alexandro299

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Salve a tutti,
vorrei sapere se (vendendo la prima casa entro 5 anni) è necessario dimostrare in qualche modo (e come?) di averci abitato per almeno la metà del periodo +1g, oltre ad aver trasferito la residenza nel comune dove la stessa si trova.
Quanto sopra allo scopo di evitare tasse, plusvalenze e altri costi.
Grazie.
 

Antonio Venturi

Nuovo Iscritto
Avendo usufruito delle agevolazioni fiscali per la prima casa il trasferimento della residenza doveva avvenire entro 18 mesi dalla stipula dell'atto (entro 12 se c'è un atto di mutuo). Rivendendo entro i 5 anni non si pagano imposte sulla plusvalenza in caso di riacquisto di immobile destinato a prima casa entro i 12 mesi successivi alla vendita, ma si recupera l'importo pagato di imposta di registro al primo atto notarile, in caso contrario le imposte sull'eventuale plusvalenza sono dovute a prescindere dal periodo durante il quale si è occupato l'immobile.
Antonio Venturi
 

Jrogin

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Vedete l'art 67 comma 1b.
Spero possa essere utile.
Jrogin
 

Allegati

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casaconfort

Nuovo Iscritto
Da quanto ne so io le imposte sulla plusvalenza si pagano se si ha la residenza nell' immobile per un periodo inferiore alla metà del periodo di acquisto
 

Jrogin

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:daccordo: Entro i 5 anni si è esentati dalla tassazione sulla plusvalenza se l'immobile viene adibito ad abitazione principale del proprietario o dei suoi familiari (art.67 comma 1 b del testo unico delle imposte dirette).
Jrogin
 
L

Loretta Grazia

Ospite
Per evitare la plusvalenza devi aver avuto necessariamente la residenza nell'appartamento, e si dimostra col certificato storico di residenza. Se sei residente nel Comune ma non nell'appartamento, la plusvalenza è dovuta.
 

Jrogin

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alexandro299 ha scritto:
sei sicura Loretta ? io so che per la PRIMA prima casa basta la residenza nel comune, per la SECONDA prima casa è invece come dici tu
alexandro299, qui ti riferisci ai benefici prima casa, mentre Loretta si riferisce alla tassazione sulla plusvalenza. Sono due cose ben distinte che nulla hanno a che fare insieme.
Per quanto riguarda come dimostrare di aver adibito l'immobile ad abitazione principale, dice bene Loretta citando il cerificato di residenza storico. Potrebbe anche essere utile aver intestate le varie utenze ed imposte a nome del proprietario (acqua, luce, gas, Tia ecc.)
E' ovvio che quell'immobile non deve essere locato a terzi, non familiari, e che no devono esistere cotratti di locazione o commodato registrati (sempre a terzi non familiari), per il periodo di cui stiamo parlando.
Altra cosa: quando il proprietario vende, dichiarerà nell'atto di vendita che si avvale dell'esenzione dalla tassazione sulla plusvalenza ai sensi del testo unico delle imposte dirette (vedi allegato precedentemente) senza dover dimostrare nulla. Solo se c'è un accertamento, l'onere della prova è a carico dl contribuente.
Buon fine settimana a tutti.
Jrogin
 

alexandro299

Nuovo Iscritto
Jrogin, a me pare che le due cose siano invece strettamente collegate. Se ho goduto dei benefici della prima casa e la vendo prima dei 5 anni senza accorgimenti sono soggetto a tassazione plusvalenza. Ma poichè io abito già nel comune dove ho acquistato la prima casa (e anche nella stessa via) mi pare assurdo dover cambiare solo il numero civico sul mio certificato di residenza. Tra l'altro una società di intermediazione immobiliare mi ha riferito:
"la LEgge prevede che per la Sua Prima CAsa in assoluto sia sufficiente la residenza all'interno del Comune dove, per evitare appunto il discorso plusvalenze, lei deve mantenere dalla data di acquisto la residenza per più di metà del periodo + 1 giorno (es. totali 4 anni, residenza mantenuta almeno 2 anni e 1 giorno....). Se invece fosse per lei la seconda "prima casa" (nel senso che ha venduto il primo immobile acquistato con le agevolazioni e ne ha comprato un secondo sempre con le agevolazioni), la legge prevede che lei porti la residenza nell immobile stesso (e non come oggi che Lei potrebbe lasciarlo addirittura nella sua attuale abitazione)".
Meditate gente...
 

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