plutarco

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Sì, B e C vivono ancora insieme. Aggiungo che proprio ora C dichiara che l'immobile è stato diviso in due...cosa che non risulta né da planimetrie, né da pratiche edilizie, né ovviamente a D. L'unità immobiliare è unica. In tal caso cambia qualcosa? D deve denunciare l'eventuale abuso edilizio oltre a rivendica re il bene? Non so se il progetto di C sia quello di usucapire metà immobile francamente. P.S. nell'ultima visita all'immobile, di sei mesi fa, non risultava frazionamento.
Cerca un bravo avvocato. Nell'attesa leggi qui:
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
A è deceduto nel 2013, E nel 2018, ma per bontà di padre (nonostante la presenza di ex moglie B) ha lasciato l'immobile alla figlia C, presumo che sia incontestabile che sia stato un comodato verbale.
(E) ha fatto testamento oppure ha lasciato le cose in modo da dover fare la successione legittima?
Il comodato d'uso gratuito verbale termina con la morte del comodante (= chi da il bene in comodato) perché nella proprietà del bene subentrano gli eredi e questi fanno quello che vogliono.
Se (E) ha lasciato per testamento l'immobile alla figlia (C) essendo presente un altro figlio (D) significa che a (D) ha lasciato un altro bene di valore equivalente o, come minino, di valore pari alla quota legittima che spetta a (D). In caso contrario c'è la lesione della quota legittima di (D).
Se (E) non si era risposato, oppure era vedovo di secondo letto, non aveva fatto testamento e la casa è l'unico bene caduto in successione la proprietà di questa casa va ripartita in maniera indistinta al 50% tra (C) e (D).
Ora C ha dichiarato a D di non voler riconoscere alcun diritto sull'immobile. Nè di voler pagare un affitto, nè di voler sciogliere la comunione ereditaria.
(C) può dire e pensare quello che vuole: (D) si procura un avvocato e prima dovrà passare dall' Istituto della Mediazione e se (C) non viene a più miti consigli dopo questo passaggio legale sarà il Giudice del tribunale che ci penserà a metterla a posto.
Cercate un intermediario che parli con (C) perchè io vedo per questo atteggiamento un bagno di sangue (economico) per entrambi gli eredi.
D, che sta cercando un avvocato, ha ragione di temere l'usucapione di C? O deve preoccuparsi più che altro/anche di B?
Per quanto riguarda (C) se ha fatto la successione, ma sopratutto ha accettato l'eredità ( e lei continuando ad abitare nella casa di proprietà del padre, mi pare abbia accettato tacitamente l'eredità) questo atto contrasta con l'usucapione: se ti ritieni già proprietario per aver usucapito il bene perché accetti il 50% della proprietà quando lo saresti del 100%, secondo le tue affermazioni?
L'usucapione tra parenti in linea retta, anche se non è impossibile, è difficile da dimostrare.
L'ex coniuge (B) non può accampare diritti ereditari; tuttavia se lei è stata residente costantemente in quella casa dopo il divorzio, senza pagare fitto, non per decisione del Giudice in sede di divorzio, lei, se sono trascorsi 20 anni dal divorzio, può, a mio avviso, chiedere l'usucapione ad entrambe gli eredi (C) e (D).
 

Bangia

Membro Junior
Proprietario Casa
E non ha fatto testamento, nell'asse l'unico immobile è quello dove abita la sorellastra C. Gli eredi sono due perché la mamma di D non si è sposata con E.


D vuole vendere la propria quota a C, oppure chiedere il pagamento di un canone di locazione. C infatti, vive da un'altra parte e non è interessato a usare la casa.

