Ciao a tutti,
cercherò di essere breve e conciso, spero efficace nell'esposizione.
A seguito di accertamenti conseguenti l'acquisto di un locale cantina (cat. C2) mi sono accorto che quanto realizzato dall'impresa non è conforme agli elaborati progettuali (quota altezza tra pavimento e soffitto) ma è invece conforme all'accatastamento.
Seguono lettere dal mio legale all'ìmpresa (che è una SRL, nonchè intento una causa per vizi costruttivi ed inadempienze) tale che l'amministratore della stessa, depositato in comune un accertamento di conformità, quindi ammettendo la difformità (250 cm progettati, 265 realizzati), consegue la concessione edilizia a sanatoria ma non solo non esegue i lavori, ma la fa pure scadere.
Nel mentre la causa fa il suo decorso (volge al termine) e siccome l'impresa non ha tantomeno mai conseguito e consegnatami l'agibilità, verrà presto certamente condannata a provvedere, solo che, nel mentre, tale "abuso" è a conoscenza dell'ufficio tecnico comunale, quindi il rilascio dell'agibilità sarà vincolato alla sanatoria dell'abuso. Un gatto che si morde la coda.
Tale sanatoria è però onerosa (immaginate di dover sollevare di 15 cm una pianta locali di circa 45 mq, rifacendo impianti, pavimenti ed infissi...!!!) e la società nel mentre si è posta in liquidazione.
Domanda: quale strumento posso utilizzare per ESIGERE la messa in conformità del locale? Vero è che si tratta di una società a responsabilità limitata, ma l'accertamento di conformità è stata richiesta dall'amministratore (con tanto di nome e cognome che figura nella domanda...).
Cioè, anche se la società dovesse "sparire" come posso aggredire legalmente l'amministratore (persona fisica) affinchè provveda?
Non potrò intentare una nuova causa (liquidazione), ma ho pensato ad un esposto alla procura della repubblica.
è assurdo che il comune conosca la situazione, che il giudice lo condannerà al rilascio dell'agibilità, ma che il tizio in questione potrà eludere la condanna!...
grazie
g.
cercherò di essere breve e conciso, spero efficace nell'esposizione.
A seguito di accertamenti conseguenti l'acquisto di un locale cantina (cat. C2) mi sono accorto che quanto realizzato dall'impresa non è conforme agli elaborati progettuali (quota altezza tra pavimento e soffitto) ma è invece conforme all'accatastamento.
Seguono lettere dal mio legale all'ìmpresa (che è una SRL, nonchè intento una causa per vizi costruttivi ed inadempienze) tale che l'amministratore della stessa, depositato in comune un accertamento di conformità, quindi ammettendo la difformità (250 cm progettati, 265 realizzati), consegue la concessione edilizia a sanatoria ma non solo non esegue i lavori, ma la fa pure scadere.
Nel mentre la causa fa il suo decorso (volge al termine) e siccome l'impresa non ha tantomeno mai conseguito e consegnatami l'agibilità, verrà presto certamente condannata a provvedere, solo che, nel mentre, tale "abuso" è a conoscenza dell'ufficio tecnico comunale, quindi il rilascio dell'agibilità sarà vincolato alla sanatoria dell'abuso. Un gatto che si morde la coda.
Tale sanatoria è però onerosa (immaginate di dover sollevare di 15 cm una pianta locali di circa 45 mq, rifacendo impianti, pavimenti ed infissi...!!!) e la società nel mentre si è posta in liquidazione.
Domanda: quale strumento posso utilizzare per ESIGERE la messa in conformità del locale? Vero è che si tratta di una società a responsabilità limitata, ma l'accertamento di conformità è stata richiesta dall'amministratore (con tanto di nome e cognome che figura nella domanda...).
Cioè, anche se la società dovesse "sparire" come posso aggredire legalmente l'amministratore (persona fisica) affinchè provveda?
Non potrò intentare una nuova causa (liquidazione), ma ho pensato ad un esposto alla procura della repubblica.
è assurdo che il comune conosca la situazione, che il giudice lo condannerà al rilascio dell'agibilità, ma che il tizio in questione potrà eludere la condanna!...
grazie
g.