Adriano Giacomelli

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Proprietario Casa
Il nostro tema partiva dalla tassa di successione, da me considerata una "Odiosa tassa sul morto"! Il discorso era poi degenerato sulle tasse in generale e sull'evasione.
Purtroppo, la fame dello Stato, di tasse, è dovuta ad una spesa pubblica e ad un carico di burocrazia, oltre ad un deficit, non riscontrabili in altri Paesi.
Devo ricordare, sempre e puntualmente, i molti funzionari pubblici che si impegnano con mezzi, spesso, inefficienti, e svolgono il loro lavoro egregiamente, ma circondati da una pletora infinita di colleghi, nullafacenti, assenteisti, falsi invalidi. Gente spesso assunta per clientelismo! Questa è evasione, rubano soldi dei contribuenti concorrendo a non far bastare le entrate e a sottrarre proventi disponibili per la collettività.
che sia pubblico o privato, un ladro è sempre un ladro
Il privato, non sono affari che riguardano le nostre tasche, questa è la differenza, il privato è controllato da un suo datore di lavoro che sicuramente saprà arrangiarsi, se il discorso sono le tasse, restiamo in tema. Brunetta ha fatto molto? Difficile negarlo, il fine, spesso giustifica i mezzi!
Veniamo all'economia, argomento assai impegnativo, ma cerchiamo, entrambi di semplificarlo. Liberalismo è il libero gioco di mercato e il NON intervento nelle attività economiche dello Stato! Tu sai benissimo che quando lo Stato fa l'imprenditore, sicuramente non è capace di farlo, e sicuramente troviamo a DX o a SX il ladro che si "infarina" Quindi lo Stato deve restare fuori dalle attività economiche, ma gli enti preposti, CEE, Banca Centrale, Banca d'Italia, Ministro della Economia, possibilmente capace come quello che abbiamo, deve vigilare e imporre regole. Per nostra fortuna o sfortuna, le regole, le detta il mercato mondiale, non potremo mai fare una economia Italiana, se il mondo va in altra direzione, come non è accettabile che il Sindacato Italiano voglia regole, diametralmente differenti da quelle della Germania, e non dico Cina.

N.B. Non voglio trascurare l'altra evasione di cui ho già accennato in precedenza e non voglio ripetermi.
Grazie
 

ada1

Nuovo Iscritto
Vedo che stiamo andando sempre più fuori tema, ma quando si parla di tasse è quasi inevitabile...

Vedo anche che, malgrado qualche differenza sui punti presi in conto, condividiamo molti punti di vista.

Un'ultima osservazione tuttavia (scusami, non posso impedirmi di dirlo,... ma poi taccio) : il mercato mondiale (in altri termini la mondializzazione ad oltranza di questi anni che ha condotto a sprechi di ogni genere con relative perdite di potere d'acquisto da parte delle classi medie, che costituiscono l'essenziale dei contribuenti) dovrebbe soltanto regolare il mercato delle merci che su di esso sono vendute : cioé, io impresa o lavoratore autonomo o artigiano, produco quello che il mercato domanda o quello che si vende di più o che mi arreca il maggior profitto o...; ma il mercato mondiale deve rispettare le regole che gli Stati autonomamente o tramite organizzazioni internazionali adeguate hanno stabilito e/o stabiliscono di volta in volta. Soltanto cosi' il mercato potrà favorire lo sviluppo economico generale nazionale e mondiale ; con le non regole attuali (cioé con il puro mercantilismo attuale che di libero mercato ha solo il nome) nascono soltanto dei Madoff o delle Goldman Sachs e si accrescono le disuguaglianze di ogni tipo, disastrose per ogni paese per le tensioni che esse possono generare)
Dettare regole non vuol dire intromettersi negli affari di una impresa, significa soltanto che per agire sul mercato, l'azione degli intervenenti deve rispettare alcune regole (un po' come per i contratti di locazione in cui le parti hanno diritti/doveri, ma questo è un altro discorso)
Insomma, in ogni impresa c'è un presidente o un direttore e un regolamento che dice agli impiegati quello che devono o non devono fare legalmente lavorando per essa, e non vedo perché in uno Stato (=questa grande impresa nazionale) non dovrebbe anche lui dire quello che è lecito o non lecito fare per stare sul mercato libero.
Ciao : è stato un piacere avere questo corto anche se incompleto scambio di idee
 

