di reddito, dominicale ed agrario, non ha senso tassare i terreni incolti per un ipotetico reddito "agrario"
Il guaio è che non ci vorrebbe molto al fisco per pareggiare i conti di conseguenza....
 

Comunque la legge (TUIR art. 32) definisce il Reddito agrario come “reddito medio ordinario”, cioè un reddito figurativo, indipendentemente dal reddito effettivo.

((1. Il reddito agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni imputabile al capitale d'esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati nell'esercizio delle attività agricole di cui all'articolo 2135 del codice civile.))
 
(TUIR art. 32)
Questo lo davo per scontato, ma siccome nei post precedenti pare ci si soffermi su altri argomenti secondo me non utili per risolvere la questione, hai fatto bene a sottolinearlo.
Aggiungerei che le attività produttive di reddito agrario non sono soltanto quelle relative alle coltivazioni (che nel caso di @Marielena pare non siano possibili data l'asperità del suo terreno) ma comprendono l'allevamento, tipo i pastori che ci portano gli animali al pascolo.

Ovviamente è chiaro che @Marielena non è mai stata dedita alla coltivazione né all'allevamento e non affitta il terreno ad agricoltori né ad allevatori, però pare non abbia mai fatto nulla per modificare il reddito agrario scritto nella visura del terreno.
 

Comunque la legge (TUIR art. 32) definisce il Reddito agrario come “reddito medio ordinario”, cioè un reddito figurativo, indipendentemente dal reddito effettivo.

((1. Il reddito agrario è costituito dalla parte del reddito medio ordinario dei terreni imputabile al capitale d'esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati nell'esercizio delle attività agricole di cui all'articolo 2135 del codice civile.))
Figurativo o no, il reddito agrario è pur sempre quel reddito che si ricava dalle attività agricole di cui all'art. c.c. suddetto.
Siamo sempre al nocciolo della questione: già a monte qui non c'è nessun esercizio e lavoro di organizzazione impiegati nell'esercizio delle attività agricole di cui all'articolo 2135 del codice civile....(proprietario non agricoltore e terreni sfitti).
 
Il reddito figurativo è quello che il bene immobile (terreno o fabbricato) può generare, anche se in realtà non ne genera alcuno.
Il reddito figurativo deriva da una serie di stime.

qui non c'è nessun esercizio e lavoro di organizzazione impiegati nell'esercizio delle attività agricole
Sta a te, in quanto proprietaria del terreno, dimostrare che esso non è suscettibile di produrre alcun reddito agrario.
 

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