La soluzione facile e definitiva non può certo venire da un forum. Ma è già tanto avere avuto questo scambio di pareri e informazioni: mi sono state di grande aiuto per capire meglio il problema.
Grazie ancora a tutti.
 
Comunque la legge (TUIR art. 32) definisce il Reddito agrario come “reddito medio ordinario”, cioè un reddito figurativo, indipendentemente dal reddito effettivo.
Che tutto l’estimo catastale sia “figurativo” indipendente dal reddito effettivo è cosa nota, fuori discussione, sia per i terreni che per i fabbricati.
Ma tra i due c’è una differenza: per i fabbricati è definita solo una rendita (figurativa) cui fare riferimento sia per la tassazione patrimoniale (=IMU) sia per il caso di immobile sfitto o a disposizione.

Per i terreni hanno invece definito due rendite: con l’obiettivo concreto di addebitare il reddito agrario a chi effettivamente conduce il fondo.
Che oggi venga comunque tassato il proprietario indipendentemente dalla coltivazione o utilizzo reali, è un palese escamotage per fare cassa senza intervenire sul meccanismo concettuale.
Basterebbe poco a far sparire quella incongruenza: ad es eliminare il dualismo e sommare le due rendite in una (vedi esempio Tasi+IMU splittate comune+stato, oggi da 4 ad una, ma con aliquota data dalla sommatoria)

E speriamo che @uva non ci consideri OT se dissertiamo del sesso degli angeli , della cui soluzione non abbiamo contezza.


nei post precedenti pare ci si soffermi su altri argomenti secondo me non utili per risolvere la questione,
Sarebbe interessante capire a cosa ti riferisci: che la questione non sia risolvibile, lo abbiamo chiarito da tempo (oggi il fisco vuole che si versi anche per un reddito agrario inesistente); nulla toglie che si possa riflettere e commentare la razionalità della norma, sia la coerenza sintattica delle istruzioni ministeriali rispetto allo scopo voluto
 
Che tutto l’estimo catastale sia “figurativo” indipendente dal reddito effettivo è cosa nota, fuori discussione, sia per i terreni che per i fabbricati.

Ok. Quindi ne concludo, correggimi se sbaglio, che se da un campo di patate ricavo cento quintali di patate oppure una sola patata, il suo “reddito” dominicale e agrario non cambia, essendo valori medi e non il valore effettivo, salvo agevolazioni (come quella cessata che esentava il caso limite del terreno lasciato incolto durante un anno sebbene potenzialmente fruttifero, diciamo 0 patate) o salvo che non si ridefinisca il terreno al catasto comunicando che non è più destinato alla coltura delle patate (per dire).


Ma tra i due c’è una differenza: per i fabbricati è definita solo una rendita (figurativa) cui fare riferimento sia per la tassazione patrimoniale (=IMU) sia per il caso di immobile sfitto o a disposizione.

Nel caso dei fabbricati, quando li si “coltiva” per così dire cioè li si mette a reddito concedendoli in locazione, si paga IRPEF sulla base del reddito effettivo ma anche IMU.


Per i terreni hanno invece definito due rendite: con l’obiettivo concreto di addebitare il reddito agrario a chi effettivamente conduce il fondo.

Se diverso dal proprietario. Altrimenti al proprietario.

Che oggi venga comunque tassato il proprietario indipendentemente dalla coltivazione o utilizzo reali,

Se il terreno non lo coltivi ma lo lasci definitivamente a prato, puoi comunicarlo al Catasto che dovrebbe adeguare le pretese di conseguenza.

è un palese escamotage per fare cassa senza intervenire sul meccanismo concettuale.

Se volessero far cassa, potrebbero tassare il reddito reale, o adeguare i figurativi in termini più realistici, direi. Gli attuali redditi figurativi non mi paiono altissimi, o sbaglio?

Basterebbe poco a far sparire quella incongruenza: ad es eliminare il dualismo e sommare le due rendite in una (vedi esempio Tasi+IMU splittate comune+stato, oggi da 4 ad una, ma con aliquota data dalla sommatoria)

Ma la distinzione è utile se a coltivare non è lo stesso proprietario, no?
 
Ultima modifica:
Ammetto che stiamo discorrendo del sesso degli angeli: ma non essendo vietato, possiamo continuare...
Nel caso dei fabbricati, quando li si “coltiva” per così dire cioè li si mette a reddito concedendoli in locazione, si paga IRPEF sulla base del reddito effettivo ma anche IMU.
Appunto : diciamo che il reddito dominicale equivalente lo assocerei all'IMU, mentre Il reddito di "coltivazione/locazione" viene assunto dal canone effettivo (con le previste aliquote)
Se volessero far cassa, potrebbero tassare il reddito reale, o adeguare i figurativi in termini più realistici, direi. Gli attuali redditi figurativi non mi paiono altissimi, o sbaglio?
Anche qui hai ragione: ho usato una espressione non adeguata. Diciamo che non vogliono fare lo sforzo di aggiornare lo schema: ti va meglio così?
Ma la distinzione è utile se a coltivare non è lo stesso proprietario, no?
Certo: ma non sarebbe l'unico modo per ottenere il medesimo risultato: basterebbe dare un nr di codice particolare al tipo di affitto: e il reddito attribuito alla coltivazione andrebbe dichiarato dall'affittuario coltivatore.
 

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