quiproquo

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Poichè la regola è ispirata ad una presunta volontà del de cuius, si comprende come questi possa esprimere una scelta diversa mediante la dispensa dalla collazione (art.737 c.c.) che vale ad evitare che il figlio o il coniuge imputino alla propria quota quanto ricevuto per donazione. Ma va rilevato che la dispensa dalla collazione non può far sì che la donazione leda i diritti dei legittimari (art. 737, 2° comma, c.c.:<<la dispensa dalla collazione non produce effetto se non nei limiti della quota disponibile>>).
@Jerri. La risposta è esatta e non poteva essere altrimenti. Dal mio punto di vista, che tu conosci benissimo, la dispensa dalla collazione è ininfluente e io mi limito a ribadire che la legge, anche giusta se vuoi, produce inevitabilmente il lievitare della litigiosità o addirittura la crea e fa calpestare dagli eredi le scelte,spesso sofferte, del de cuius. Insomma vi è una commistione fra le giuste indicazioni delle percentuali spartitorie in assenza di testamento e in presenza del quasi intatto asse ereditario con le scelte consensuali a volte di tutti i familiare effettuate in vita dal De Cuius. Scelte che anche se oculate e improntate a una parità (impossibile da "dettagliare") possono fomentare la lite proprio per l'esistenza della legge. E verrebbe da chiedere : perchè non avete contestato le scelte del padre quando era in vita??? Ti lascio la risposta e ti saluto cordialmene, ribadendo la mia insofferenza che non diminuisce. qpq.
 

arciera

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(la chiocciolina deve essere seguita perfettamente dal nome/nickname così come e' scritto, maiuscole comprese. Altrimenti visto che siamo decine di migliaia mandi a chiamare altri) un appunto: la legge sulla collazione nasce per non far ledere i diritti dei figli. Innanzitutto questi. Proprio per non far montare "vieppiù" la litigiosità - già insita nella cattiva educazione ricevuta, i famosi fratelli/ coltelli. Sta al giudice, nella sua illuminata ed incondizionata facoltà intellettiva (purtroppo) capire se determinate spese devono essere riconsegnate nella massa ereditaria o meno. Ad esempio esistono i prestiti d'onore: lo stato paga il conseguimento della laurea e perfino i master all'estero (una amichetta di mia nipote ne usufruisce) e successivamente a rate avviene il saldo. Credo quindi sia giusta la nostra normativa che impone di indagare caso per caso. Il caso portato da te @quiproquo mi farebbe piacere sapere come e' andato a finire. L'architetto ha leso il futuro professionale del fratello utilizzando i soldi della famiglia per se? Pare per come l'hai messa di no. Ma questa purtroppo e' una campana. Il giudice le ascolta tutte e due ed anche se tutte e due sono stonate, una musicalmente sarà più piacevole da ascoltare. Quella passera'. Si, my darling, i giudici sono esseri imperfetti come gli altri esseri umani, possono prendere cantonate, MA dobbiamo ricordarci che nelle famiglie ci sono le pecore bianche e quelle nere e talvolta le pecore bianche tirano certi imbrogli alle pecore nere che si rimanda il redde rationem alla fine...alla fine del de cuius, perché la nera in effetti era bianca e la bianca era nera, ma il de cuius non lo sapeva.
 

arciera

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Perciò caro @rocktherock e' influente sapere: il reddito economico del de cuius, quanto la spesa per l'istruzione e' andata a gravare sul capitale totale disponibile, se questa ha superato la quota libera che il de cuius aveva a disposizione. Facciamo un esempio: due figli, 200.000 euro. Studi in America euro 80.000. Capitale rimanente 120.000, 60.000 a testa. Mi sembra che in questo caso abbia superato il 33% di quota libera che aveva a disposizione. Anche se avesse dispensato dalla collazione. In ultima analisi: sta al giudizio insindacabile del magistrato. E non poteva che essere così.
 

