ho ereditato da mia mamma terreni e case insieme ad altri tre fratelli. dato che non si è arrivati ad un accordo di divisione, ho deciso di donare la mia quota a mia figlia in comune e non divisa con gli altri tre fretelli, tenendo per me l'usufrutto. ora uno dei miei fratelli ha deciso di rivolgersi ad un avvocato per fare l'assegnazione delle quote, avvisando gli aventi diritto con lettera raccomandata e dicendo che sarebbe stato fissato un appuntamento per un tentativo di accordo e se questo accordo non fosse stato raggiunto, si sarebbe proceduto per via legale. dato che sono stato convocato a questo incontro solo io, penso che anche mia figlia, come proprietaria, dovrebbe essere presente ed espimere il suo parere. ciò viene ancora più rafforzato dal fatto che i miei fratelli hanno hanno tenuto in possesso l'unica casa a due piani agibile, i terreni intorno alla casa e altro terreno catastalmente uliveto con casa diroccata; ho chiesto più volte la consegna delle chiavi, ma si sono sempre rifiutati. In conseguenza di ciò io insieme a mia figlia abbiamo tenuto in possesso un altro terreno catastalmente uliveto e, con l'aiuto di mio genero, io abbiano tenuto in buone condizioni . In seguito l'abbiamo recintato perchè veniva danneggiato da alcuni greggi. con quanto sopra detto si evidenzia che ogni erede sta tenendo in possesso esclusivo una porzione dei beni caduti in successione e mia figlia ha diritto ad essere presente a qualsiasi trattativa di divisione. sia l'avvocato che mio fratello dicono che non è necessaria la sua presenza, è vero ciò? legalmente è così? mi potete togliere questo dubbio?