Adriano Giacomelli

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Sai, Ada, la globalizzazione e il liberalismo economico, hanno contribuito a portare tanto di quel benessere e di ricchezza al mondo, anche alle parti del globo più emarginate, povere, che sarebbe un azzardo ipotizzare un processo di condanna senza appello. Storture il sistema lo ha, ma 100 anni fa la giornata di lavoro andava da un sole all'altro, nel senso che si iniziava a lavorare all'alba e si ultimava al tramonto, in cambio di vitto e alloggio. La via probabile era 50/60 anni, gli uomini si consumavano sul lavoro. Oggi le aspettative di vita sono di circa 88 anni e l'uomo gode di libertà e di benessere inimmaginabili. Una quota di rilevanza immensa la gente la spende in divertimento, viaggi, hobby, lussi, vacanze e turismo. Certo non in tutte le parti del globo è lo stesso, ma ci sono segnali sensibilmente positivi, ovunque. Poi politiche, dittature, malgoverni, sono incidenti di percorso più grandi di noi.
 

luigi pelagi

Membro Attivo
Concordo su quanto detto da Adriano Giacomelli, fatta eccezione per la parte finale ove, forse in un eccesso di ottimismo,
sostiene che una quota rilevante di danaro la gente la spende in divertimento, viaggi, hobby, vacanze e turismo. Credo
questa sarà una categoria largamente minoritaria mentre la stragrande maggioranza delle famiglie fatica ad arrivare a
fine mese. Valgono tuttavia le considerazioni positive sopraespresse per quanto riguarda i traguardi oggi raggiunti in
termini di migliori condizioni di vita, nonostante le storture e le profonde diseguaglianze sociali ancora esistenti anche
nella nostra società. Ringrazio per la franca discussione.
 

Adriano Giacomelli

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Proprietario Casa
L'amico Luigi ha decisamente ragione, frutto di queste enormi tensioni mondiali, globalizzazione, abbiamo soffocato una larga fascia della popolazione a combattere con un caro vita da paese occidentale e una retribuzione che viene schiacciata verso retribuzioni orientali. Marchionne, ieri ha detto, con molto poco tatto, che la Fiat in Italia, producendo, non fa utili! Una dura ma realistica verità, alla quale una classe operaia potrebbe ribattere che lavora per la Fiat ed altre imprese, senza però riuscire a campare dignitosamente.
E' ora di riformare il costo del lavoro, e saremmo utopisti, se pensassimo di aumentare le retribuzioni d'ufficio, ma dobbiamo abbassare i costi dei contributi, delle trattenute, della tassazione. Il concetto base è che se una paga non è sufficiente, la tassazione della stessa è inopportuna, in quanto si tassa tutto sopra una soglia di minimo. Tassare un non lusso è una fesseria.
Detto ciò, lo Stato ha una sola strada percorribile, dimagrire nei suoi costi! Da tutti noi deve venire forte questa richiesta, che deve partire dai Comuni in cui risiediamo. Ridurre i costi, non vuol dire, come molti amministratori minacciano, tagliare i scuolabus, le mense, le assistenze ad anziani ed altro, vuol dire che il vigile faccia anche il commesso al Municipio, lo stradino si sposta in bicicletta e non con il Ducato, il Sindaco usa la sua auto, non si ricorre a consulenti esterni per ogni vezzo, e il Municipio, decoroso ma non monumenti allo spreco.
 

bolognaprogramme

Membro Assiduo
Professionista
Condivido assolutamente quanto detto da Adriano e quanto detto ieri da Marchionne - seppure con poco tatto - è la verità:
oggi, se non si cambia registro, si perde su tutta la linea e chi si oppone ai cambiamenti qualunque essi siano, rischia di rimanere indietro.

Ancora oggi, nonostante la riforma del pubblico e gli interventi di Brunetta (che in certi casi ho condiviso...) sussistono frequentissime dimostrazioni (verificate personalmente) di quanto alcuni statali se ne freghino altamente di noi utenti...
Evidentemente, ritengono di essere intoccabili...

