Il diritto di prelazione spetta, nel vostro caso, ai coeredi della stessa eredità, di tuo padre. Pertanto, tua madre non poteva vendere la sua quota a tuo fratello, se prima non avesse interpellato anche voi coeredi, che avreste potuto concorrere all'acquisto.
 
Gianco, scusa, ma se la vendita delle quote avviene fra coeredi, il diritto di prelazione NON esiste. Può essere fatto valere solo se un coerede vende la sua quota a TERZI, senza comunicarlo prima agli altri coeredi, che hanno tempo 2 mesi per decidere se comprare o meno.
Nel mio caso, mia madre ha venduto FITTIZIAMENTE, a mio fratello, che risulta essere un coerede.
 
credo sia opportuno consulti al più presto un collega esperto di successioni della sua città che esaminerà con la dovuta professionalità giuridica la sua posizione visto quello che scrive lasciando stare le opinioni dei non addetti ai lavori che riceve in questa sede....
 
Ultima modifica:
Resta comunque il dato di partenza:
- la successione del padre non ha leso alcuna legittima
- la madre in vita può vendere o donare a chicchessia, salvo eventuali prelazioni.
- una eventuale azione di riduzione delle donazioni (una volta dimostrata la vendita fittizia) può essere esercitata solo dopo il decesso della madre.

Quindi?
 
Quindi: senza la comunicazione agli aventi diritto della prelazione gli altri eredi possono impugnare l'atto di vendita e/o esercitare il loro diritto, però sono passati quasi 10 anni:)
 
Quindi: senza la comunicazione agli aventi diritto della prelazione gli altri eredi possono impugnare l'atto di vendita e/o esercitare il loro diritto, però sono passati quasi 10 anni:)
Poiche si presume che si risponda sottintendendo la situazione oggetto della domanda, rileverei una inesattezza in questa tua risposta.

1°- L'art. 732 contempla la prelazione solo se un coerede vuole alienare ad un estraneo (cosa qui non avvenuta)
2°-Il medesimo articolo presuppone inoltre che l'alienazione debba essere a titolo oneroso, poichè la norma parla di prezzo. Di conseguenza rimane esclusa la donazione (v. art. 769 del c.c.).
Quindi vedrei piuttosto temerario rivendicare la prelazione sia per la vendita, avvenuta verso un coerede, sia si dimostri come donazione la vendita simulata.
 
Secondo varia giurisprudenza la comunicazione di alienazione va comunicata a tutti i coeredi indipendentemente dal grado di parentela
 
Secondo varia giurisprudenza la comunicazione di alienazione va comunicata a tutti i coeredi indipendentemente dal grado di parentela
si, in effetti in linea di massima è cosi, ma c'è un piccolo problema, cioè, l'alienazione delle quote fra coeredi, non implica il diritto di prelazione con gli altri eventuali coeredi, cosa che invece è obbligatoria nel caso di cessione a terzi.
 
credo sia opportuno consulti al più presto un collega esperto di successioni della sua città che esaminerà con la dovuta professionalità giuridica la sua posizione visto quello che scrive lasciando stare le opinioni dei non addetti ai lavori che riceve in questa sede...
Già più volte ho postato questo articolo apparso in un quotidiano, redatto da un notaio, forse consigliere e confermato dal Presidente. Mai nessun esperto ha controbattuto. Vediamo questa volta chi saprà o sia in grado di esprimere un giudizio!
 

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