Variazione al Catasto... troppo complicato e costoso.
Da quel che capisco la comunicazione al Catasto è obbligatoria in caso di variazioni colturali.


“Le variazioni colturali vanno presentate mediante il modulo modello 26 che può essere compilato in forma cartacea oppure con l'ausilio del programma DocTe attraverso il quale si compila il modello cartaceo e si crea un file da consegnare all'agenzia del territorio.

Non ci sono diritti da pagare e la denuncia deve essere presentata dal proprietario, in caso contrario la richiesta va accompagnata da una procura del proprietario con allegata la fotocopia del documento valido d'identità.”
 
Circa la burocrazia per il cambio culturale, sapevo ciò che ha postato Seth, e credevo non fosse oneroso: mi sembra un adempimento analogo alla dichiarazione redditi. Semmai l'onere nasce da quanto risulta coltivato.

Comunque nei comuni nella lista non è dovuta l’IMU sui terreni agricoli.
sono esenti dall’IMU i terreni ricadenti in aree montane o di collina individuati utilizzando i criteri di cui alla circolare del Ministero delle finanze n. 9 del 14 giugno 1993 e la circolare n. 4/DF del 14 luglio 2016. Per ulteriori informazioni sulle esenzioni IMU si può consultare il sito internet del Dipartimento delle Finanze www.finanze.gov.it.
In tali casi va barrata la casella “IMU non dovuta” (colonna 9).
In italiano il succo è questo e da ciò, per logica, si dovrebbe dedurre che se nessuno ha lavorato il terreno, nessuno ha tratto reddito perciò nessuno deve pagare per il reddito agrario che non c'è stato!
Più che per logica, sotto il profilo teorico un terreno incolto non produce reddito.
Ma il Fisco è il braccio operativo della politica socioeconomica: e potrebbero entrare altre logiche, ad esempio scoraggiare la detenzione di vaste aree incolte: e che la legislazione favorisca i coltivatori diretti rispetto alla semplice proprietà lo si riflette anche dalla durata minima dei contratti di affitto agrari.
Non è il primo caso in cui vengono tassati redditi inesistenti (ad es i redditi nominali in caso di morosità dell'inquilino, specie se diverso da residenziale)
Questo caf infatti sostiene che anche se non lavoro i terreni, non sono dati in affitto, sono incolti e abbandonati, sul proprietario grava conunque tutto l'IRPEF, sia per il reddito dominicale, sia per il reddito agrario.
Vorrei sapere se questa
è anche la tua interpretazione, o tu ne hai una diversa?
Si, purtroppo.

Vedi questa appendice alle istruzioni

Variazioni di coltura dei terreni
Ai fini della determinazione del reddito dei terreni, se la coltura effettivamente praticata non corrisponde a quella risultante dal catasto, i contribuenti devono determinare il reddito dominicale e agrario applicando la tariffa d’estimo media attribuibile alla qualità di coltura praticata e le deduzioni fuori tariffa.
La tariffa media attribuibile alla qualità di coltura praticata è costituita dal rapporto tra la somma delle tariffe imputate alle diverse classi in cui è suddivisa la qualità di coltura ed il numero delle classi stesse.
Per le qualità di coltura non censite nello stesso Comune o sezione censuaria si applicano le tariffe medie e le deduzioni fuori tariffa attribuite a terreni con le stesse qualità di coltura ubicate nel Comune o sezione censuaria più vicina nell’ambito della stessa provincia.
Se la coltura praticata non trova riscontro nel quadro di qualificazione della provincia, si applica la tariffa media della coltura del Comune o sezione censuaria in cui i redditi sono comparabili per ammontare.
La determinazione del reddito dominicale e agrario secondo le modalità sopra riportate deve avvenire a partire:
 dal periodo di imposta successivo a quello in cui si sono verificate le variazioni di coltura che hanno causato l’aumento del reddito;
 dal periodo di imposta in cui si sono verificate le variazioni di coltura che hanno causato la diminuzione del reddito, se la denuncia della variazione ai competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate è stata presentata entro il termine previsto dalla legge, ovvero se la denuncia è presentata dopo il detto termine, dal periodo d’imposta in cui la stessa è presentata.
Si ricorda che i contribuenti hanno l’obbligo di denunciare le variazioni dei redditi dominicale e agrario ai competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate, entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si sono verificate, indicando le particelle cui le variazioni si riferiscono e unendo la dimostrazione grafica del frazionamento se le variazioni riguardano porzioni di particelle.
Se il terreno è dato in affitto per uso agricolo la denuncia può essere presentata direttamente dall’affittuario.
Tale denuncia di variazione colturale è sostituita – per taluni contribuenti – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) per la richiesta dei contributi agricoli CE. Si precisa che tale modalità operativa è limitata ai contribuenti che beneficiano dei suddetti contributi, tutti gli altri contribuenti devono presentare la denuncia di variazione colturale, applicandosi in caso di inadempimento la sanzione prevista (sempreché la variazione colturale determini un aumento di reddito).
 