C afferma di non avere accettato l'eredità, in quanto ha sì firmato la denuncia di successione e la voltura catastale ma, a sua detta, questo ha solo valori fiscali.
E e B hanno divorziato nel 1990, la casa oggetto di disputa è stata "assegnata" dal tribunale come obbligo di E nei confronti di B.
Perché dici che B può usucapire oggi, se nel 2001 il possesso è stato interrotto da una causa? Non dovrebbe aspettare almeno il 2021 (20 anni), semmai potesse?
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
C afferma di non avere accettato l'eredità,
la rinuncia alla eredità va fatta per iscritto: bisogna andare da un notaio il quale provvederà a ufficializzare la rinuncia.
Perché dici che B può usucapire oggi, se nel 2001 il possesso è stato interrotto da una causa?
perché le date le rendi note adesso; LEGGI attentamente quello che avevo scritto:
tuttavia se lei è stata residente costantemente in quella casa dopo il divorzio, senza pagare fitto, non per decisione del Giudice in sede di divorzio, lei, se sono trascorsi 20 anni dal divorzio, può, a mio avviso, chiedere l'usucapione ad entrambe gli eredi (C) e (D).
ed aver scritto che (B) può usucapire non è sbagliato lo può fare a partire dal 2021 se (D) non si dà una mossa (ed il 20121 non è molto lontano).
 

Bangia

Membro Junior
Proprietario Casa
la rinuncia alla eredità va fatta per iscritto: bisogna andare da un notaio il quale provvederà a ufficializzare la rinuncia.

perché le date le rendi note adesso; LEGGI attentamente quello che avevo scritto:

ed aver scritto che (B) può usucapire non è sbagliato lo può fare a partire dal 2021 se (D) non si dà una mossa (ed il 20121 non è molto lontano).

La data della rivendicazione l'avevo scritta nel primo post. Quindi D, che a breve si rivolgerà a un legale, deve interrompere l'usucapione di entrambi i soggetti B e C? Cioè fare due atti di citazione distinti? O magari verso B una citazione non iscritta a ruolo, verso C (se non vuole vendere né sottoscrivere una locazione a norma di legge) invece avviare la mediazione per la divisione giudiziaria dell'appartamento.
Aggiungo una cosa (la vicenda è abbastanza ingarbugliata): B non risiede più nell'immobile da settembre 2017 (ho il certificato di residenza storico). Di fatto però vive ancora nell'immobile conteso...non so se eventualmente questa cosa interrompa il possesso. Di certo sarà nel fascicolo per l'avvocato...
 

plutarco

Membro Assiduo
Proprietario Casa
E non ha fatto testamento, nell'asse l'unico immobile è quello dove abita la sorellastra C. Gli eredi sono due perché la mamma di D non si è sposata con E.


D vuole vendere la propria quota a C, oppure chiedere il pagamento di un canone di locazione. C infatti, vive da un'altra parte e non è interessato a usare la casa.

C afferma di non avere accettato l'eredità, in quanto ha sì firmato la denuncia di successione e la voltura catastale ma, a sua detta, questo ha solo valori fiscali.
E e B hanno divorziato nel 1990, la casa oggetto di disputa è stata "assegnata" dal tribunale come obbligo di E nei confronti di B.
Perché dici che B può usucapire oggi, se nel 2001 il possesso è stato interrotto da una causa? Non dovrebbe aspettare almeno il 2021 (20 anni), semmai potesse?
Che confusione... tra a, b, c, d, e non si capisce più nulla
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Quindi D, che a breve si rivolgerà a un legale, deve interrompere l'usucapione di entrambi i soggetti B e C?
Se (C) ha ufficialmente dichiarato di rinunciare alla eredità la sua parte va ad arricchire la parte di (D) quindi (D) diventa proprietario di 1/1 della casa, non ha bisogno di fare lo scioglimento della comunione ma deve far registrare la rinuncia alla eredità del germano monolaterale in modo che con la Registrazione alla Agenzia del Territorio anche il catasto aggiorni l'assetto proprietario della casa. In questo caso può attivarsi nei confronti di (B) e (C) intimando loro di lasciare l'appartamento in quanto occupanti senza titolo.
Diverso è il discorso se (C) non ha ufficialmente dichiarato di rinunziare alla eredità. Da quando è morto il padre (C), in qualità di coerede può occupare l'appartamento ( se l'appartamento non è divisibile lo può occupare tutto), se l'altro coerede (D) gli chiede una sorta di affitto glielo deve pagare, se non lo richiede, questo gesto può essere interpretato come la continuazione del comodato gratuito del padre di entrambi. (B) con il divorzio è diventata una estranea la sua permanenza dopo la causa vinta da (E) non può essere giustificata come comodato gratuito verbale, proprio per la presenza della sentenza che le toglie il diritto di uso o di abitazione della casa. Tuttavia se (B) e (C) costituiscono un solo nucleo famigliare (B) può stare nella casa come familiare di (C) che ha il comodato gratuito.
Se (C) sposta la residenza (B) diventa occupante senza titolo e va sloggiata altrimenti si mostra il fianco alla usucapione di (B) nei confronti di (C) e (D).
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Mi pare che si stiano facendo ipotesi che creano solo confusione.


