Dal 2007, ho dato in locazione ad una banca un locale commerciale, nel quale avevo la mia attività commerciale. Dopo trattative con la banca, ed avendo raggiunto l'accordo economico, certamente per me favorevole, dovendo chiudere l'attività commerciale, stipulammo il regolare contratto. Nel Marzo 2010, dopo circa 2 anni, la banca mi manda una raccomandata, nella quale mi chiede una riduzione del canone di circa il 15%. Io non accetto e propongo una risoluzione, rinunciando sino alla prima scadenza naturale, nel 2013, all'aumento annuale ISTAT. La banca accetta,e quindi per me sembrava risolta la questione. A meno di un anno da quell'accordo, mi arriva una nuova raccomandata, ed anche questa volta mi si propone, una revisione a ribasso del canone del 20%. La motivazione con minacce di chiudere la filiale aperta nel mio immobile, anche questa volta è che il mercato immobiliare degli affitti è in flessione. Pertanto, ove io non decida di decurtare il canone consolidato, mi minacciano di chiudere la Filiale. Poi, leggendo il contratto, mi sono accorto che in deroga, all'art.27 della legge 392 del 27/7/78, il conduttore, anche senza grave motivo possa recedere dal contratto. Questa clausola, anche se da me sottoscritta sembra vessatoria nei miei confronti. Può la banca , con minacce, chiedermi una riduzione del canone, o è tenuta a rispettare la scadenza del 2013. Grazie in anticipo