i soliti pasticci di chi crede che, facendo testamento, possa disporre come vuole dei suoi beni trascurando gli eredi legittimari (figli e moglie ed in mancanza di figli i genitori se viventi).
Mi sembra di capire che dal matrimonio non siano nati figli pertanto il testamento avrebbe dovuto rispettare le seguenti quote: al coniuge superstite spetta 1/2 del valore del patrimonio del coniuge più il diritto di abitazione della casa coniugale e l'utilizzo del mobilio in essa contenuto; 1/4 del valore del patrimonio alla sorella, se è unica, altrimenti 1/4 diviso in parti uguali tra tutti fratelli/sorelle; 1/4 del valore del patrimonio è la quota che il de cuius poteva disporre a suo piacimento.
Con questa situazione tuo fratello poteva sostanzialmente dividere a metà (1/2 alla moglie e 1/4+1/4=1/2 a te); ma bada bene si parla di valore dei beni. Ora io non so se il diritto di usufrutto sulla casa e su tutti gli altri beni lasciati raggiunga 1/2 del valore complessivo dei beni. Certo che se ha lasciato solo la casa e 80.000 in banca io ho qualche dubbio. Dubbio che aumenta se tuo fratello era sposato in comunione dei beni, per cui è possibile che la casa fosse cointestata (il significa che 1/2 di proprietà della casa fosse già sua) e che il c/c fosse cointestato (altrimenti come poteva la vedova prelevare dal conto la metà della giacenza cioè 40.000 €?).
Ti faccio un esempio sulla destinazione della casa: ipotizziamo un valore della casa 150.000 €; età dell'usufruttuaria 82 anni; tasso legale 0,10%; Valore dell'usufrutto 37.500 € Valore della nuda proprietà 112.500 € . Come vedi il valore del bene lasciato non è diviso a metà. Se poi la vedova era più vecchia, il valore del suo usufrutto è ancora minore perché questo si basa sulla aspettativa media di vita dell'usufruttuario.
Non hai specificato quali altri beni abbia lasciato tuo fratello ed a chi; una cosa è certa che far raggiungere con il solo valore dell'usufrutto il valore di 1/2 dei beni in questo caso è praticamente impossibile.
Tuttavia la signora è stata mal consigliata, io non credo che inviando una r/r al notaio che ha pubblicato il testamento sia uno strumento sufficiente ed efficacie per ricalcolare l'eredità secondo quanto previsto dalla legge in materia di successione.
Secondo alcune posizioni giuridiche tua cognata è da considerarsi erede legittimaria sin dal momento della apertura della successione essendo stata chiamata all'eredità nel testamento. Non lo sarebbe stata se fosse stata esclusa dal testamento, per cui prima avrebbe dovuto ottenere dal giudice la qualifica di erede legittimaria.
Tua cognata avrebbe dovuto agire per vie legali per ottenere la riduzione della eredità
I fratelli di tua cognata sono suoi eredi (non legittimari ma necessari) ed essendo tua cognata già riconosciuta come erede legittimaria penso che possano chiedere di subentrare nella azione di riduzione.
Comunque penso che prima di andare per vie giudiziarie un avvocato che lavora nel settore eredità-diritto di famiglia ti possa dire come stanno le cose e trovare un accordo extra giudiziale.