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Membro Junior
Sono diventato condomino da pochi mesi e ci sono delle cose che faccio fatica a capire, una di queste è come mai con il regime ridotto, accendono un solo termosifone ma si deve pagare la metà?

Così uno che ha 100 mq in regime ridotto con un termosifone acceso paga 50 e un'altro con 50 Mq in regime pieno con tutti i termosifoni accesi paga 50.

Finora avevo sempre visto che delle persone diverse quando comprano ad es. dei pomodori se spendono gli stessi euro gli danno lo stesso kg di pomodori. Pensavo fosse una legge universale dell'economia invece ho scoperto che in condominio non è così. E faccio un po' di fatica ad accettarlo.
 
Francamente non è spiegato bene il meccanismo di ripartizione delle spese ed il sistema di riscaldamento.
Sembrerebbe che il condominio dove lei è andato ad abitare abbia optato per il sistema di riscaldamento che consente, in deroga alla normativa vigente, di tenere accessa la caldaia 24/24 facendola lavorare su due temperature: quella più alta (c.a 80°) sarebbe la temperatura di esercizio che rispetta le ore di accensione consentite secondo la zona climatica in cui è inserita la sua città; e quella più bassa, di mantenimento, (c.a 60°) in tutte le altre ore della giornata. Le caldaie che lavorano su due intervalli di temperature sono le caldaie a condensazione ed in genere c'è ne è una per ogni condomìnio. Tuttavia in certi condomìni hanno avuto la pensata di installare due blocchi di caldaie in modo da farle lavorare assieme nel periodo in cui il riscaldamente deve funzionare a regime, e mantenerne accesa solo una nelle ore in cui è consentito solo il mantenimento della temperatura.
I termosifoni presenti nei locali degli appartamenti dovrebbero essere tutti collegati all'impianto per riscaldare tutte le stanze degli appartamenti del condominio. Anche perchè chi opta per il riscaldamento 24/24 deve montare su ogni termosifone i contabilizzatori di calore in quanto il pagamento del riscaldamento sarà proporzionale al calore usufruito. Da come lei ha scritto sembrerebbe che il suo condominio disponga di due blocchi di caldaie e che nelle ore di mantenimento la caldaia accesa sia collegata ad un solo termosifone. Sembra pure che la ripartizione delle spese di riscaldamento siano basate solo sulla metratura degli appartamenti, quindi il discorso dei contabilizzatori di calore decade (ma in questo caso siete fuori legge); il calcolo dei millesimi di riscaldamento, che si applica dove non ci sono i contabilizzatori di calore, si fa tenendo conto per il 50% della cubatura dell'appartamento e per il 50% per il numero degli elementi radianti, delle loro dimensioni e della loro qualità (ghisa, alluminio ecc... ecc...).
Comunque i paragoni si fanno a parità di funzionamento: 100 mq con un termosifone a funzionamento ridotto si deve paragonare con 50 mq con un termosifone a funzionamento ridotto non a funzionamento pieno.
Anche il discorso dei pomodori è sbagliato prima di tutto perchè ci sono diversi tipi di pomodori: quelli da sugo sono più economici quelli da insalata sono più cari. All'interno della stessa specie di pomodori c'è la qualità (quelli che stanno diventando troppo maturi vengono venduti a meno) e la pezzatura (quella più grande costa di più). E' mai stato a fare un giro al mercato?
 
Se lei ha pagato 10 kg di pomodori 10 euro, 1 kg degli stessi pomodori presso lo stesso banchetto li deve pagare 1 euro e non 5 euro (a meno che l'acquisto più corposo abbia usufruito di una promozione speciale) siamo daccordo?
Ma lei nella sua precedente missiva aveva paragonato il costo che paga un appartamento da 100 mq con l'impianto a funzionamento ridotto, e con un solo termosifone acceso, con il costo di un appartamento da 50 mq con l'impianto di riscaldamento a pieno regime con tutti i termosifoni accesi.
Io le ho solo fatto notare che i paragoni dovrebbero essere fatti con l'impianto di riscaldamento a parità di funzionamento: o tutti e due a pieno regime o tutti e due a funzionamento ridotto (con tutti i correttivi dovuti al numero degli elementi riscaldanti in entrambe le situazioni).
Sostanzialmente lei lamenta il fatto che con la stessa spesa un condomino con un appartamento di 50 mq usufruisce del riscaldamento a pieno regime mentre un altro condomino proprietario di un appartamento di 100 mq usufruisce di un riscaldamento a regime ridotto con un solo termosifone acceso.
Questo non è in contrasto con il criterio di calcolo dei millesimi relativi al riscaldamento che ho citato nella mia risposta precedente; ma sopratutto non calza con l'esempio dei pomodori perchè non ne ripete le condizioni. E' come se lei pretendesse di pagare 1 kg di pomodori allo stesso prezzo al chilo del costo di una intera cassetta da 10 kg (che ovviamente viene venduta ad un prezzo promozionale). Perchè se lei si ferma davanti al banchetto che ha esposto il cartello pomodori in cassetta da 10kg = 10 euro e lei chiede un solo chilo di quei pomodori e pretende di pagarli 1 euro il venditore non glieli da e se glieli vende il prezzo non sarà 1 euro. Mi sono spiegato?
 
