Io mi baso sempre su un esempio facile ovvero patrimonio del defunto 100 in fase divisione ereditaria
se 100 è il valore della casa coniugale tutto il ragionamento che ho fatto va bene.
Ma se con 100 tu intendi la casa coniugale di proprietà del de cuius, la casetta al mare per le vacanze in proprietà al 50% con la moglie, il possesso di titoli; un c/c esclusivo e un altro c/c cointestato con la moglie; tu da sola capisce che pur rimanendo valida la suddivisione 1/3 e 2/3 (da dividere in parti uguali tra te e tua sorella), si aprono degli scenari di compensazione che lasciano spazio a diverse soluzioni di spartizione dell'eredità.
 

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Non dice che il valore catastale è quello che interessa in questa discussione.
la postante chiedeva se il diritto di abitazione della casa coniugale è monetizzabile e se tale valore va messo in detrazione subito dal valore dell'eredità spettante agli altri eredi.
Per quanto riguarda la prima parte del quesito la risposta è affermativa ed ho inserito il principio di come si calcola il diritto di abitazione dal sito del notaio Platania.
Secondo questo professionista il diritto di abitazione si calcola, in base all'età del beneficiario, percentualmente sul valore della piena proprietà calcolato partendo dalla rendita catastale opportunamente corretta di un coefficiente relativo alla categoria catastale dell'immobile.
 
Quanto al valore da assegnare al diritto di abitazione, mi sembra di ricordare che le tabelle del calcolo di usufrutto si applicano solo ai fini fiscali: in caso di compravendita sono sicuramente un metodo, ma non mi pare ci sia alcun obbligo. E' lasciato alla contrattazione.

Tornando a quanto di interesse di @perlapellerano , semplificherei la risposta in questo modo:

la sorella , se non c'è testamento, eredita 1/3 della casa. Casa che se abitata dalla madre, è gravata da un diritto di abitazione sull'intera casa (che essendo diritto personale del coniuge, non è cedibile, e vale solo se esercitato).
Non mi pare si ponga l'ipotesi che la madre rinunci a tale diritto (nemmeno dietro corrispettivo monetario, contrattato come detto sopra)
Si pone invece l'ipotesi di liquidare la sorella di 1° letto: tecnicamente il valore della sua quota sarebbe 1/3 della nuda proprietà della casa: in sostanza cioè le figlie, fin che vive la mamma e risiede nella casa coniugale ereditata, dispongono di fatto solo della nuda proprietà: che ovviamente vale meno della piena proprietà.

Il vero problema è concordare sulla stima da attribuire alla casa: poi quanto decurtare il valore della quota del suo terzo, rientra nella trattativa: un riferimento è usare le percentuali che si ricavano dalle tabelle (che non ho aperto) usate dai notai per calcolare i valori dell'usufrutto, ma immagino che in questi casi chi ha interesse ad acquisire l'intero, debba invogliare il comproprietario a cedere.
 
un riferimento è usare le percentuali che si ricavano dalle tabelle (che non ho aperto) usate dai notai per calcolare i valori dell'usufrutto,
non sono in discussione le percentuali con le quali si monetizza il diritto di abitazione perché queste sono calcolate sulla base della aspettativa media di vita.
Come hai detto tu. il problema sarà su quale valore applicare la percentuale.
Nell'ultimo allegato che ho postato, che è stato preso dal sito internet del Notaio Platania c'è scritto:" N.B. Il Valore Catastale sopra ottenuto sarà quello preso in considerazione nella maggior parte dei casi ( ovvero successione, donazioni e trasferimenti onerosi di abitazioni e/o loro pertinenze a persone fisiche) ..."
Poi ci sono gli accordi extragiudiziali che, se vanno bene a tutti gli interessati, possono anche non rispettare la legge o le norme (vedi le disposizioni testamentarie che ledono le quote di legittima che vengono ugualmente pubblicate dal notaio e che vengono ritoccate dal giudice solo dietro istanza della parte lesa).
Però nel caso di contestazioni si ritorna a quanto prevede la legge e quindi a quello che ha scritto il notaio.
E' altrettanto vero che per ottenere facilmente il consenso alla cessione della parte della sorella la postante possa offrire anche 1/3 della piena proprietà del valore di mercato dell'immobile; però tutto dipende dalla disponibilità economica della stessa e dai rapporti tenuti dalla sorella che è figlia di primo letto del padre.
 

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