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User_15169
Ospite
Desidero rendere di pubblico dominio il comportamento della compagnia telefonica Wind Infostrada, tenuto nei confronti di una signora di 90 anni, sua cliente e puntuale pagatrice tramite RID bancario.
Nel luglio dello scorso anno la signora ricevette una fattura che le pareva più alta del solito: infatti essa conteneva l’addebito per 4 telefonate di circa 1 ora ciascuna, per oltre 50 euro, che sarebbero state effettuate dal suo telefono fisso sempre in ore notturne verso numeri appartenenti a cellulari di un altro gestore; ovviamente tali telefonate lei non si era mai sognata di farle, in più vive da sola, perfettamente autosufficiente, per cui non si sarebbe potuto neanche incolpare…la badante!
La signora, molto arzilla e per niente disposta a farsi… addebitare telefonate non sue, esaminò con l’aiuto di chi scrive le fatture precedenti e scovò nella fattura di aprile altre 2 telefonate con le stesse caratteristiche… pataccare.
Telefonata al 158, gentile signorina che comprende il problema esposto dal sottoscritto, lettera di dettagliata contestazione degli addebiti e di richiesta dei numeri “in chiaro” inviata ad una casella postale indicata da loro, una botta di conti e blocco del RID (solo per la fattura di luglio) per tornare a casa dei 25 euro già pagati a fronte della fattura di aprile e dei 50 addebitati in quella incriminata.
Silenzio per tre mesi.
Nel frattempo, la fattura successiva è stata regolarmente pagata e così tutte quelle emesse fino ad oggi.
Meno quella di luglio, sacrosantamente contestata.
Il 4 novembre i nostri si svegliano e mandano un sollecito di pagamento dal tono genericissimo, della serie: non ho letto la tua raccomandata e se l’ho letta… faccio finta di niente!
Telefonata al call center da parte mia e un signor Marius (?) mi informa, bontà sua, che il reclamo è stato respinto; alla domanda sui motivi mi ripete che il reclamo è stato respinto, alla domanda sul perché non sono stati comunicati i numeri in chiaro torna a rispondere che il reclamo è stato respinto e che dato il tempo trascorso (cavolo, lo hanno fatto passare loro, il tempo!) non sono più tenuti a comunicare i numeri, che però comunicherebbero all’autorità giudiziaria…
Visto il muro di gomma, scrivo ribadendo il tutto; il 7/12/2010 arriva alla signora un altro sollecito generico identico al primo, rispondo per iscritto il 27/12 diffidandoli dallo staccare la linea in uscita come da loro minacciato, e richiamando tutta la corrispondenza precedente; poi ritelefono al 158 e… non cavo un ragno dal buco: secondo l’ottusa linea di condotta proposta dall’incaricata, la signora novantenne dovrebbe recarsi alla Polizia Postale e presentare una denuncia, poi, forse…
Li mando a quel paese… e dopo un po’ di tempo lor signori staccano la linea in uscita alla signora, che, in un primo tempo si arrangia col cellulare poi si stufa dell’apparecchio complicato e mi dà istruzione di pagare e di “sp…ubblicare” la vicenda, a lode e gloria del comportamento ottuso di Wind Infostrada.
Mia considerazione: la legge in vigore sembra fatta apposta per parare il c… alle grandi compagnie (leggasi “proteggere gli interessi delle grandi compagnie”) a scapito dell’utente: per quale motivo lor signori possono staccare la linea in presenza di una contestazione?
Perché per evitare ciò si sarebbe dovuto andare di persona alla Polizia Postale a sporgere una denuncia?
Ma non credete che alla Polpost abbiano qualcosa di meglio da fare?
Ovviamente è tutto documentato.
Nota bene: a più di un mese dall'avvenuto pagamento di quanto imposto da Infostrada la linea non è ancora stata riattivata, nonostante un fax ed una telefonata al 158.
Nel luglio dello scorso anno la signora ricevette una fattura che le pareva più alta del solito: infatti essa conteneva l’addebito per 4 telefonate di circa 1 ora ciascuna, per oltre 50 euro, che sarebbero state effettuate dal suo telefono fisso sempre in ore notturne verso numeri appartenenti a cellulari di un altro gestore; ovviamente tali telefonate lei non si era mai sognata di farle, in più vive da sola, perfettamente autosufficiente, per cui non si sarebbe potuto neanche incolpare…la badante!
La signora, molto arzilla e per niente disposta a farsi… addebitare telefonate non sue, esaminò con l’aiuto di chi scrive le fatture precedenti e scovò nella fattura di aprile altre 2 telefonate con le stesse caratteristiche… pataccare.
Telefonata al 158, gentile signorina che comprende il problema esposto dal sottoscritto, lettera di dettagliata contestazione degli addebiti e di richiesta dei numeri “in chiaro” inviata ad una casella postale indicata da loro, una botta di conti e blocco del RID (solo per la fattura di luglio) per tornare a casa dei 25 euro già pagati a fronte della fattura di aprile e dei 50 addebitati in quella incriminata.
Silenzio per tre mesi.
Nel frattempo, la fattura successiva è stata regolarmente pagata e così tutte quelle emesse fino ad oggi.
Meno quella di luglio, sacrosantamente contestata.
Il 4 novembre i nostri si svegliano e mandano un sollecito di pagamento dal tono genericissimo, della serie: non ho letto la tua raccomandata e se l’ho letta… faccio finta di niente!
Telefonata al call center da parte mia e un signor Marius (?) mi informa, bontà sua, che il reclamo è stato respinto; alla domanda sui motivi mi ripete che il reclamo è stato respinto, alla domanda sul perché non sono stati comunicati i numeri in chiaro torna a rispondere che il reclamo è stato respinto e che dato il tempo trascorso (cavolo, lo hanno fatto passare loro, il tempo!) non sono più tenuti a comunicare i numeri, che però comunicherebbero all’autorità giudiziaria…
Visto il muro di gomma, scrivo ribadendo il tutto; il 7/12/2010 arriva alla signora un altro sollecito generico identico al primo, rispondo per iscritto il 27/12 diffidandoli dallo staccare la linea in uscita come da loro minacciato, e richiamando tutta la corrispondenza precedente; poi ritelefono al 158 e… non cavo un ragno dal buco: secondo l’ottusa linea di condotta proposta dall’incaricata, la signora novantenne dovrebbe recarsi alla Polizia Postale e presentare una denuncia, poi, forse…
Li mando a quel paese… e dopo un po’ di tempo lor signori staccano la linea in uscita alla signora, che, in un primo tempo si arrangia col cellulare poi si stufa dell’apparecchio complicato e mi dà istruzione di pagare e di “sp…ubblicare” la vicenda, a lode e gloria del comportamento ottuso di Wind Infostrada.
Mia considerazione: la legge in vigore sembra fatta apposta per parare il c… alle grandi compagnie (leggasi “proteggere gli interessi delle grandi compagnie”) a scapito dell’utente: per quale motivo lor signori possono staccare la linea in presenza di una contestazione?
Perché per evitare ciò si sarebbe dovuto andare di persona alla Polizia Postale a sporgere una denuncia?
Ma non credete che alla Polpost abbiano qualcosa di meglio da fare?
Ovviamente è tutto documentato.
Nota bene: a più di un mese dall'avvenuto pagamento di quanto imposto da Infostrada la linea non è ancora stata riattivata, nonostante un fax ed una telefonata al 158.