Credo di aver trovato la risposta definitiva.


Infatti ricordavo che in passato si poteva indicare il caso particolare "incolti": è stato abrogato

Credo l'unica via percorribile rimasta sia quella di agire sul tipo di coltura, ammesso che esista anche la tariffa per gli incolti o a gerbido/bosco.
 
Ultima modifica:
Credo di aver trovato la risposta definitiva.


Infatti ricordavo che in passato si poteva indicare il caso particolare "incolti": è stato abrogato
A conferma trovo
e
 
Ringrazio tutti Voi per l'impegno nella ricerca. Mi siete stati di grande aiuto.
All'inizio mi sembrava di capire che gli obbligati, in questo caso, fossero gli iscritti al settore "coltivatori diretti". Infatti dappertutto (nel TUIR e nelle guide alla compilazione del 730) si fa sempre riferimento ai redditi prodotti dal lavoro agricolo dei singoli coltivatori diretti iscritti alla categoria, e alle società ecc. Quindi non avendo io mai lavorato in quel settore, pensavo proprio di non rientrare in questo obbligo IRPEF, almeno per la parte agraria.
Invece con l'abolizione nel 2014 della legge sui terreni incolti, viene pure specificato che, "in sede di dichiarazione dei redditi, i proprietari di terreni incolti dovranno dichiarare il reddito dominicale rivalutato prima dell'80% e poi del 15%, nonché il reddito agrario rivalutato del 70% e poi del 15%; la percentuale del 15% è ridotta al 5% se i terreni sono posseduti da soggetti con la qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale iscritto all'Inps". Se ne deduce quindi che, se NON sei coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale iscritto all'Inps, non puoi nemmeno beneficiare dello sconto delle due IRPEF (dominicale e agrario) che dal 15% vengono ridotte al 5%.

In ogni caso io ho iniziato a dichiarare questi terreni nel 2005. Non so quando era entrata in vigore la legge sullo sconto IRPEF per i terreni incolti, ho capito però che dal 2014 non è più applicabile. Credo comunque di non aver mai goduto di questa agevolazione. Negli anni ho chiesto più volte al Caf di farmi capire quanto mi costassero di tasse questi terreni, ma non mi hanno mai saputo dare una risposta chiara, solo che loro stessi non lo sanno, è un calcolo particolare che fa in automatico il programma stesso, comunque non dovrebbe essere tanto per i terreni sfitti... Insomma non ci ho mai capito nulla. Di una cosa però sono certa: non mi hanno mai parlato di sconti per i terreni incolti o per altro.

Sarebbe ora interessante sapere se dopo l'abolizione dell'agevolazione per i terreni incolti del 2014, non ci sia stata qualche altra novità al riguardo. Mah!

Comunque il passato è passato, mi interessava capire per il presente...

Credo ormai che dovrò rassegnarmi. Lasciamo che il Governo faccia cassa sulle persone costringendole a pagare le tasse anche sui redditi inesistenti.

Grazie ancora a tutti.
 
Potessi almeno venderle queste terre... ma come ho già detto più volte, è da vent'anni che ci provo inutilmente. Non si riesce a trovare nessuno interessato all'acquisto perché su quei terreni ci sono troppi vincoli, non vengono concessi permessi per farci nulla! Però ci obbligano a pagarci le tasse...
 

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