rocktherock

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Quindi un corso di laurea in medicina 5 anni + specializzazione tenendo conto che è stato mantenuto fino a 35 anni fuori sede a che costo potrebbe essere imputato all'asse ereditario ?
 

arciera

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Devi specificare tutto: a quanto ammonta la massa ereditaria ora. Che spesa ha sostenuto il de cuius, in quanti sono gli eredi con la legittima, i legittimari[DOUBLEPOST=1407060297,1407060128][/DOUBLEPOST]la spesa puo' essere diversa. Un appartamento in affitto, una camera. Completamente mantenuto fino a 35 anni o ha fatto dei lavori...
 

quiproquo

Membro Senior
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(la chiocciolina deve essere seguita perfettamente dal nome/nickname così come e' scritto, maiuscole comprese. Altrimenti visto che siamo decine di migliaia mandi a chiamare altri) un appunto: la legge sulla collazione nasce per non far ledere i diritti dei figli. Innanzitutto questi. Proprio per non far montare "vieppiù" la litigiosità - già insita nella cattiva educazione ricevuta, i famosi fratelli/ coltelli. Sta al giudice, nella sua illuminata ed incondizionata facoltà intellettiva (purtroppo) capire se determinate spese devono essere riconsegnate nella massa ereditaria o meno. Ad esempio esistono i prestiti d'onore: lo stato paga il conseguimento della laurea e perfino i master all'estero (una amichetta di mia nipote ne usufruisce) e successivamente a rate avviene il saldo. Credo quindi sia giusta la nostra normativa che impone di indagare caso per caso. Il caso portato da te @quiproquo mi farebbe piacere sapere come e' andato a finire. L'architetto ha leso il futuro professionale del fratello utilizzando i soldi della famiglia per se? Pare per come l'hai messa di no. Ma questa purtroppo e' una campana. Il giudice le ascolta tutte e due ed anche se tutte e due sono stonate, una musicalmente sarà più piacevole da ascoltare. Quella passera'. Si, my darling, i giudici sono esseri imperfetti come gli altri esseri umani, possono prendere cantonate, MA dobbiamo ricordarci che nelle famiglie ci sono le pecore bianche e quelle nere e talvolta le pecore bianche tirano certi imbrogli alle pecore nere che si rimanda il redde rationem alla fine...alla fine del de cuius, perché la nera in effetti era bianca e la bianca era nera, ma il de cuius non lo sapeva.
@arciera. Il mio De cuius (padre-padre), che tu non vuoi neanche solo abbozzare nella tua immensa galleria di figure genitoriali, prescinde dal merito di ciascuno...se io dovessi adottare quel percorso dovrei elargire quasi tutto alla mia prima figlia a "danno" della seconda (la prima è sempre presente...la seconda meno...)
ma non lo farò...perchè il mio parametro non è il merito, bensì il
BISOGNO di ciascuna che può essere diverso a vita o anche solo temporaneo...si naviga a vista e il padre timoniere aggiusta la "rotta" in virtù delle esigenze e non ipotizza scale premio o peggio ancora sanzionatorie...Certamente ci saranno pure i De cuius che tu indichi ma nessuno potrà dirci quanti sono i tuoi e quanti i miei. Come pure quanti eredi neri e quanti bianchi. Una cosa è certa per me è che se non ci fosse la legge bianchi o neri che fossero, non potrebbero litigare come ben conosciamo dalle cronache, e sia pure apparentemente costretti all'unità familiare,
realizzare l'accettazione delle scelte in vita e in assenza del testamento...Mentre mi sono convertito solo parzialmente a denti stretti in presenza di testamento: questi viene redatto mediamente
nell'ultimo quarto di vita quindi con possibilità di cadere in valutazioni meritorie occasionali non necessariamente di breve durata...dove sotto tale influsso il de cuius può commettere degli errori di valutazioni e come ben dici tu scambiare il nero con il bianco...Mentre resto fermo sulle "dazioni" che io chiamo elargizioni o provviste e il codice "Donazioni" che sono state fatte
durante il corso di tutta la vita, magari con il consenso anche tacito di tutti i componenti, basate,ripeto, non sul merito ma sulla oculata valutazione di quel bisogno in quel preciso lasso di tempo.
Qui, non mi smuove nessuno...venissero anche mille TIGRI a farmi desistere...non per caparbietà ( sarei pronto a redimermi quando l'interlocutore entrato serenamente e senza pregiudizi nella mia tesi mi scovi il punto debole tale da far cadere tutta l'impalcatura su cui si poggia...) ma per intima e consolidata convinzione maturata in almeno 5 decenni. Anche indirettamente sulle esperienze di tanti e tanti amici e conoscenti di vario livello
socio economico. Sarebbe interessante conoscere il parere di qualche propista che con più di un figlio (conditio sine qua non...) abbia già dato a tutti tutto quel che era necessario, magari fino all'azzeramento come è successo a un indomabile qpq.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Grande e bravo il mio "insignificante" @quiproquo . Mai ho detto che il merito deve guidare un padre od una madre. Il bisogno, solo il bisogno e' la stella che deve guidare un genitore. Tenere ferma la barra a dritta senza muoverla mai, neanche con le turbolenze figliastre. A costo di andare a sbattere, perché il figlio se non oggi o domani capirà che e' stato l'amore a guidare la rotta. Non c'è nulla da fare, la parabola del figliol prodigo, quello che si e' già preso tutto il suo, e che dilapidandolo torna a casa ed il padre uccide l'agnello più appetitoso per fare festa ed il figlio saggio che morde il freno a cui il padre spiega: "e' tornato colui che credevo morto", spiega tutto. Tutto lo scibile e' la'. Non sappiamo cosa avvenne dopo. Probabilmente una bella collazione alla morte del de cuius, seguita da un mea culpa e una sottomissione al fratello saggio e laborioso c'è stata, o quantomeno e' auspicabile che Dio l'abbia proposta. Se non lo fa Lui, ci penso io.
 
