Gianco

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Professionista
L'iscrizione anagrafica dovrebbe corrispondere alla residenza. Non esiste un elenco di abitanti, ma di residenti. Evidentemente, gli altri non sono stabili. Nel caso indicato da Criscuolo, l'interessato può optare per l'una o l'altra residenza. E' importante ricordare che per ottenere certe agevolazioni o privilegi è richiesta la residenza da oltre tot. anni. Ne ricordo uno a caso: per poter accedere alle agevolazioni per l'edilizia economica e popolare era e forse è necessaria la residenza da oltre 10 anni.
 

Nemesis

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Nel caso indicato da Criscuolo, l'interessato può optare per l'una o l'altra residenza.
La residenza è il luogo di dimora abituale. Non esiste nessuna opzione.

Secondo te questo soggetto ha l'obbligo di recarsi all'ufficio anagrafe del comune di Roma per far prendere atto all' ufficiale di stato civile che lui è residente a Roma
Ha (aveva) l'obbligo di dichiarare all'ufficiale di anagrafe di Roma la nuova situazione di fatto, entro venti giorni dal "trasloco". L'ufficiale dello stato civile non c'entra nulla.
Cosa comporta mantenere l'iscrizione anagrafica in una città differente da quella di residenza?
Un'infrazione alla legge anagrafica, punita con una sanzione amministrativa (quando applicata) di poche decine di euro. In cambio di veri o presunti vantaggi economici (minori addizionali regionali e comunali IRPEF, minore premio RC auto, ecc.)
Quello che tu chiami iscrizione anagrafica è per caso quello che gli altri chiamano domicilio?
No. L'iscrizione anagrafica (nell'anagrafe delle popolazione residente di un dato comune) è la registrazione amministrativa conseguente al fatto di dimorare abitualmente (avere la "residenza") in un dato comune.
Il domicilio è altra cosa. Non ha nulla a che fare con la dimora delle persone. E' definito dall'art. 43, comma 1 c.c. come il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei propri affari e interessi. Il fatto che si consideri la sede principale comporta che i diversi affari e interessi possano avere più sedi; quella principale è individuabile in relazione alla principalità degli affari e interessi. Per affari e interessi, nel contesto delle norme del codice civile che regolano il diritto privato, s'intendono le attività economiche, produttive, patrimoniali e finanziarie che attengono alla persona.
Per questa sua stessa natura, il domicilio, al contrario della residenza, non ha, né può avere una propria specifica registrazione amministrativa.
 
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Luigi Criscuolo

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Ha (aveva) l'obbligo di dichiarare all'ufficiale di anagrafe di Roma la nuova situazione di fatto, entro venti giorni dal "trasloco"
se questa è una legge dello stato è la legge più disattesa d'Italia. Pensa solo ai meridionali assunti negli uffici postali del nord che hanno mantenuto la residenza nella loro città natale per anni per poter avere il trasferimento e ritornare a casa. Per non parlare degli insegnanti.

In cambio di veri o presunti vantaggi economici (minori addizionali regionali e comunali IRPEF, minore premio RC auto, ecc.)
scusa questo è opinabile se uno sposta la residenza da Bolzano (ma anche da Parma) a Napoli non credo proprio abbia minori addizionali regionali e comunali IRPEF e paghi di meno di RC auto. Forse è vero l'inverso.


L'iscrizione anagrafica (nell'anagrafe delle popolazione residente di un dato comune) è la registrazione amministrativa conseguente al fatto di dimorare abitualmente (avere la "residenza") in un dato comune.
Sscusa, ma allora perché insisti tanto a citare e differenziare le due cose, residenza ed iscrizione anagrafica, quando poi sono una conseguenza dell'altra. E la seconda (l'iscrizione anagrafica) non sembra avere particolari prerogative rispetto alla prima (residenza).
 

Nemesis

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se questa è una legge dello stato è la legge più disattesa d'Italia
Infatti.

scusa questo è opinabile se uno sposta la residenza da Bolzano (ma anche da Parma) a Napoli non credo proprio abbia minori addizionali regionali e comunali IRPEF e paghi di meno di RC auto. Forse è vero l'inverso.
Infatti avevo scritto "veri o presunti" vantaggi economici.
Sscusa, ma allora perché insisti tanto a citare e differenziare le due cose, residenza ed iscrizione anagrafica, quando poi sono una conseguenza dell'altra
Il fatto che una sia conseguenza (obbligatoria) dell'altra non implica che siano la stessa cosa. La residenza è un fatto. L'iscrizione anagrafica è un procedimento amministrativo. E la normativa IMU prescrive che per l'abitazione principale esistano entrambe.
 

