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User_33534

Ospite
Salve, siamo proprietari di un appartamento in un piccolo condominio di nuova costruzione, dove ci sono ancora degli immobili invenduti. Al momento della stipula del contratto Enel del condominio ritenevamo che la quota spettante agli appartamenti invenduti spettasse al costruttore, che poi sarebbe stato libero di rivalersi sui futuri proprietari. Invece abbiamo scoperto che nell'atto di acquisto era specificato che nulla era a pretendere dal costruttore per le spese comuni in caso di appartamenti invenduti. Sicuramente è stato un nostro errore non accorgersi di questa clausola, ma purtroppo ormai il danno è fatto.
Le mie domande sono:
-è lecito avere inserito una clausola di questo genere? (se necessario posso riportare l'esatta dicitura)
-chi ha oggi sostenuto le spese per il contratto condominiale può al momento della vendita chiedere che i nuovi proprietari paghino la loro parte?
So che si tratta di una cifra minima, ma è diventata una questione di principio, e inoltre il problema potrebbe ripresentarsi per altre spese future, se la situazione rimane invariata.
Grazie!
 
U

User_33534

Ospite
Leggendo qua e là nel forum mi sono anche resa conto che non è stato del tutto corretto avere intestato questo contratto a una persona fisica, o sbaglio? Mi pare di aver capito che il condominio essendo inferiore alle cinque unità non è obbligato ad avere un codice fiscale, tuttavia si può richiedere ugualmente.
Ha senso provvedere a fare questa richiesta adesso, e poi quando gli appartamenti saranno tutti venduti fare una voltura dall'attuale contratto a me intestato a quello intestato al condominio con CF?
 
U

User_33534

Ospite
Non c'è nessun regolamento di condominio contrattuale, la clausola è inserita nell'atto di compravendita.
 

ergobbo

Membro Attivo
Non c'è nessun regolamento di condominio contrattuale, la clausola è inserita nell'atto di compravendita.

E' già qualcosa...

Non sono un avvocato, quindi prendi quello che sto per dire con le dovute precauzioni, ma forse il discorso può avere una logica:

1) Il contratto di compravendita vincola solo te e il venditore/costruttore
2) Le spese per le parti comuni fanno capo a TUTTI i condomini e quindi al condominio. Considera che se anche non è stato istituito formalmente, il condominio nasce automaticamente nel momento stesso in cui l'immobile ha più di un proprietario...

Mi pare di aver capito che il condominio essendo inferiore alle cinque unità non è obbligato ad avere un codice fiscale, tuttavia si può richiedere ugualmente.

Assolutamente esatto e credo tu possa farlo autonomamente. Per cui una volta ottenuto il CF condominiale fai vulturare il contratto su quello e lavartene le mani demandando il problema a chi svolgerà le funzioni di amministratore. Sarà infatti a quel punto il condominio a dover riscuotere, nei panni dell'amministratore, le quote delle spese comuni... e il condominio non ha firmato alcuna clausola!

Ovviamente il discorso può essere inficiato da una serie infinita di variabili (quanti condomini siete, quanti millesimi esprimete, se tutti hanno firmato la stessa clausola, cosa c'è scritto esattamento nella clausola, e via di seguito), ma a lume di naso credo sia una strada percorribile.

Considera che se per ora è solo una questione di principio che riguarda le bollette della luce delle scale e che ha un valore di pochi euro, in futuro potrebbe essere un problemone per coprire onerose spese di manutenzione. Chi vi dice, infatti, che gli appartamenti saranno tutti venduti? Il costruttore potrebbe riservarsene uno e invocarla ogni volta che debba mettere mano al portafoglio....
 

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