Daniele 78

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Buongiorno Daniele, e grazie per l'intervento.
La mia idea sarebbe quella di costruire (anche se "solo" 4 casette) in modo tale da avere un ricavo, se pur minimo, vendendone anche solo una (grezza, ovvero da finire ed arredare), in quanto attualmente il terreno è li fermo e mi costa solo che di tasse.In sostanza per far si di convertire un capitale "astratto" in capitale cash, ovviamente guadagnandoci qualcosa.
Successivamente (come da accordi presi con sindaco e geometra comunali, che per inciso metteranno il tutto su carta scritta), se usufruirò dei mq edificabili, proporranno nella revisione del piano regolatore comunale la conversione da terreno agricolo a terreno edificabile nei miei altri 9800 mq confinanti ai primi 1000 mq di cui scrivevo nel mio primo post. Cosi facendo costruirei pure su quelli con la medesima formula.
Grazie ai vostri consigli ed interventi mi son deciso di informarmi meglio a riguardo, parlando con un impresario di fiducia (amico di famiglia) son venuto a sapere che lui nel mio paese ha già costruito con la medesima formula (lui costruisce e ci si ripartisce le case) per un totale 37 villette a schiera. In genere faceva cosi: di 5 case, 2 le lasciava al proprietario del terreno, 2 se le teneva lui e con il ricavato di 1 si pagava le spese di progetto ecc ecc.
Secondo voi può aver senso?
Si se hai trovato la persona giusta assolutamente si!
 

Daniele 78

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Nel contratto la cosa più importante è che l'impresa sia sicura, altrimenti corri il rischio di perdere tutto.
Gianco vale per tutte le parti in causa:
1) per chi costruisce
2) per la committenza
3) e per i tecnici

Tutte e tre le parti devono dare il loro contributo personalmente non sempre ho trovato persone oneste dall'altra parte, per cui per funzionare un rapporto tutti e tre (o più) si deve essere corretti fino in fondo!
 

Daniele 78

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Daniele, io ho visto realizzare operazioni simili dove il costruttore, stipulato il compromesso, presenta il progetto, costruisce e poi cede in permuta, come previsto dal compromesso stesso, un immobile al soggetto proprietario del terreno, ovviamente nel caso credo che sia necessario un contributo economico in quanto la casa che interesserà la permuta potrebbe valere più del terreno ceduto, però è solo una questione di gestione economica del rapporto, il cedente il terreno non viene coinvolto nella costruzione in nessun modo
Se già c'è un contributo economico non è più permuta, anche se una differenza!
Diciamo che ho parlato così perché non ho avuto molte persone trasparenti con cui ho avuto a che fare per cui parto ora sempre molto con il "freno a mano tirato"!
 

rita dedè

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Mah! Non sarebbe meglio che @matteo coneglian aspetti, qualche annetto, fin quando tutto il terreno, diventi edificabile, e poi, parte @Daniele 78 da Biella e va a costruire sul terreno, di Matteo, io a Daniele non lo conosco............ma da come scrive, mi fiderei.........
 

Daniele 78

Membro Storico
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Mah! Non sarebbe meglio che @matteo coneglian aspetti, qualche annetto, fin quando tutto il terreno, diventi edificabile, e poi, parte @Daniele 78 da Biella e va a costruire sul terreno, di Matteo, io a Daniele non lo conosco............ma da come scrive, mi fiderei.........
Grazie ma è sempre giusto conoscersi, io do sempre il beneficio del dubbio, lo stesso vale per me!
 

mattia coneglian

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Buongiorno @rita dedè , purtroppo i terreni non si convertono da agricoli ad edificabili con una bacchetta. Il comune di residenza deve approvare la proposta di variazione del piano regolatore interno, e dubito converta il tutto sulla base di un accordo preso a voce (anche perchè sarebbe scorretto far diventare edificabile il terreno di una persona facendole guadagnare capitale a differenza di qualsiasi altro proprietario terriero, magari onesto agricoltore del proprio terreno da decenni). Credo sia più giusto e più corretto dimostrare coerenza e concretezza, facendo ottimi lavori di urbanizzazione nei 1000mq ora disponibili, per poi ottenere il via libera per i rimanenti.
 

Daniele 78

Membro Storico
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Buongiorno @rita dedè , purtroppo i terreni non si convertono da agricoli ad edificabili con una bacchetta. Il comune di residenza deve approvare la proposta di variazione del piano regolatore interno, e dubito converta il tutto sulla base di un accordo preso a voce (anche perchè sarebbe scorretto far diventare edificabile il terreno di una persona facendole guadagnare capitale a differenza di qualsiasi altro proprietario terriero, magari onesto agricoltore del proprio terreno da decenni). Credo sia più giusto e più corretto dimostrare coerenza e concretezza, facendo ottimi lavori di urbanizzazione nei 1000mq ora disponibili, per poi ottenere il via libera per i rimanenti.
Sei tu che devi proporre però il cambio di destinazione d'uso del Comune, non lo fa in automatico il Conune!
 

Gianco

Membro Storico
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Non è un passaggio semplice perché queste variazioni del piano regolatore vengono apportate solo quando si deve intervenire per una rivisitazione generale, non per risolvere un caso particolare. Dopo che il consiglio comunale ha dato parere positivo, alla variante approvata dal direttore dell'area tecnica, il nuovo piano regolatore dovrà passare sotto le forche caudine della regione. Questo passaggio sarà lungo e difficile, perché ad ogni richiesta di integrazione o correzione, l'iter riparte daccapo. E sappiamo bene qual'è la velocità degli uffici pubblici.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Non è un passaggio semplice perché queste variazioni del piano regolatore vengono apportate solo quando si deve intervenire per una rivisitazione generale, non per risolvere un caso particolare. Dopo che il consiglio comunale ha dato parere positivo, alla variante approvata dal direttore dell'area tecnica, il nuovo piano regolatore dovrà passare sotto le forche caudine della regione. Questo passaggio sarà lungo e difficile, perché ad ogni richiesta di integrazione o correzione, l'iter riparte daccapo. E sappiamo bene qual'è la velocità degli uffici pubblici.
Eh sì tra un piano regolatore e l'altro vanno mediamente 10 anni, per cui occorre il prima possibile presentarne richiesta, che verrà protocollata e presa in esame alla prima variante di Piano Regolatore di cui il Comune deciderà di dotarsi!
 

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