No francamente non è chiaro, sa? Cito:

"il calcolo dei millesimi di riscaldamento, che si applica dove non ci sono i contabilizzatori di calore, si fa tenendo conto per il 50% della cubatura dell'appartamento e per il 50% per il numero degli elementi radianti, delle loro dimensioni e della loro qualità (ghisa, alluminio ecc... ecc...)."

da quello che lei dice è tutto in proporzione, se la cubatura di 100 mq è proporzionale a quella di 50 mq, (300 m cubi contro 150) se il numero dei radianti è in proporzione (6 radianti contro 3), se la qualità dei radianti è la medesima...

perchè il costo non è in proporzione?
 
Il numero degli elementi radianti di un calorifero varia a secondo del volume che deve riscaldare. Tuttavia il progettista di solito tiene conto anche del piano dell'appartamento e dell'esposizione della stanza da riscaldare. Da cui si ricava che sullo stesso piano a parità di volumi da riscaldare un appartamento esposto a sud ovest dovrebbe avere meno elementi radianti di uno esposto a nord est. Se poi il paragone si fa per appartamenti su piani diversi deve sapere che gli appartamenti di piano terra e di piano rialzato, o di piano 1°, con sotto locali non riscaldati, come gli appartamenti del penultimo ed ultimo piano, per un fatto di dissipazione del calore hanno più elementi radianti dei piani intermedi. Tutte queste disparità di composizione degli elementi radianti componenti il calorifero viene giustificata dal fatto che bisognerebbe garantire la temperatura minima di 18° in tutte le stanze di un appartamento.
Tenga presente un'altra cosa che l'energia richiesta per riscaldare volumi differenti non cresce linearmente ma esponenzialmente con legge cubica, perché un volume si esprime in mc con suoi multipli o sottomultipli. Lei ha commesso lo stesso errore che potrebbe commettere se facesse questo ragionamento se con un tubo da 10 cm di diametro ho un' area di 78,5 cmq con un tubo dal diametro doppio(cioè 20 cm) avrò un'area doppia (cioè 157 cmq) ed invece non è così. Se non è convinto si faccia quattro conti: l'area di un tubo da 20 cm di diametro è 314 cmq. Perché le dimensioni di un'area variano con legge esponenziale quadratica.
Infine i metodi per il calcolo dei millesimi di proprietà per la ripartizione delle spese sono:
-) metodo a contatore con contabilizzazione del calore per ogni radiatore.
-) metodo che valuta il calore erogato in proporzione alla superficie radiante.
-) metodo che valuta le quote di ripartizione delle spese in proporzione ai volumi riscaldati.
-) metodo che ripartisce le spese di riscaldamento in proporzione ai coefficienti millesimali di proprietà (sconsigliabile perché impugnabile).
Per non penalizzare i condòmini proprietari del piano attico e superattico i costruttori di nuovi edifici hanno introdottoil criterio dei volumi riscaldati, in deroga all' Art. 226 del Testo Unico 28 aprile 1938 n. 1165 unica norma di legge che stabilisce che la ripartizione delle spese debba essere effettuata in proporzione agli elementi radianti che esistono in ogni appartamento (se gli elementi sono di un unico tipo e dimensioni) ovvero in proporzione alla superficie radiante (se gli elementi sono di diverso tipo e dimensioni). Secondo il mio personalissimo modo di pensare quest'ultimo è il modo più corretto per il calcolo dei millesimi di riscaldamento condominiale; anche perché nel corso degli anni con gli ampliamenti o con i frazionamenti, oppure con i lavori di ristrutturazione, i termosifoni cambiano di numero, di dimensioni e di tipologia.
 
Cmq vorrei aggiugere che secondo me c'è stato un malinteso. Ok, il paragone che avevo fatto tra metrature diverse può non reggere per vari motivi ma io quello che metto in discussione è il principio per il quale in un regime ridotto si debba pagare la metà e non in proporzione ai caloriferi attivi per cui se ce n'è 1 su 6 dovrebbe essere 1/6 e non 1/2... Io non avrò valutato bene le potenze, per la cubatura/metratura... ok... ma alle banali frazioni ci arrivo... Quali sono le basi giuridiche di tale non sense?
 

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