Luigi Criscuolo

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Il fatto che una sia conseguenza (obbligatoria) dell'altra non implica che siano la stessa cosa.
mi sembra che in questo caso tu stia facendo del puro accademismo.
Sembra che quando una persona si presenta in comune per ottenere la residenza in quel comune non venga automaticamente iscritto dal comune stesso nell'anagrafe della popolazione residente.
 
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arcore

Membro Attivo
Proprietario Casa
Io vorrei sapere: se per ipotesi si prende la residenza nel paese natio,però per motivi di studio /lavoro o cura dei nipoti si mantiene il domicilio in un altra città, recandosi ogni fine settimana al paese natio come bisogna comportarsi in fase di medico di famiglia e altre incombenze di salute?sulla carta d'identità c'è ancora segnato il paese di provenienza pertanto come ci si regola?
 
J

JERRY48

Ospite
Per domicilio si intende il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi(art. 43, primo comma, c.c.).
La residenza è invece il luogo di abituale abitazione (abituale dimora, secondo il codice) di una persona (art. 43, secondo comma, c.c.). Essa è dunque una situazione di fatto, corrispondente al posto in cui un soggetto abita stabilmente.
La dimora è il luogo in cui il soggetto si trova soltanto temporaneamente.
Se per diversi motivi, capita di permanere per un
periodo superiore ai tre mesi in un luogo diverso da quello della dimora abituale,
per l’intera durata del soggiorno ci si può iscrivere
all’anagrafe assistiti del domicilio temporaneo come cittadini non residenti.
Cosa serve:
documento identità;
tessera Sanitaria;
tesserino sanitario dell’ASL di residenza;
certificato di residenza anagrafica o autocertificazione;
Inoltre in base al motivo della richiesta, oltre ai precedenti documenti
bisogna aggiungere i motivi se per lavoro:
certificato del datore di lavoro dal quale risulti che l’interessato è
dimorante in un Comune diverso da quello di residenza per un periodo
superiore a 3 mesi perché temporaneamente distaccato per motivi di
lavoro o in missione;
per motivi di studio:
certificato di frequenza dei corsi di studio rilasciato dall’Ente o Scuola,
con l’indicazione della durata del corso;
La scelta del medico è a termine, da un minimo di tre mesi ad un
massimo di un anno, rinnovabile per un massimo di due anni, qualora
ricorrano le condizioni.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
È così si è risposto a tutto. Rimane una perplessità da parte mia: si può avere l'iscrizione anagrafica in una famiglia e la residenza altrove? Credo di no. Credo siano la stessa cosa perché la legge costringe a fissare la residenza ove si dimora, ovvero la famiglia (coniugi non separati e figli dimorano sotto lo stesso tetto, per qualche giorno al mese) non puo' mantenere la stessa iscrizione anagrafica (stato di famiglia) per questi non vedo differenziazioni, bensì termini afferenti diverse patologie burocratiche
 

Nemesis

Membro Storico
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mi sembra che in questo caso tu stia facendo del puro accademismo.
Sembra che quando una persona si presenta in comune per ottenere la residenza in quel comune non venga automaticamente iscritto dal comune stesso nell'anagrafe della popolazione residente.
Non c'è nessun "accademismo". Una persona si presenta in comune e dichiara (o invia al comune la dichiarazione), entro il termine di venti giorni dalla data in cui si sono verificati i fatti, che ha già la residenza (cioè vi dimora abitualmente). La residenza non si "ottiene". E' un puro dato di fatto (il fatto di dimorare abitualmente in un dato luogo). Viene quindi iscritta nell'APR di quel comune, ed è questo che si "ottiene". L'UdA infatti deve effettuare le registrazioni nell'anagrafe entro due giorni lavorativi dalla data di ricezione delle dichiarazioni rese, e con decorrenza dalla data della presentazione delle dichiarazioni stesse.
In seguito l'UdA accerta la effettiva sussistenza dei requisiti previsti dalla legislazione vigente per la registrazione, tenendo anche conto degli esiti degli eventuali accertamenti svolti dal comune di provenienza, nel caso di iscrizione per trasferimento da altro comune.
Se la situazione dichiarata non corrisponde al vero l'UdA provvede al ripristino della posizione anagrafica precedente, con decorrenza dalla data di ricezione della dichiarazione.

si può avere l'iscrizione anagrafica in una famiglia e la residenza altrove?
Certamente nei fatti avviene, in barba alla legge anagrafica.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
allora ritornando al caso da me supposto se il tizio presenta la dichiarazione di residenza a Roma e non fa anche registrare anche l'iscrizione anagrafica può capitare che i suoi genitori, rimasti a Palermo, chiedendo l'estratto dello stato di famiglia si trovino ancora il figlio come residente con loro?
 

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