gheman

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Proprietario Casa
Tramite testamento olografo la mamma (già vedova) lascia al figlio di 50 anni che ha sempre abitato con lei, la sua quota disponibile oltre al diritto di abitazione vita natural durante.
Chiedo:
- il diritto di abitazione non va a ledere le quote di legittima degli altri 4 fratelli che a tutti gli effetti non possono in alcun modo godere delle loro quote (la casa è indivisibile) ?
- i 4 fratelli hanno diritto a richiedere che venga quantomeno corrisposto un affitto per la loro quota ?

Grazie.
 
La quota disponibile con solo figli come legittimari è di 1/3, gli altri 2/3 vanno divisi tra tutti figli.
Quindi ogni fratello ha diritto ad una quota di 2/15 (2/3 diviso 5), tranne il fratello che abitava con la mamma , destinatario della quota disponibile,che ha diritto ad una quota pari a 7/15 (2/15 come gli altri+1/3 di disponibile).
Per sapere se ha avuto troppo, e quindi è stata lesa la legittima,bisogna fare due conti, calcolando il valore da attribuire al diritto di abitazione per un titolare cinquantenne di tale diritto.

Se non è lesa la legittima, il fatto che per ora gli altri eredi non possano godere dell’immobile non rileva.
Se non è lesa la legittima i fratelli niente possono chiedere al “fratello di 50 anni”.
 
Non ho idea di come si possa calcolare il valore da attribuire al diritto di abitazione (trattasi di casa singola su piano rialzato di circa 250 mq con cortile e giardino), ma qualunque esso sia, se non interpreto male la risposta, credo vada gioco forza a ledere la quota di legittima riservata agli altri fratelli. o sbaglio ?
 
Sono andata a controllare le tabelle di legge sui valori del diritto di abitazione e della nuda proprietà.
Per una persona di 50 anni , il diritto di abitazione “vale” circa il 75% del valore dell’immobile.
La nuda proprietà circa il 25%.

Quindi direi che si, se l'eredità consiste nell’immobile e non ci sono altri beni, evidentemente è stata lesa la legittima degli altri fratelli.

Immagino che sia stato fatto per “tutelare” una persona considerata più “debole”, ma in teoria voi fratelli potreste impugnare il testamento.
Ma non credo che sia la soluzione consigliabile.
 
Ti ringrazio molto.
Non si tratta della persona più debole, ma semplicemente di chi se ne è approfittato alle spalle dei fratelli che peraltro, quasi 20 anni fa, avevano tutti insieme contribuito a ricomprare 50% della casa da fallimento del padre...

Comunque a parte queste tristi storie personali, perchè dici che non è consigliabile? Solo per una questione morale? del resto cosa dovremmo fare, stare a guardare e non recuperare nemmeno i soldi a suo tempo sborsati?
 
Dico che non è consigliabile per una questione economica e pratica ,(per le questioni morali non mi permetterei, ogni famiglia ha le sue problematiche) poiché in ogni caso al fratello spetterebbe comunque una quota dell’immobile , e forse in ogni caso un diritto di abitazione , seppur parziale.
E comunque bisogna fare una causa, anticipare soldi, attendere magari anni.
Insomma la questione andrebbe analizzata bene, magari parlandone in via “esplorativa” con notaio o avvocato, per capire bene pro e contro.
 
Poiché non si sta parlando di grosse cifre, si corre il rischio che il costo dell'intervento del magistrato e dei tecnici, perché fai attenzione che il CTU potrà essere contestato da ogni CTP ed ogni volta sarà chiamato a chiarimenti, fintanto che il giudice non ne nomina un'altro e si ripete l'iter, chissà quante volte. Dipende dal livore delle parti, dalla professionalità dei CTP e dalla scaltrezza degli avvocati che si sapranno impegnare per vendere cara la pelle dei clienti.
 
Se la mamma ha lasciato il diritto di abitazione, oltre la quota disponibile, è anche perché il figlio l'ha assistita fino all'ultimo, e lei l'ha ricompensato dandogli il diritto di non andarsene di casa, più una quota di proprietà.
Ormai i soldi buttati anni fa sono perduti, inutile inabissarsi con le cause.
L'unica cosa che secondo me i fratelli potrebbero fare è evitare di pagare le tasse su qualcosa che non possono vendere perché c'è un diritto di abitazione sopra.
Si evita rinunciando al diritto di proprietà con regolare rogito notarile. Se tutti i fratelli rinunciano, il fratello che già vive nella casa con diritto di abitazione, ci resta e diventa proprietario al 100%.
Lo so, ci hanno rimesso i soldi, ma almeno non pagano le tasse sulla proprietà parziale di qualcosa che è invendibile per colpa del diritto di abitazione che resterà attivo vita natural durante dell'avente diritto.
 
L'unica cosa che secondo me i fratelli potrebbero fare è evitare di pagare le tasse su qualcosa che non possono vendere perché c'è un diritto di abitazione sopra.
Di quali tasse parli ?
Tutte le imposte sugli immobili sono a carico del titolare del diritto di abitazione; i nudi proprietari non hanno imposte a loro carico.
 

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