O

Ollj

Ospite
che il fratello insediatosi in casa del padre facesse dei lavori di manutenzione alla casa medesima (come li fece la signora) che godesse dei benefici dovuti alle migliorie (come fece la signora) e che alla morte del genitore superstite chiedesse ai fratelli comproprietari la loro parte per le spese sostenute per la manutenzione di cui lui ha goduto (come fece la signora).
Correttamente tal fratello avrebbe diritto a conseguire il rimborso, pro quota, da parte degli altri comunisti; ne più ne meno come scrissi allora. Trattasi del diritto al rimborso per opere svolte a vantaggio della comunione a nulla rilevando il diritto di abitazione ex art.540 CC
 

67principe

Membro Junior
Professionista
Ma poi scusate...questo padre si oppone a far periziare la casa da un geometra di mia fiducia...in quanto in qualità di erede credo di avere il diritto di far valutare l'appartamento.
Ovviamente ho allertato il mio legale per i dovuti provvedimenti.
Qui non si tratta di andare contro un padre , ma credo che sia esattamente il contrario...perchè per quanto ci possa essere rispetto per le persone di una certa età noi figli 50 enni non siamo piu bambini e di conseguenza dobbiamo necessariamente prendere provvedimenti.
Ditemi se è un mio diritto o meno di far valutare la casa da un perito, grazie.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
.
dimenticando (o non riuscendo a comprendere) tal chiaro principio:
il diritto alla conservazione dell’abitazione familiare è riferito in via esclusiva al coniuge e solo di riflesso si estende anche ai figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti.
Del resto che al caso di specie non si potesse applicare l'art.540 Cc era chiaro sin da subito perchè il fratello non fa più parte della famiglia del coniuge superstite:
Francamente non vedo perchè insisti nel ritenere totalmente incapace chi non condivide (in parte) le tue conclusioni.

Le ripeto per l'ennesima volta...., che nessuno ha messo mai in dubbio che il diritto di conservazione dell'abitazione familiare spetta solo al coniuge superstite es art 540 cc.

Io ho sempre fatto riferimento invece al seguente art. 1022, e 1023: il genitore che detiene incontestabilmente detto diritto, ha pieno titolo per negare la chiave a 67principe, e continuare ad ospitare il figlio che vive in casa del padre:

Defunta la madre, in casa residenziale è rimasto a vivere il padre ed il fratello.
siamo 3 fratelli, io ed un'altro fratello viviamo in un'altra casa...mentre l'altro vive in casa con mio padre.


La frase successivamente posta lascia anche qualche dubbio, in merito alla residenza: il fatto di essere proprietario di un'altra casa e non abitarla, non necessariamente corrisponde ad everci anche la residenza
Scusate, mio padre vive in casa con l'altro fratello, e lui ha le chiavi ma non è residente in quell'appartamento...in quanto a sua volta è proprietario di una sua casa e non ci abita!!!

In conclusione, senza disquisire su quale articolo di codice sia il più pertinente, credo si possa rispondere serenamente a @67principe che le sue pretese sono mal riposte: la sua quota di comproprietà, ad oggi equivale in sostanza ad una nuda proprietà.

Potrà provare risentimenti verso il fratello che gode della ospitalità del padre, ma questo ultimo può convivere con tutti quelli che gli prestano assistenza o compagnia.

Ditemi se è un mio diritto o meno di far valutare la casa da un perito, grazie.
Qui credo invece sia suo diritto: dovrà concordare col padre un orario di visita, che non credo possa negarla in assoluto.
 
O

Ollj

Ospite
Potrà provare risentimenti verso il fratello che gode della ospitalità del padre, ma questo ultimo può convivere con tutti quelli che gli prestano assistenza o compagnia
Ovviamente lei dimentica...
- che il diritto di abitazione ha un valore che si monetizza
- che tal valore grava sui coeredi pro quota
- che nessun altro, non nella famiglia del superstite, può vantare tal diritto (ecco il perchè dei minori e/o dei maggiori incapaci)
- che il fratello non è un semplice "ospite" come lei vuol far credere) ma abita stabilmente nell'immobile (pur non facendo parte della famiglia avendo altrove la residenza)
- che il fratello, utilizza un bene in comunione, con vantaggio rispetto agli altri coeredi e che costoro ben possono chiederne conto
Alla faccia del suo:
nessuno ha messo mai in dubbio che il diritto di conservazione dell'abitazione familiare spetta solo al coniuge superstite es art 540 cc.
Mi sa che è un po' confuso.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Ovviamente lei dimentica...
- che il diritto di abitazione ha un valore che si monetizza
- che tal valore grava sui coeredi pro quota
- che nessun altro, non nella famiglia del superstite, può vantare tal diritto (ecco il perchè dei minori e/o dei maggiori incapaci)
- che il fratello non è un semplice "ospite" come lei vuol far credere) ma abita stabilmente nell'immobile (pur non facendo parte della famiglia avendo altrove la residenza)
- che il fratello, utilizza un bene in comunione, con vantaggio rispetto agli altri coeredi e che costoro ben possono chiederne conto
Nessuna dimenticanza: forse è lei ad essere confuso o essersi confuso.

Continuo a ripetere che @67principe ha esordito pretendendo le chiavi ecc.
Che possa chiedere un corrispettivo dal fratello può essere; che pretenda dal padre le chiavi , al pari del fratello, non credo. Che possa limitare l'uso che il padre fa della sua abitazione, nemmeno.

Rimane una mia opinione, come lei rimane della sua: nessuno dei due ha in questa sede una toga.
 
O

Ollj

Ospite
Che possa limitare l'uso che il padre fa della sua abitazione, nemmeno.
Certo che può; l'utilizzo ex art.540 Cc (lei si ostina a citar altri articoli non pertinenti) non autorizza a far fruire ad altri il vantaggio riconosciuto solo al padre e a livello personale
Il fratello, non fa parte della famiglia del padre, è un coerede e come gli altri deve essere trattato rispetto al bene comune = onerato non onorato
Continui pure a perseverare...
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Che non sia pertinente l'art. 1022: Abitazione e 1023: Ambito della famiglia, lo dovrebbe spiegare lei. Spieghi perchè li ignora.

Certamente tutto verte sulla frase: "dei bisogni suoi e della sua famiglia".
Ma anche su "Si comprendono anche infine le persone che convivono con il titolare del diritto per prestare a lui o alla sua famiglia i loro servigi".

Ripeto: non insisto su quali corrispettivi possa vantare principe nei confronti del fratello comproprietario che trae vantaggio da questa situazione.

Ma certamente non puo pretendere di godere in coabitazione del suo 33% se la abitazione non è stata dichiarata sovrabbondante per le esigenze del padre. Non ho letto trattarsi di una sorta di Palazzo reale.
L'approccio iniziale del postante mi fa propendere nel ritenere che la sua sia una rivendicazione non serena.
 

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