Problema:
1. per mettere gli estremi di registrazione del contratto, nella scrittura privata o devi post datarla per avere anche i dati di registrazione oppure lasci spazio e metti poi a manina il numero di registrazione e protocollo?
2. in che modalità esporresti quanto di cui sopra in merito alla garanzia sul canone mensile di € 500 in un 4+4 cedolare secca?
Ultima cosa, se devo usarla, dici di tirarla fuori e farla registrare. Allora in quel momento in agenzia, leggono che è una garanzia e ti mettono subito la gabella dei € 200 e sei punto a capo, o no?
Poi da ultimissimo, non è che poi, Ti ritengono valida la scrittura privata, solo dal momento in cui è stata registrata?
Non occorre vergare col sangue, nella scrittura privata di garanzia, i freddi estremi della registrazione del contratto di locazione. Basta evocarlo, chiamarlo per nome e data e promettere solennemente, alzando la mano destra, che esso sarà registrato in un secondo tempo. Poi, senza indugio alcuno, l’atto andrà bollato, poiché l’imposta di bollo è dovuta nel momento stesso della sua nascita.
La impongono i gabellieri all’art. 2 della Tariffa, Parte prima del DPR 642/1972. La gabella grava su quegli atti “soggetti all’imposta fin dall’origine”, e il sipario fiscale si alza nel preciso istante della sottoscrizione dell’atto, non quando arriva (se arriva) la registrazione.
E se il conduttore, protagonista infedele, venisse meno alle obbligazioni assunte? Nessun timore: basterà mostrare al garante la scrittura privata di garanzia. Anche priva di registrazione, essa conserva la sua voce forte e chiara: non perde né efficacia né validità.
Certo, si può scegliere di registrare comunque la scrittura privata. Ma allora il prezzo del ritardo sarà senza misericordia. Si paga caro: imposta di registro, imposta di bollo (se assente), sanzioni e interessi.
Il ravvedimento operoso per registrazione tardiva, che ti redime dai tuoi peccati, diventa necessario solo quando l’atto deve varcare le porte di un tribunale o posarsi sul banco di una cancelleria: ad esempio, quando il garante stesso viene trascinato in giudizio. È lì, in quell’istante fatale, che si consuma il funesto “caso d’uso” e la garanzia, fino ad allora promessa solenne, si rileva per ciò che è stata: una tragica finzione.