Non so molto sul fatto della 'concessione' della residenza, ma di una cosa so per certo: coloro i quali abitano -per di più con residenza- stabilmente l'immobile ne hanno un legittimo possesso -cioè l'hanno acquisito di fatto, e nessun giudice può negare loro il diritto di godimento dell'immobile (che risulta pure una prima casa per loro).
Inoltre se fai un atto tipo 'cambio di serratura' loro possono denunciare te per violazione di proprietà privata.
La questione è delicata e pur comprendendo il tuo disappunto mi sa tanto che l'unica soluzione -alla fine- sia una divisione giudiziale, con relativa asta e divisione del ricavato.
 
La residenza è il luogo di dimora abituale. Conta pertanto solo l'effettiva situazione di fatto. L'ufficiale di anagrafe registra pertanto tale situazione (di fatto) e NON deve acquisire consensi da parte di terzi (proprietario dell'immobile se questo sia in locazione, o eventuali comproprietari, o qualunque altro soggetto che possa vantare diritti sull'immobile). In ogni caso, il mero fatto di avere la residenza (cioè l'iscrizione anagrafica corrispondente) in un dato luogo non fa sorgere - solo per questo - particolari diritti nei confronti di soggetti terzi titolari di diritti reali sull'immobile in cui si dimora abitualmente.
 
Il possesso di un bene se esercitato senza interruzioni per 20 anni si chiama usucapione ed in questo modo si acquisisce la proprietà del bene medesimo. Mi sa che l'unico modo che ho per interrompere questa situazione che dura già da 9 anni è quello di rivolgermi al giudice per chiedere una turnazione tra gli eredi per abitare la casa, così come mi aveva risposto ccc1956.
Secondo voi ci sono altri modi affinchè gli attuali occupanti della casa (mio padre che è anche comproprietario e mia nipote), mi riconoscano formalmente lo status di proprietario ed il diritto di ingresso interrompendo così un porcesso di usucapione già in atto ?

Grazie,
Bubincka
 
Si mia moglie e mia figlia sono disponibili. Anche mia nipote vi ha preso la residenza anagrafica ma ci va soltanto durante il fine settimana, durante la settimana vive con sua madre.

Quello che non capisco nella sua risposta è: "considera che loro potrebbero anche concedere a tua figlia di prender la residenza"

A chi si riferisce quando dice loro, intende mio padre ?

Se mio padre in qualità di proprietario ha concesso a mia nipote di prendere la residenza, perchè nella medesima qualità di proprietario non posso io concedere autonomamente la residenza lì a mia moglie ?

Grazie,
Bubincka

la residenza si acquista risiedendo lì perciò pensavo che tua moglie e tua figlia, visti i rapporti, non avevano voglia di convivere con tuo padre. altrimenti tua moglie va in comune, dichiara di abitare lì poi al controllo del vigile tuo padre dice che non è vero e tu non hai risolto nulla. e poi se non vive lì non risolvi comunque.
 
Hai ragione, non lo farebbe con piacere, ma "si sacrificherebbe per il periodo necessario" per avere anche noi le chiavi ed essere al riparo di eventuali cambi di serratura minacciati da mio padre.

Una volta presa la residenza ci andrebbe insieme a me solo il fine settimana, esattamente come fa oggi mia nipote.

L'idea della residenza era un ultimo tentativo di evitare di andare da giudice per farsi assegnare ad ognuno dei periodi in cui abitare la casa dato che siamo diversi comproprietari ma nessuno vuole arrivare alla vendita fatta dal giudice.
 
Riporto l'attenzione su un fatto: se le persone attualmente 'in casa' hanno la residenza, per legge quella è la prima casa; non credo che un giudice ammetta 'turni' di occupazione della prima casa; semmai -forse- una divisione interna degli ambienti..
 

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