Gent.mi,
mia zia è deceduta senza coniuge e figli, nè genitori in vita.
Nella successione sono quindi chiamati i tre fratelli A B e C.
In vita la defunta ha donato il suo 50% di proprietà di casa al fratello A (già proprietario dell'altro 50%) riservandosene in cambio il 100% dell'usufrutto. Al decesso il notaio ha quindi provveduto a trascrivere la riunione della nuda proprietà in capo al fratello A e la cancellazione dell'usufrutto, non essendoci legittima da rispettare.
I beni mobili però non sono stati indicati in nessuna donazione/testamento, quindi vanno divisi:
- il conto corrente (cointestato a firme disgiunte con il fratello A): il 50% è già stato prelevato dal fratello A ed interamente utilizzato per far fronte a parte delle spese funerarie in attesa di sviluppi. Il conto era però alimentato solo dalla defunta. E' possibile venga richiesto un ripristino dell'ammontare, considerando la destinazione della somma? O potendo fatture alla mano dimostrarne l'uso abbiamo comunque agito correttamente? Il saldo totale del conto non è comunque sufficiente a saldare le spese;
- arredi di casa: l'appartamento deve essere posto in vendita. E' evidente che deve essere sgomberato, ma il fratello B dice di avere 10 anni per prendere una decisione in merito all'accettazione dell'eredità (vanno ancora saldate tutte le spese - funerale ed ultima rata della casa di riposo). C'è un modo economico di obbligarlo a ridurre decisamente i tempi? L'agenzia funebre e la casa di riposo vanno saldati! Per chiedere ad un Giudice una ingiunzione bisogna avere un avvocato? Non è sufficiente inviare una raccomandata a/r (l'ultima ci è stata rimandata indietro, non ritirata... è considerabile lo stesso notificato?) I beni di casa sono relativamente scarsi, ci sono quadri e oggetti che però non sono stati valutati (anche solo una stima richiederebbe probabilmente una somma superiore al valore). C'è un servizio almeno di consulenza gratuito in questi casi?
Grazie
mia zia è deceduta senza coniuge e figli, nè genitori in vita.
Nella successione sono quindi chiamati i tre fratelli A B e C.
In vita la defunta ha donato il suo 50% di proprietà di casa al fratello A (già proprietario dell'altro 50%) riservandosene in cambio il 100% dell'usufrutto. Al decesso il notaio ha quindi provveduto a trascrivere la riunione della nuda proprietà in capo al fratello A e la cancellazione dell'usufrutto, non essendoci legittima da rispettare.
I beni mobili però non sono stati indicati in nessuna donazione/testamento, quindi vanno divisi:
- il conto corrente (cointestato a firme disgiunte con il fratello A): il 50% è già stato prelevato dal fratello A ed interamente utilizzato per far fronte a parte delle spese funerarie in attesa di sviluppi. Il conto era però alimentato solo dalla defunta. E' possibile venga richiesto un ripristino dell'ammontare, considerando la destinazione della somma? O potendo fatture alla mano dimostrarne l'uso abbiamo comunque agito correttamente? Il saldo totale del conto non è comunque sufficiente a saldare le spese;
- arredi di casa: l'appartamento deve essere posto in vendita. E' evidente che deve essere sgomberato, ma il fratello B dice di avere 10 anni per prendere una decisione in merito all'accettazione dell'eredità (vanno ancora saldate tutte le spese - funerale ed ultima rata della casa di riposo). C'è un modo economico di obbligarlo a ridurre decisamente i tempi? L'agenzia funebre e la casa di riposo vanno saldati! Per chiedere ad un Giudice una ingiunzione bisogna avere un avvocato? Non è sufficiente inviare una raccomandata a/r (l'ultima ci è stata rimandata indietro, non ritirata... è considerabile lo stesso notificato?) I beni di casa sono relativamente scarsi, ci sono quadri e oggetti che però non sono stati valutati (anche solo una stima richiederebbe probabilmente una somma superiore al valore). C'è un servizio almeno di consulenza gratuito in questi casi?
Grazie