L'ex coniuge (B) non può accampare diritti ereditari; tuttavia se lei è stata residente costantemente in quella casa dopo il divorzio, senza pagare fitto, non per decisione del Giudice in sede di divorzio, lei, se sono trascorsi 20 anni dal divorzio, può, a mio avviso, chiedere l'usucapione ad entrambe gli eredi (C) e (D).

No.
Forse ti è sfuggito (o non hai fatto attenzione) questo passaggio:

A ha vinto la causa contro B (sentenza del 2007)

Ora è poco chiaro perché il proprietario A faccia una causa per rivendicare i suoi diritti sull'immobile ...e poi si lascia B continuare ad abitarvi.
Ma tal "mistero" non altera un dato inoppugnabile: B non potrà considerare periodo utile ai fini dell'usucapione gli anni precedenti la sentenza.

B anche se non ha sposato E (poi divenuto proprietario per Donazione) è rimasta nell'immobile per concessione del "compagno" in funzione della figlia comune C.


la signora B vive con la figlia C, stesso stato di famiglia. La figlia C ha più di 30 anni e ha sempre vissuto nello stesso posto


Sì, B e C vivono ancora insieme

D vuole vendere la propria quota a C, oppure chiedere il pagamento di un canone di locazione. C infatti, vive da un'altra parte e non è interessato a usare la casa

L'ultima che ho citato o contiene un errore oppure è in contrasto con le 2 precedenti.
Forse intendevi che D non è interessato ad abitare la casa ereditata.



Se (C) ha ufficialmente dichiarato di rinunciare alla eredità la sua parte va a...
ma come hai spiegato

C afferma di non avere accettato l'eredità, in quanto ha sì firmato la denuncia di successione e la voltura catastale ma, a sua detta, questo ha solo valori fiscali

se C ha abitato l'immobile dopo la morte del padre si è perfezionata una accettazione tacita.
 

Bangia

Membro Junior
Proprietario Casa
A non ha chiesto indietro l'immobile a B, nonostante la sentenza del 2007, in quanto nel 2009 ha donato la casa al figlio E poco prima di morire. Ed E non voleva "sfrattare" la figlia C. B ed E sono stati sposati, e poi divorziati.

Confermo che D (figlio di E e della seconda compagna ma non moglie di E) fratellastro di C non è interessato ad abitare la casa ereditata, vuole sbarazzarsene, senza farsi ovviamente fregare la casa ereditata dall'usucapione della sorellastra e/o della matrigna.

Chiedo venia per eventuali confusioni, ma la vicenda è ingarbugliata e gli attori molteplici.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Chiedo venia per eventuali confusioni, ma la vicenda è ingarbugliata e gli attori molteplici.
forse era meglio che usavi nomi i fantasia anziché costringerci a giocare con l'algebra.
Ora è poco chiaro perché il proprietario A faccia una causa per rivendicare i suoi diritti sull'immobile ...e poi si lascia B continuare ad abitarvi.
sembra che (B) ed (E) quando erano sposati abitavano nella casa di proprietà del padre/suocero (A). Con la separazione il giudice ha concesso l'abitazione/usa della casa coniugale alla moglie/nuora ma dopo il divorzio, in seguito a situazioni che il postante non ha chiarito, (A) ha fatto causa ed ha ottenuto il godimento della casa. Da quel momento (B) è una occupante senza titolo ed inizia il tempo della usucapione perché l'usucapione si fa cronologicamente nei confronti dei proprietari quindi prima l'ex suocero, poi l'ex marito ed ora i nuovi proprietari.
 

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