Chiedo scusa in anticipo se sono un po' lunga, ma cerco di spiegare in modo articolato sperando di poter avere da voi qualche suggerimento su un tema che non conosco.
Stiamo acquistando un'abitazione per nostra figlia, e la settimana scorsa abbiamo fatto il preliminare.
Nella proposta di acquisto era garantita da parte del venditore la conformità urbanistica e catastale dell'immobile, oltre che quella degli impianti; mentre nel preliminare era menzionata solo la conformità catastale, quindi abbiamo chiesto fossero aggiunti i due punti mancanti, chiedendo anche la consegna delle dichiarazioni per quanto riguarda gli impianti.
A questo punto l'agente immobiliare ci ha spiegato che gli attuali proprietari in realtà non sono in possesso dei relativi certificati di conformità, perché non hanno acquistato da impresa costruttrice ma da un privato, il quale non aveva alcun obbligo di consegnarli; ha garantito un accesso agli atti per recuperare quanto possibile (e ha scritto in preliminare questa incombenza a carico del venditore), ma ha insistito sul fatto che non sarebbe necessario per il rogito.
Inoltre, poiché ci eravamo accorti di una incongruenza tra la planimetria catastale e lo stato di fatto (sicuramente un errore di disegno, trattandosi di un pilastro "non al suo posto"), ha recuperato l'ultimo progetto depositato in Comune (chiedendolo al tecnico che l'ha fatto, visto che era il primo proprietario dell'unità e lo stesso che ha venduto l'unità agli attuali proprietari) nel quale il pilastro è riportato nel posto giusto, e per tutto il resto (escluso questo particolare) combacia con la planimetria catastale.
Nel preliminare l'agente ha quindi riportato che prima del rogito il venditore dovrà provvedere alla modifica catastale in modo che ci sia la regolarità; dopo nostra richiesta, è stato riportato anche che il venditore garantisce la conformità urbanistica allo stato di fatto, ma in realtà non c'è stato nessun confronto tra quest'ultimo e il progetto depositato in Comune poiché non c'è stato alcun controllo delle misure effettive.
Pensavamo che il venditore dovesse consegnare al notaio, per l'atto di compravendita, i certificati di conformità degli impianti e la dichiarazione di un tecnico che attesti la regolarità urbanistica e catastale, ma l'agente ci ha detto che non sono obbligatori, che di solito non li richiedono e che tutto si risolve con una dichiarazione del venditore da riportare nell'atto, insieme a quella dell'acquirente che a sua volta attesta la regolarità di ciò che sta comprando.
Corrisponde al vero questo?
Non sono controlli che dovrebbero essere fatti addirittura dall'agenzia immobiliare, insieme al venditore, in preparazione del preliminare o del rogito?
Come possono venditore e acquirente dichiarare una cosa non verificata?
Per vari motivi, che non elenco perché altrimenti mi dilungo ancora, abbiamo delle riserve sulla perfetta corrispondenza tra stato di fatto e progetto depositato in Comune; non cose importanti, ma esempio qualche parete più lunga o più corta.
Il timore è che mia figlia possa incontrare difficoltà in caso di futura vendita, oppure se dovesse chiedere un mutuo nei prossimi mesi (per ora anticipiamo noi); però allo stesso tempo non vogliamo creare problemi a chi sta vendendo né irritarli presentandoci a casa loro con un nostro tecnico di fiducia, poiché si tratta di una giovane coppia semplice e disponibile che si è affidata totalmente all'agente immobiliare, del quale si fida ciecamente.
Tra l'altro tutto per noi è più difficile perché il luogo dove si trova questo immobile è molto lontano da dove abitiamo, e sul posto non conosciamo nessuno.
Converrebbe forse chiedere fin da ora il mutuo, in modo che ci sia l'uscita del perito e in questo modo il tutto sia controllato da una terza persona? Come tutelarci?
Grazie!
Stiamo acquistando un'abitazione per nostra figlia, e la settimana scorsa abbiamo fatto il preliminare.
Nella proposta di acquisto era garantita da parte del venditore la conformità urbanistica e catastale dell'immobile, oltre che quella degli impianti; mentre nel preliminare era menzionata solo la conformità catastale, quindi abbiamo chiesto fossero aggiunti i due punti mancanti, chiedendo anche la consegna delle dichiarazioni per quanto riguarda gli impianti.
A questo punto l'agente immobiliare ci ha spiegato che gli attuali proprietari in realtà non sono in possesso dei relativi certificati di conformità, perché non hanno acquistato da impresa costruttrice ma da un privato, il quale non aveva alcun obbligo di consegnarli; ha garantito un accesso agli atti per recuperare quanto possibile (e ha scritto in preliminare questa incombenza a carico del venditore), ma ha insistito sul fatto che non sarebbe necessario per il rogito.
Inoltre, poiché ci eravamo accorti di una incongruenza tra la planimetria catastale e lo stato di fatto (sicuramente un errore di disegno, trattandosi di un pilastro "non al suo posto"), ha recuperato l'ultimo progetto depositato in Comune (chiedendolo al tecnico che l'ha fatto, visto che era il primo proprietario dell'unità e lo stesso che ha venduto l'unità agli attuali proprietari) nel quale il pilastro è riportato nel posto giusto, e per tutto il resto (escluso questo particolare) combacia con la planimetria catastale.
Nel preliminare l'agente ha quindi riportato che prima del rogito il venditore dovrà provvedere alla modifica catastale in modo che ci sia la regolarità; dopo nostra richiesta, è stato riportato anche che il venditore garantisce la conformità urbanistica allo stato di fatto, ma in realtà non c'è stato nessun confronto tra quest'ultimo e il progetto depositato in Comune poiché non c'è stato alcun controllo delle misure effettive.
Pensavamo che il venditore dovesse consegnare al notaio, per l'atto di compravendita, i certificati di conformità degli impianti e la dichiarazione di un tecnico che attesti la regolarità urbanistica e catastale, ma l'agente ci ha detto che non sono obbligatori, che di solito non li richiedono e che tutto si risolve con una dichiarazione del venditore da riportare nell'atto, insieme a quella dell'acquirente che a sua volta attesta la regolarità di ciò che sta comprando.
Corrisponde al vero questo?
Non sono controlli che dovrebbero essere fatti addirittura dall'agenzia immobiliare, insieme al venditore, in preparazione del preliminare o del rogito?
Come possono venditore e acquirente dichiarare una cosa non verificata?
Per vari motivi, che non elenco perché altrimenti mi dilungo ancora, abbiamo delle riserve sulla perfetta corrispondenza tra stato di fatto e progetto depositato in Comune; non cose importanti, ma esempio qualche parete più lunga o più corta.
Il timore è che mia figlia possa incontrare difficoltà in caso di futura vendita, oppure se dovesse chiedere un mutuo nei prossimi mesi (per ora anticipiamo noi); però allo stesso tempo non vogliamo creare problemi a chi sta vendendo né irritarli presentandoci a casa loro con un nostro tecnico di fiducia, poiché si tratta di una giovane coppia semplice e disponibile che si è affidata totalmente all'agente immobiliare, del quale si fida ciecamente.
Tra l'altro tutto per noi è più difficile perché il luogo dove si trova questo immobile è molto lontano da dove abitiamo, e sul posto non conosciamo nessuno.
Converrebbe forse chiedere fin da ora il mutuo, in modo che ci sia l'uscita del perito e in questo modo il tutto sia controllato da una terza persona? Come tutelarci?
Grazie!