Direi però che i primi, chiamiamoli così, "statali" da riformare sarebbero appunto i ministri, viceministri, segretari, sottosegretari, portaborse e chi più ne ha più ne metta...

Silvana
 

linteo

Membro Attivo
Proprietario Casa
Scusate, l'assoluta impreparazione sull'argomento, quindi : eredito un'immobile dal padre e paghero' l' imposta di successione, ma se eredito 1 milione di euro contanti, oppure titoli/azioni/obbligazioni non paghero' nulla?
Grazie per le risposte sempre competenti
 

ada1

Nuovo Iscritto
Sai, Ada, la globalizzazione e il liberalismo economico, hanno contribuito a portare tanto di quel benessere e di ricchezza al mondo, anche alle parti del globo più emarginate, povere, che sarebbe un azzardo ipotizzare un processo di condanna senza appello. Storture il sistema lo ha, ma 100 anni fa la giornata di lavoro andava da un sole all'altro, nel senso che si iniziava a lavorare all'alba e si ultimava al tramonto, in cambio di vitto e alloggio. La via probabile era 50/60 anni, gli uomini si consumavano sul lavoro. Oggi le aspettative di vita sono di circa 88 anni e l'uomo gode di libertà e di benessere inimmaginabili. Una quota di rilevanza immensa la gente la spende in divertimento, viaggi, hobby, lussi, vacanze e turismo. Certo non in tutte le parti del globo è lo stesso, ma ci sono segnali sensibilmente positivi, ovunque. Poi politiche, dittature, malgoverni, sono incidenti di percorso più grandi di noi.

Prima di inneggiare al sistema attuale (dico bene attuale = per me puro mercantilismo) bisognerebbe conoscere anche delle cifre che non vanno proprio nel senso che tu dici.
Infatti, se da una parte è vero che per quanto riguarda i nostri paesi occidentali, con economie forti e con un passato culturale avanzato lo sviluppo degli anni 70/80 ha portato i progressi di cui parli, dall'altra è anche vero che quella era un'economia di mercato che rispettava regole precise, mentre quella attuale -quella che io definisco ultra liberale- ha soltanto condotto all'arricchimento di alcuni, alla stagnazione e all'indebolimento del potere di acquisto di tutti -tranne qualcuno- all'aumento della disoccupazione, ad una corruzione sempre più generalizzata, alla disparizione del senso dello Stato, ecc.
Per i paesi in via di sviluppo, alcune cifre (quali Onu, banca mondiale,OMS, organizzazioni specializzate) ci dicono :
-ci sono 240 milioni di bambini che lavorano nel mondo
-acqua : era un obiettivo ONU per il millenario di fare in modo che tutti avessero l'acqua potabile per il 2015 ; a questo ritmo, l'obiettivo sarà raggiunto tra duecento (200 !) anni
-265 milioni di persone sono sottoalimentate in Africa
-malgrado il forte sviluppo, la povertà in India resta al 55 % e in Cina al 12-15 % = nulla di cambiato
-il traffico di esseri umani ,e il loro sfruttamento, è l'attività più lucrativa d'Europa per le organizzazioni criminali (= oggi 2.5 miliardi di $/anno)

quindi, per finire (e poi taccio veramente), ancora una volta : mercato libero si, ma Stato forte capace di far rispettare le leggi da esso emanate per difendere il predato dal predatore (come intendeva Adam Smith) : solo cosi' uno Stato continua ad essere forte e rispettato, la corruzione è tenuta sotto controllo, tutti i cittadini si sentono ugualmente protetti nei loro diritti sapendo che cio' è subordinato al rispetto dei loro doveri.


E senza parlare dei nostri paesi nei quali le condizioni di vita si sono migliorate grazie a politiche specifiche dello Stato , nei paesi extra europei sottosviluppati molto resta ancora da fare e quel poco che si è fatto lo si deve alla presenza e al sostegno anche finanziario di organizzazioni internazionali quali l'ONU o l'UE, ad esempio, e non ad azioni specifiche di Stati che avrebbero adottato il libero mercato il quale serve soltanto ad alimentare le casse individuali dei politici del posto
 

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