J

JERRY48

Ospite
Insomma vi è una commistione fra le giuste indicazioni delle percentuali spartitorie in assenza di testamento e in presenza del quasi intatto asse ereditario con le scelte consensuali a volte di tutti i familiare effettuate in vita dal De Cuius. Scelte che anche se oculate e improntate a una parità (impossibile da "dettagliare") possono fomentare la lite proprio per l'esistenza della legge. E verrebbe da chiedere : perchè non avete contestato le scelte del padre quando era in vita??? Ti lascio la rispost
Qui entriamo nel merito delle preferenze dei genitori o delle necessità congiunturali di un figlio piuttosto che un altro. Di un assenso dato ad un atto di donazione in vita del genitore e di un voltafaccia alla sua dipartita. Posso solo dire che sta al buon senso dei figli accettare o meno le decisioni in vita dei genitori e non litigare dopo, con in mano gli articoli riguardanti le donazioni, le collazioni e le richieste di riduzione.
 
J

JERRY48

Ospite
Ed al buon senso dei genitori nel non fare preferenze perché altrimenti ben vengano frecce e ferri corti.
Non sono tutti uguali i genitori, come pure i figli non hanno le teste pensanti in una unica direzione di rispetto delle scelte effettuate dai genitori.
Le liti in effetti nascono e vanno avanti per decenni sperperando anche il patrimonio ereditato per pagare gli avvocati per delle fesserie, come pure per questioni più importanti di disparità di trattamento ricevuto dai genitori.
Ed ecco perchè entra in gioco la legge, le normative. Tu stai litigando: ma stai attento perchè ci sono le direttive che devi seguire e che non ti devi scordare se vuoi andare avanti nelle tue pretese, assistito dagli avvocati chi in questi casi ci sguazzano e fanno lievitare il loro reddito e quello dei loro consulenti.
 

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