Salve a tutti! E' posta alla mia attenzione un caso più unico che raro che non so come risolvere.
Spiego brevemente la questione.
In seguito alla morte del de cuius sposatosi 2 volte, il quale avuto rispettivamente nr 8 figli con la prima moglie ( deceduta ) e 4 con la seconda, Egli lascia come eredità un unico immobile dove viveva la moglie superstite.
I 9 figli del primo matrimonio agiscono in via civile per richiedere la loro quota ereditaria derivante dalla vendita della casa. Il giudice allora dispone la valutazione della casa da parte di un consulente e la divisione in quote del valore di questa, in seguito dispone che la quota spettante ad ognuno venga liquidata dai figli rimanenti che liquidano gli altri pro quota, in quanto suddetta casa era l'unica disponibilità della moglie superstite e quindi impossibile da vendere senza conseguenze non congrue per la salute psichica e morale dell' occupante.
In seguito alla morte della seconda moglie, i figli adesso proprietari dell'intero decidono di vendere l'immobile. In seguito alla visura ipocatastale risulta che la quota appartenente ad uno dei fratelli liquidati anni prima era gravata da ipoteca giudiziale da parte dell' ente di riscossione di valore molto superiore alla quota spettantegli ( nel dettaglio, a fronte di una quota di ca. 2000 euro, v'era ipoteca di ca. 50000). Nessuno nel corso del processo ha mai menzionato la presenza di questa ipoteca, nè i difensori e tantomeno l'organo giudicante. L'ipoteca era iscritta prima della pronuncia. Quindi adesso come bisognerebbe agire per la cancellazione di suddetta ipoteca? Trovo assurdo che sia iscritta ipoteca così alta rispetto alla quota spettante al debitore che tra l'altro è stato liquidato per la pronuncia del giudice e quindi provoca un ingente danno agli effettivi proprietari che nulla hanno a che fare con suddetto debito.
Spiego brevemente la questione.
In seguito alla morte del de cuius sposatosi 2 volte, il quale avuto rispettivamente nr 8 figli con la prima moglie ( deceduta ) e 4 con la seconda, Egli lascia come eredità un unico immobile dove viveva la moglie superstite.
I 9 figli del primo matrimonio agiscono in via civile per richiedere la loro quota ereditaria derivante dalla vendita della casa. Il giudice allora dispone la valutazione della casa da parte di un consulente e la divisione in quote del valore di questa, in seguito dispone che la quota spettante ad ognuno venga liquidata dai figli rimanenti che liquidano gli altri pro quota, in quanto suddetta casa era l'unica disponibilità della moglie superstite e quindi impossibile da vendere senza conseguenze non congrue per la salute psichica e morale dell' occupante.
In seguito alla morte della seconda moglie, i figli adesso proprietari dell'intero decidono di vendere l'immobile. In seguito alla visura ipocatastale risulta che la quota appartenente ad uno dei fratelli liquidati anni prima era gravata da ipoteca giudiziale da parte dell' ente di riscossione di valore molto superiore alla quota spettantegli ( nel dettaglio, a fronte di una quota di ca. 2000 euro, v'era ipoteca di ca. 50000). Nessuno nel corso del processo ha mai menzionato la presenza di questa ipoteca, nè i difensori e tantomeno l'organo giudicante. L'ipoteca era iscritta prima della pronuncia. Quindi adesso come bisognerebbe agire per la cancellazione di suddetta ipoteca? Trovo assurdo che sia iscritta ipoteca così alta rispetto alla quota spettante al debitore che tra l'altro è stato liquidato per la pronuncia del giudice e quindi provoca un ingente danno agli effettivi proprietari che nulla hanno a che fare con suddetto debito.